Tutto da quando quei due maledetti biglietti erano arrivati era cambiato. Avevo paura di tutto, di un singolo rumore, dallo scricchiolio della porta al suono del campanello, sì, persino di quello.
Mi ero ripromessa di non mostrarmi più debole, di non aver paura di quei maledettissimi bigliettini, ma soprattutto di non creare problemi a mio padre.
Mio padre...
Mio padre in quel periodo si stava insospettendo troppo, notava la mia tensione, la mia paura, ma soprattutto quella mia abitudine di controllare tutto il perimetro attorno a me, forse per paura oppure per sicurezza.
"Piccola mi spieghi che hai?" chiese mio padre mentre guardavamo la tv
"Niente! Io? Pff! Niente!" farfugliai impacciata
"Piccola mi stai appiccicata come una sanguisuga e non stiamo guardando un film horror, ma una semplice partita di football" disse avendo ragione
"Niente, solo... insomma voglio affetto" improvvisai una scusa facendo un sorriso a 32 denti
"Vieni qui, maggiorenne o no, sempre la mia piccolina rimani" disse accogliendomi tra le sue braccia
"Papà, sono le 4pm dobbiamo per forza stare a casa?" chiesi tra le sue braccia
"Sì, c'è la partita" rispose ovvio e all'improvviso il campanello suonò
"Ma chi può essere?" chiese mio padre sbuffando
"Chissà, vado a vedere" risposi cercando di mascherare la mia paura
"Chiunque sia lo ucciderò con le mie stesse mani" borbottò mio padre facendo svanire la mia preoccupazione
"Chiunque tu sia mio pad..." dissi aprendo la porta ma subito dopo mi bloccai sul posto facendo cadere il mio cellulare sul pavimento
Durante una frazione di secondi ricordai tutto il mio passato, quel passato che tanto desideravo dimenticare, quel passato che mi aveva portato a separarmi da mio padre per anni.
Quel coltello freddo, quel dolore lancinante, quel sangue scuro, quelle lacrime salate, quei calci dolorosi, quella paura della morte, ma allo stesso tempo quella voglia matta di chiudere gli occhi per farla finita, ma soprattutto quel fumo, quelle fiamme e quel calore non piacevole, ma divorante.
Quel passato da dimenticare che aveva un nome: Jordan.
"Io...tu... non..." farfugliai con le lacrime negli occhi indietreggiando lentamente mentre lui cercava di sforzare un sorriso
"Che ci fai qui?" sussurrai sconvolta
"Posso entrare?" chiese come se fosse la cosa più ovvia
In passato aveva cercato di uccidermi e in quel momento voleva entrare a casa mia, era normale?
"Lorry chi c'è alla porta?" urlò mio padre dal soggiorno
"Pa...papà sono delle bambine che vendono biscotti!" m'inventai una scusa sul momento, ma soprattutto cercai di dirlo in modo più tranquillo possibile
"Ti prego, ti prego non rovinarmi la vita un'altra volta" sussurrai quella frase a quell'uomo, a quell'uomo o dovrei dire a colui che mi aveva quasi ucciso?
Lui semplicemente abbassò la testa per poi rialzarla e sorridermi.
"Voglio solo entrare, Lorry. Non ti preoccupare, davvero. Devo solamente parlare con te e tuo padre" disse e nei suoi occhi notai sincerità
"D'acc...d'accordo entra" dissi agitata sforzando un sorriso
"Grazie" sussurrò tirando un sorriso
"Papà abbiamo visite" urlai dall'entrata
"Andiamo in salotto mio padre dovrebbe essere lì a guardare la partita" dissi cercando di mantenere la calma
"La partita? Allora potremmo vederla insieme" disse facendo un sorriso a 32 denti
Come se fosse una cosa normale voler vedere una partita con l'uomo che aveva ucciso la sua ragazza e con la ragazza che voleva far fuori anni fa pensai
"Piccola chi..." disse mio padre ma appena vide l'uomo dietro di me sbiancò e potevo capire benissimo la sua reazione
"ALLONTANATI DA LEI!" urlò mio padre spaventato
"Papà ti prego, non reagire così, anch'io ho avuto la tua stessa reazione però ha detto che vuole parlare con noi. Non so che cosa vuole dirci, ma io vedo la sincerità nei suoi occhi" ammisi girandomi verso Jordan per guardarlo negli occhi
"Come fai a dir..." disse mio padre ma io lo bloccai
"Come faccio a dire una cosa del genere se è stato lui la causa del nostro male? Non lo so, dovrei essere arrabbiata con lui, ma non so il motivo, ma io, io ho la sensazione di dovermi fidare di lui..." dissi vergognandomene un po'
"...Papà diamogli il tempo di parlare. Sentiamo che ci dice e poi alla fine decidiamo se cacciarlo o farlo rimanere" dissi avvicinandomi a lui afferrandogli una mano
"D'accordo..." sussurrò mio padre
"...siediti e dicci ciò che devi dirci" disse mio padre sforzandosi ad essere gentile
Vuoi qualcosa da bere o da mangiare? Volevo chiedergli, ma la paura di creare una rissa durante la mia assenza mi preoccupava di più.
"Lorry vai a prendere qualcosa da mangiare o da bere per Jordan" disse e già andava male visto che mi aveva chiamato per nome
"Voi promettetemi una cosa però" cominciai a dire e loro annuirono
"Non vi uccidete avvicenda per favore" dissi strappando ad entrambi un sorriso
"Vai sù" disse mio padre ridacchiando
"Papà, promettimelo" dissi autoritaria
"D'accordo" sbuffò
"Bravo!" esclamai
"Siete buffi" disse Jordan ridacchiando
Ma lui non aveva capito, non aveva capito che io scherzavo per non far vedere la mia agitazione.
E facevo bene, facevo bene a scherzare perchè dopo, dopo le parole di Jordan, non avrei più potuto scherzare.
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Vi do il via libera per potermi insultare perchè lo so, non aggiorno più come una volta, ma lo sapete io vi amo tanto😭❤️.
-QueenA_19 🎀
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•||La mia famiglia è lui 3||• Cameron Dallas
FanficCosa succederebbe se chi è morto, resuscitasse? Cosa succederebbe se chi è morto, non fosse morto realmente? Cosa succederebbe se chi ritenevi tuo amico, ti nascondesse l'unica ragione per la quale andavi avanti? Cosa succederebbe se le lacrime che...