capitolo undici

3 2 0
                                    

amo allenarmi. 

sono qui che mi alleno da circa due ore senza fermarmi, mi da una sensazione di forza. che nessuno possa sconfiggermi.  

-jesminda?-

mi giro ed Elias è sulla porta in tutta la sua bellezza. gli sorrido come cenno a continuare e lui viene avanti. 

-hai da fare questa sera? ho un programma abbastanza interessante.- mi dice guardandomi.

-no non ho niente da fare.. cosa hai pensato?- chiedo mettendo giù gli shuriken. 

-ha appena aperto un bar cubano dietro l'angolo. so che suonano buona musica e so che ti piace la musica.. quindi pensavo di farci un giro con te, che dici?- propone mettendosi le mani in tasca. sembra in imbarazzo. 

-certo che vengo. a che ora mi faccio trovare pronta?- 

-alle nove. vengo a prenderti a casa tua.- mi sorride soddisfatto e gli sorrido di rimando. 

appena noto che nessuno è nei dintorni comincio a saltellare contenta, ma sento un grugnito  e una risata. i miei genitori mi guardano contenti. 

-vuoi una mano su cosa metterti?- mi dice la mamma e io annuisco. 

corro a casa e comincio a preparare un bagno caldo. 

elias'pov

ce l'ho fatta. finalmente ce l'ho fatta. l'ho invitata ad uscire con me. 

ora mi sto mettendo la giacca beige che non indosso dal matrimonio di mia madre. sospiro e mi guardo allo specchio. cosi può andare, si. mi metto in macchina e mi avvio verso casa sua. 

jesminda's pov

ho messo un vestito rosso pieno di frange e in testa ho un basco, anch'esso rosso fuoco. i capelli sono rimasti sciolti , sono giusto un po' mossi. 

sento il clacson fuori e esco correndo. entro in macchina , guardo Elias estasiata. 

è semplicemente bellissimo.

-andiamo?- chiedo un po' tesa, lui annuisce alle mie parole e fa partire la macchina. tengo le mani in grembo ma le stringo. è il mio primo appuntamento in fin dei conti. arriviamo al bar e una musica cubana riempie l'aria. adoro questo ritmo, prende fin nelle viscere e ti fa  ballare. le parole della cantante risuonano fino all'entrata del locale e mi guardo intorno. sembra un bar semplice. ma lo adoro già. 

-vuoi ballare subito?- mi chiede lui guardando la mia mano picchiettare la mia gamba intanto che ci sediamo ad uno dei tavolini. 

-no, se non vuoi.. nessun problema.- alzo le spalle  e mi mordo il labbro inferiore in imbarazzo. noto che il suo sguardo non si sposta da me, cosi arrossisco ancora di più e abbasso gli occhi. 

-andiamo , dai. - mi dice tirandomi la mano e facendomi alzare dalla sedia. 

iniziamo a ballare una canzone lenta ma sempre latino americana. penso si chiami ''Havana''.  i nostri occhi rimangono attaccati per ogni mossa di ballo. le farfalle nello stomaco si fanno sentire sempre di più. appena la canzone finisce lui si avvicina e mi da un bacio casto sulle labbra, quasi come se avesse paura della mia reazione. cosi appoggio una mano dietro la sua nuca e mi avvicino di più  a lui. mi mordo il labbro appena ci stacchiamo e lui mi alza il viso con un dito sotto il mento. 

-grazie di essere venuta, Jes.- mormora sorridendo. ma quel sorriso mi spaventa. mi spaventa perchè dietro di lui noto mia nonna. mi allontano di colpo e comincio a correre, sono disarmata e non posso fare niente senza la mia katana, ma inciampo e cado a terra. tento di rialzarmi , ma qualcosa blocca la mia caviglia. mi giro e vedo il viso deformato di Elias. la sua mano mi stringe la gamba , tanto, troppo forte. 

-lascialo stare!- urlo per poi lanciare contro di lui una scarica elettrica , facendolo svenire. 

GhostDove le storie prendono vita. Scoprilo ora