alla fine si è svegliato. sono passati tre giorni e lui è ancora in infermeria e la Sede necessita di un capo temporaneo e lui ha proposto me.
non mi sento pronta per ricoprire questo incarico sebbene mio padre l'avesse fatto. io..io no.
mi alleno con i bersagli mobili prima di andare a fare visita ad Elias. un'ombra si avvicina dietro di me e punto la pistola verso di essa pronta a sparare.
é lui.
-avrei potuto ucciderti!- sbotto e poi lo guardo. - dovresti essere in infermeria. cosa diavolo ci fai qui?-
-volevo venirti a trovare e scusarmi di nuovo con te.-
-non riapriamo l'argomento. ripeto solo che non era fottutamente colpa tua, Elias. basta.- dico tirando su i pesi.
lui mi sorride e si avvicina.
-posso fare una cosa?-
annuisco confusa e lo guardo avvicinarsi a me e posare le sue labbra sulle mie.
frammenti della nostra serata al bar cubano mi ritornano in mente e ho l'impulso di staccarmi, ma non gli do ascolto. appena scioglie il bacio , ci guardiamo entrambi negli occhi e sorridiamo entrambi.
-volevo farlo come si deve dato che il nostro primo bacio è stato un po'.. spaventoso.- ridacchia e io rido con lui.
stasera sarebbe venuto da me per passare un po i tempo insieme. ho scoperto poco dopo il bacio che era stato dimesso.
appena se ne va, sento che qualcuno si schiarisce la gola.
-siete bellissimi.- dice una voce femminile
-Dio, Jane, proprio lui no.- dice una seconda voce maschile.
scoppio a ridere guardando i miei genitori.
-è poco che lo conosco, ma mi piace cosi tanto.- mormoro pensierosa.
-si, Jes. ad esempio.. lui si muove e tu ti muovi. ho visto come ti guarda e penso sarebbe capace di farti da scudo, davanti al male.- dice la mamma. mi guardo intorno e noto che papà non c'è.
sorrido imbarazzata alla mamma e le chiedo-è una cosa brutta?-
-no..è intensa.- mi dice sorridendo.
-ora vai a casa e metti in ordine. chiudi le stanze che tu sai. forza!- mi sprona ridendo.
corro a casa e faccio tutto quello che mi dice la mamma. mi metto i pantaloncini neri e una canotta bianca. appena metto le vans sento il campanello suonare.
corro di sotto e apro la porta e un sorriso compare sul mio volto da un orecchio all'altro.
-ehi- mi dice dolcemente.
-ehi- rispondo io imbarazzata. cosa diavolo mi succede?
lo faccio entrare e andiamo in salotto , sedendoci sul divano. - come stai Elias? meglio?- chiedo ancora più in imbarazzo. non so come muovermi, o parlare o .. che qualcuno mi aiuti.
-sto meglio Jes- mi dice lui ridendo e notando il rossore sul mio viso, cosa che lo incrementa.
-beh guardiamo un film?- dico unendo le mani pensierosa.
-si, va bene. scegli tu però.-
-non è una saggia scelta, grande capo.- lo avviso trattenendo un sorriso.- potrei scegliere Titanic e tu mi vedresti piangere già da quando la Rose anziana scende le sottomarino.-
-e io cosi potrei tenerti tra le mie braccia per consolarti.- mi dice guardandomi serio.
-andata per Titanic , allora.- mormoro sempre più rossa.
questa serata sarà la causa della mia morte.
come previsto appena Rose scende nel sottomarino le lacrime mi inumidiscono gli occhi e cerco di trattenermi.
ma comincio ad allagare casa mia appena i due si chiudono nell'auto per fare l'amore. lui mi cinge le spalle e mi tira a se. appoggio la testa sulla sua spalla e continuo a guardare più o meno tranquillamente.
scoppio in un pianto ininterrotto quando Jack muore. lui mi stronfina una mano sui capelli, accarezzandomeli e cosi mi calmo.
appena finisce il film lo guardo e ridacchio.
- hai visto la parte peggiore di me. quella piagnona.-
-è la parte migliore di te , Jes. sei sensibile. e vai benissimo cosi. sei perfetta cosi.-
ora mi sciolgo. sto rischiando un'overdose di dolcezza. ma mi piace cosi com'è.
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Ghost
Fantasy*seguito di Riders on the storm* Pazzia, kitsune,nogitsune,amore. Amore,kitsune,nogitsune,pazzia. Quale può essere la vera sequenza che caratterizza la mia vita? Mia nonna mi ha attaccata, e da li, non sarò mai la stessa. Mai piú. O forse..