capitolo otto

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tornando a casa dalla mia corsa mattutina, il mio unico desiderio è quello di stare con i miei per un po'. tutti gli eventi che sono successi , mi hanno impedito di farlo.

entro in casa, ma sento che c'è qualcosa che non va. vado in salotto e la mamma e papà non ci sono, entro in cucina e non sono nemmeno li. quando sono uscita erano  entrambi in salotto. salgo le scale ed entro nella loro camera .

- mamma , pap...?- non riesco a finire che una visione orribile si presenta ai miei occhi. papà ..il mio papà, Alaric, è disteso sul letto con gli occhi chiusi e con i polsi appesi sulla testata del letto. ma la cosa che mi spaventa è il paletto che lo trafigge proprio al centro del petto. la scritta sopra di lui , sul muro mi gela. solo dopo noto la mamma che parla con lui. con il fantasma di mio padre. entrambi si girano giusto appena scoppio in lacrime. non sono pronta a vedere qualcuno a me caro, morire. 

-tesoro, vieni qui e non guardare.- mi dice mia madre dolcemente. mi avvicino a lei correndo quasi e la abbraccio. -non piangere Jes. non piangere. ora ci devi raccontare quell'incontro con tua nonna ,però.- mi dice papà. annuisco lentamente, con quella visione però , la mia voce non esce. come se fosse bloccata in un qualche punto del mio corpo. 

-andiamo fuori di qui.- ordina mia madre. lei sembra non aver fatto una piega, ma se la guardo bene, i suoi occhi sono gonfi, e quello è un sintomo di pianto lungo. tengo la testa bassa e quando arriviamo in salotto , mi tranquillizzo un po' e sospiro. 

-è stata lei?- mormoro con un filo di voce. 

-si, Jesminda.- risponde papà. una rabbia furente, cresce in me. lei deve pagare, deve capire quanto sta facendo soffrire tutti noi.  stringo i  pugni e cerco di non darlo a vedere, ma fallisco quando una lampadina del lampadario esplode. mia madre sorride e mi accarezza la mano chiusa. mi rilasso al suo tocco e poi comincio a parlare. 

- sono andata fuori per la mia corsa mattutina e lei mi appare di sfuggita , all'inizio non ci bado molto, e continuo a correre, ma dopo si mostra quasi materialmente , e cosi comincio a correre. mi fermo stanca e  lei inizia a parlarmi. 

flashback.

- non puoi scappare per sempre.-

sussulto e volto lo sguardo verso la fonte della voce

-scappare non è il termine giusto. sto solo cercando di farti capire che ti devi levare di torno.- sputo acida e metto l'mp3 nella felpa, girandomi poi totalmente verso di lei.

-tu mi odi. perchè?- mi chiede con voce pacata.

-non si può amare un nogitsune. e se questo nogitsune è uno della tua famiglia l'odio è l'unica soluzione.- spiego piatta.- cosa vuoi ancora' perchè ti ostini ad apparirmi?-

-perchè tu sei la parte buona di me. perchè posso apparire solo a te ora come ora. perchè sei mia nipote. e perchè le tue code saranno mie.- sibila sorridendo.

-tu non prenderai proprio niente.-

fine flashback.

i miei genitori si guardano preoccupati. li capisco.

-allora è a quello che si riferiscono le sue parole sul muro.- sospira mio padre. 

ripenso a quelle parole : 

tu, volpe, sarai mia. ad ogni giorno che passerà, una persona morirà. 

rabbrividisco e sospiro. 

-non avrà quelle code e nessun altro morirà. lei la pagherà cara, molto cara.- sibilo.

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