capitolo 19

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Tutto stava sfumando. il vago ricordo di un sogno appariva a sprazzi davanti ai miei occhi.
Mi guardo intorno e le solite pareti bianche dell'ospedale psichiatrico mi fanno male agli occhi.
"AnneMarie? La colazione."
Mi alzo ,cominciandomi ad arrabbiare.
Io non mi chiamo Anne Marie. Mi chiamo Jesminda.
L'operatore mi guarda , e stringo i denti.
"anne Marie? Alzati. Su."
"Io non mi chiamo cosi! Mi chiamo Jesminda! Voi lo sapete."
"Pensavo avessi passato questa fase, tu sei Anne Marie. Non..Jesinda"
"jesminda brutto idiota."
Lascio quel tipo nelle sue convinzioni e inizio a mangiare.
Punto di vista esterno.
"Dottore , la paziente n. 3890 crede ancora di essere quella persona."
Un uomo abbastanza giovane, sulla trentina , moro, si volta verso di lui:
"Allora cominceremo nuovamente la terapia."
Un ghigno si forma sul suo viso.
La paziente 3890 era una..tosta, come dicevano i teenager.
Da quando l'avevano internata a causa della sua ossessione per le vite vissute in sogni, poteva risultare pericolosa.
E cosi, il 17 agosto del 2029 i suoi genitori hanno chiamato quelli dell'ospedale psichiatrico.
Ma lei non se ne rendeva conto, in qualche modo.

Fine. Non farò altri racconti!

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