Ghost

capitolo 18

Una brutta sensazione cala nei miei pensieri, fino a farmi stare male.
E quella brutta sensazione si fa realtà dal momento in cui ho trovato casa mia bruciare, quasi fino al cuore.
Quella casa, piena di ricordi, di foto, di me.
Ora è scomparsa, solo per un piccolo gesto compiuto da quel mostro che si definisce mia nonna.
La mano di Elias mi tocca la spalla, ma continua a stringere, sempre piú forte e mi giro.
Ha il volto deformato dalla rabbia, e ora prende le fattezze di lei. Mi allontano di colpo e dentro mi esplode tutto. Una forza mai avuta , arde , e cosi finalmente riesco a contrattaccare , a difendermi dai suoi colpi.
Ma io riesco a colpirla. Forte. Con un sasso, alla testa.
Cade a terra svenuta, e con la forza della volpe, e quella di mia madre in me, le cavo il cuore dal petto.
Mi volto e riesco a vedere mia madre, mio padre ed Elias guardarmi stupefatti e sorridenti.
"Ce l'hai davvero fatta!?"
"Si papà..si."
E poi il buio si prende tutto ciò che ho intorno.
Non ho la cognizione del tempo, sembrano essere passati minuti, o ore , o giorni.
Ma quando il bianco totale dell'ospedale mi acceca capisco finalmente di essermi svegliata.
"Dove..?"
"Sei in sede..sei svenuta dopo aver ucciso lei."
Mi dice una voce dolce.
Ma questa voce dolce è femminile, cosi mi volto e vedo la mamma.
La mia mamma.
Le lacrime agli occhi , dei mugulii e poi le urla.
È stata ingiusta, vivo da sola, per colpa di quella stronza, ho Elias si.
Ma non ho piú loro.
Sentendo le urla, Elias rientra in camera preoccupato e mi tiene ferma, cercando anche di tranquillizzarmi, invano.
Ho troppo dolore represso dentro. Troppo.
L'unico modo per farlo smettere sarebbe solo uno, ma cosi io lascerei Elias. Non è giusto.
Mi tranquillizzo e lo guardo scusandomi piano.
"Combino sempre disastri. Sempre."
"Non importa..l'unica cosa importante è che tu sia sana e salva. E domani è il tuo compleanno"
Sottolinea sorridendo.
Annuisco pensierosa e accenno ad un sorriso alle sue parole.