Capitolo 12 - prima parte

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Premetto che i prossimi capitoli saranno un po' pesanti, ma faranno bene alla storia.

"Sono qua ad ascoltarti, però penso che sia meglio entrare a casa mia. Qui non mi sembra il posto più adatto per confidenze. Ti giuro che non ti faccio nulla", ma Sonia non aveva bisogno di quell'ulteriore affermazione: almeno su questo si fidava. Così lo seguì in casa.
L'appartamento aveva l'aria di essere piuttosto grande, ma a Sonia non gliene importava poi tanto; quindi si sedette dall'altra parte del tavolo rispetto a Giorgio e iniziò il suo racconto. "Questa è una delle canzoni a cui sono più legata perché esprime ciò che io ho in me. È come se chi l'ha scritta me la stesse dedicando senza sapere neanche che io esisto" e schiacciò play.

"Le mie paure
Sono carezze mancate..."
E Sonia fece la prima pausa: "Sai, è vero, continuo a ripetermi che se io sono viva e sto bene fisicamente, non ho avuto nessuna malattia o problema grave, devo solo ritenermi fortunata, però a volte non è così semplice credere questa cosa. A volte guardo gli altri e mi chiedo perché io non ho e non ho mai avuto quella serenità interiore, quella spensieratezza, quel non badare troppo ai problemi, agli altri, alle circostanze. Ho avuto sin da bambina una famiglia e per certi versi è già molto, ma quel senso di appartenenza a questa, quell'amore, quelle carezze spesso mi sono mancate. È vero, sono ormai cresciuta ma quella sensazione, quella voglia di essere amata ed apprezzata per quello che sono, è ancora in me." Breve sospiro.

"Incertezze che tornano a un passo da me evitando i rumori..."
Pausa. "Sì, posso sembrare così determinata e sicura sia per quanto riguarda i miei obiettivi sia riguardo me stessa, ma cosa ci sta davvero sotto è molto diverso. Io sono una che prima di fare o chiedere anche una sciocchezza ci pensa e lotta mentalmente un sacco di tempo: sono una che ha paura di qualsiasi cosa e spesso anche di sé stessa perché credo di essere o passare per quella che non sono; ascolto i giudizi degli altri nel profondo e lascio che facciano effetti a volte disastrosi perché credo di avere una visione troppo positiva di me stessa."

"Sono mio padre e i suoi errori..."
Nuovo stop. "Mio padre dovrebbe avere un capitolo a parte nella mia storia. È stato il primo uomo di cui mi sono innamorata: lo credevo sopra ogni errore, una specie di mio eroe, per poi scoprire che molto probabilmente non gliene è mai importato nulla o di sicuro è così da una decina d'anni a questa parte. Mio padre è come se non esistesse perché un vero legame non c'è e quei rari discorsi che escono diventano conflittuali." Giorgio capiva piuttosto bene quest'ultima frase della canzone: certo, forse il rapporto con suo padre non era così irreparabile, ma anche il suo di sbagli ne aveva fatti.

"Sono l'amore che ho dentro
E che non so controllare..."
Pausa. "È un discorso difficile questo. Io quando tengo veramente ad una persona vorrei darle il mondo intero, vorrei proteggerla da qualsiasi cosa, anche dai più stupidi giudizi degli altri. Il problema è che spessissimo faccio fatica a dimostrarlo, anche perché penso che venga usato in modo sbagliato, che venga rinfacciato, che non venga letto per quello che in realtà è."

"Le riflessioni sospese
Un mattino alle 7..."
Stop. "Come ti spiegavo prima, a parte quando sono agitata o arrabbiata che divento improvvisamente istintiva" ed in quel momento sorrise perché Giorgio ne sapeva qualcosa "sono una che rimugina tantissimo e che vorrebbe magari chiarire o discutere per capirsi, avere un dialogo, ma spesso la gente non vuole ascoltare, vuole fermarsi solo alle apparenze, a quello che è stato. Quello non è un rapporto di nessun tipo se ci basiamo su quello che vorremmo, potremmo, crediamo e non lo condividiamo con l'altro; quello è solo sognare che l'altra persona legga i nostri pensieri ma è quasi concretamente impossibile. Per quello, come dice la canzone, un qualcosa rimasto in sospeso dalle 7, ti fa ancora più male perché nonostante tutti i possibili impegni che avrai durante la giornata, tornerai con il pensiero a quell'attimo in cui non sei stata ascoltata."

"Le paure che sento qui dentro di me
Sono parole mai dette..."
Stop. "Mi fa paura il non aver detto qualcosa perché potrebbe essere che quella era l'ultima o l'unica occasione per poter compiere o meno qualcosa, per dimostrare a qualcuno cosa penso o quanto può essere importante per me."

"Tu, tu non mi hai voluto credere
Sono anni che ti aspetto
E ora non riesco a respirare più
Ora basta devi scegliere
Sono anni che ti aspetto..."


Testo: Fabrizio Moro - Sono anni che ti aspetto

Guerrero: still I riseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora