Capitolo 20

166 9 0
                                    

Buongiorno lettori! Eccoci arrivati alla conclusione di questa fantastica avventura!
Vi ringrazio ancora per aver continuato a leggere i miei "deliri" e spero che restiate per leggere la seconda parte che continuerò a scrivere qui, perché non saprei che altro titolo dare e quindi... 😂😂😂
Vi avviso che le frasi della canzone che ho scelto per quest'ultimo capitolo sono una specie di ringraziamento per voi ma potrebbero dare anche un'anticipazione su Jorge e Sonia.
Ecco, vi ho svelato troppo...

Finalmente era giunto il momento: dopo mesi e mesi a faticare per sistemare ogni discorso burocratico, Sonia aveva iniziato a traslocare nel suo nuovo appartamento.
Proprio per quello, anche se con grande dispiacere per non essergli accanto, dovette rinunciare a seguire Jorge al gran premio della riviera romagnola.

Era domenica mattina e Sonia, per una volta, stava dormendo tranquilla quando le suonò il cellulare: era Jorge che sentiva la sua mancanza (😍😍😍) e le confidava che se le condizioni della pista rimanevano invariate, poteva fare una bella gara e, perché no, anche vincere.
Era troppo dolce Jorge! Lo amava come non aveva mai fatto prima e, viceversa, lui le era e le stava accanto come si racconta nelle favole, come se non esistesse nient'altro che lei al mondo (ovviamente oltre alla sua moto!).

Erano le 14 quando Sonia, dopo aver pranzato e sistemato qualche scatola, accese la tv per vedere se il suo ragazzo aveva centrato in pieno il pronostico.
Erano al terzo giro, la pista bagnata dalla pioggia del mattino, Jorge si trovava al comando quando accadde: la sua moto scivola e lui viene scaraventato a terra, battendo prima la schiena e poi la testa.
Era la prima volta che Sonia lo vedeva cadere e se già era in panico per conto suo, il non vederlo rialzarsi subito la spaventò a morte: cosa stava succedendo? La prima cosa che fece fu quella di mandare un messaggio a Juan, il meccanico super-fidato di Jorge. Sì ma se Jorge effettivamente stava così male, di sicuro non poteva (e non doveva) passare il suo tempo al telefono.
Non ci pensò oltre: Jorge aveva bisogno di lei.

Era stato un lungo viaggio, soprattutto perché lo aveva fatto con la sua vecchissima auto, ma ce l'aveva fatta. Era stato lungo anche perché aveva dovuto effettuare diverse piccole pause per non rischiare di schiantarsi da qualche parte per via delle troppe lacrime che le rigavano le guance.
Era stato lungo perché per la prima volta dopo diverso tempo stava facendo un viaggio da sola, senza lui accanto o comunque senza che lui la chiamasse o si facesse in ogni caso sentire come aveva fatto solo qualche ora prima.
Sembrava tutto così strano...

Appena aperta la portiera nel parcheggio dell'ospedale, le arrivò un messaggio da parte di Juan: Jorge stava meglio. Aveva perso conoscenza per qualche minuto ma si era ripreso.
Non aspettava altro.

Si fiondò nella sua camera: era tutto pieno di macchinari vari, flebo, siringhe e qualsiasi cosa che le faceva spavento solo guardandoli ma lui era lì, lì che la guardava e nulla aveva più senso.
Lo abbracciò (forse con troppa forza) e lo guardò negli occhi piangendo, così, senza dire nulla, perché le parole in quel momento non avevano senso dopo aver pensato di averlo perso. Lui, invece, qualcosa da dirle ce l'aveva e glielo riferì in modo molto soave: "Scusa per averti fatto fare tutti questi km per nulla; scusa per non averti lasciato passare la domenica in tranquillità, ma soprattutto, scusa per non aver mantenuto la promessa." Non gli rispose. O meglio, un bacio gli diede la risposta.

Era ormai tardi e Sonia era ancora lì: lo aveva aiutato a cenare, lo aveva ascoltato, lo aveva coccolato, lo aveva amato centomila volte più forte di qualsiasi altro giorno.
Giorgio le disse che per la giornata che aveva passato, il viaggio e qualsiasi altra cosa, era ora che andasse a riposarsi e l'avrebbe aspettata l'indomani; ma Sonia aveva un'idea un po' diversa: "Non puoi capire fino in fondo cosa ho provato io oggi. Per niente di questa vita ti lascio qui da solo stanotte: anche a costo di svegliarmi stanotte o domani mattina incriccata, preferisco rimanere, girarmi e vedere che tu sei qua, che tu stai bene." Ancora una volta le lacrime ricominciarono ad uscire da sole, seguite a ruota da quelle di Jorge che in qualche modo stava cercando di consolarla.

Ore 3. Sonia stava dormendo con la testa appoggiata al suo letto.
Era un amore. Era troppo per lui. Non doveva perderla.
Così decise di scattarle una foto:

Che pubblicò su instagram, ovviamente con una didascalia: "Più bella cosa non c'èPiù bella cosa di teGrazie d'esistere"

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Che pubblicò su instagram, ovviamente con una didascalia:
"Più bella cosa non c'è
Più bella cosa di te
Grazie d'esistere".

"Vorrei prenderti per mano
Dirti che il dolore è solo
Un'invenzione dell'America.
Adesso stringi la tua stella al petto.

Un sognatore non si perde mai,
Non dorme mai.

È stato bello sognare
È stato bello sognare
È stato bello sognare
Sognare insieme."


Testi: Eros Ramazzotti - Più bella cosa

Ermal Meta - La vita migliore

Guerrero: still I riseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora