Capitolo 15

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15:30. Sonia era nella sua stanza con la tv accesa ma senza guardarla veramente. Il più dei bagagli erano stati sistemati ed il giorno dopo sarebbe andata alla lavanderia self service per fare i lavaggi, ma oggi non ne aveva voglia.
Aveva solo bisogno del letto e deprimersi pensando a lui.
Perché tutte quelle parole la sera prima e poi tutto sparito così dopo quella notte? Era lì a meditare quando suonò il telefono della sua camera. Rispose: c'era qualcuno che la cercava e le voleva parlare. Si chiese perché il receptionist del b&b non le aveva detto chi era ma lo fece passare.
Aprì la porta. Era Giorgio.

"Ehi ciao! Prego, entra!", disse stupita. "Scusa se ti disturbo ma dovevo, altrimenti impazzivo." Sonia non capiva. "Dimmi allora" e si sedettero. "È da stamattina quando te ne sei andata che ci penso e volevo vederti per capire."
Il mistero si infittiva: Sonia era quasi convinta inizialmente che fosse andato da lei perché aveva dimenticato qualcosa... "Per favore, incomincia daccapo." Giorgio sorrise. "Sì, è vero. Volevo capire se ti eri già pentita o dimenticata della scorsa notte. Sai, in realtà stamattina volevo chiederti di restare e magari passare la giornata insieme, ma avevo paura che tu la pensassi diversamente" ed abbassò la testa. Se le sue intenzioni erano diverse, almeno le avrebbe sapute subito e avrebbe cercato di capirle.
"Siamo due scemi." Giorgio alzò gli occhi: ora era lui che non capiva. Sonia, ormai rilassata, continuò. "Sì insomma, io in realtà volevo dirti la stessa cosa ma avevo paura che tu avessi cambiato idea su di me per qualche motivo e quindi...".
Giorgio non ci poteva credere: finalmente si erano trovati. "No, non penso ci sia qualcosa che mi faccia cambiare idea su di te. O magari sì, ma in meglio." Sonia si alzò e lo baciò. Ormai ci stava prendendo l'abitudine, ma di certo Giorgio non disprezzava. "Che ne dici allora se il tempo rimanente lo usassimo per noi due?", le disse appena si furono staccati. "Sì però non ho tanta voglia adesso di uscire" e sbadigliò "perché non dormiamo un pochino? Stamattina ho sistemato un po' di cose e poi pensavo a qualcuno che forse si era già stufato di me...". L'abbracciò: avrebbe voluto non lasciarla mai più per farle capire che non si sarebbe liberata di lui così in fretta... La guardò negli occhi "Per me va benissimo, ma dormiamo abbracciati perché non voglio che scappi ancora" ed i suoi improvvisamente diventarono lucidi. Non ci poteva far niente, perché a volte si faceva prendere troppo dalle sensazioni, dalle emozioni. Sonia se ne accorse: come aveva potuto solo pensare che lui l'avesse usata? Ora si sentiva in colpa. Lo accarezzò in viso "No che non me ne vado. Le tue braccia sono il luogo più bello in cui sia mai stata."
E così si misero a letto insieme, finalmente felici.

"Mi hai fatto amare tutti i miei difetti
E come ho fatto io quando non c'eri?
Non prendere impegni per i prossimi anni
Che sarà domani
Non so che cosa dirti
Noi non saremo uguali
Ma dentro i nostri abbracci, quelli sì.
E le tue braccia uno spazio perfetto in cui ci tornerei per sempre
In cui ci resterei per sempre..."


Testo: Ermal Meta - Ragazza paradiso

Guerrero: still I riseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora