Claudio e Mario
Claudio e Paolo arrivano all'ospedale Borgo Trento poco meno di un quarto d'ora dopo: l'infermiera del Pronto Soccorso ha disposizioni chiare e vengono spediti in fretta e furia al primo piano, nell'ala riservata alle sale di primo intervento e alle sale operatorie.
Claudio è fuori di sé e Paolo, sul quale l'amico ha rovesciato addosso tutta la sua rabbia durante il breve tragitto in auto, si sente come se il mondo intero gli fosse caduto addosso.
Arrivano al primo piano, la prima cosa che colpisce Claudio è il forte odore di disinfettante, lo fa starnutire, si guarda intorno, l'ambiente è freddo, ma fa anche freddo, si stringe tra le braccia come a volersi scaldare e cerca qualcuno a cui chiedere informazioni. Dal corridoio vede spuntare un'infermiera, gli viene incontro, sta cercando lui, il viso chiuso in un'espressione illeggibile: il cuore di Claudio perde un battito.
"Signor Sona?"
"Sì...sono io...", mio Dio che voce, ma ho parlato? Mi avrà sentito? Claudio ha il fiato corto.
"Si sente bene?", gli fa eco l'infermiera.
"Per quanto è possibile....mi dica per favore...", Claudio anela di sapere e i convenevoli sono del tutto fuori luogo.
"Il fratello del signor Serpa ha comunicato di averla delegata per le prime decisioni poiché lui non può essere qui nell'immediato. Per lei va bene?".
Claudio sente il peso di quelle parole, spalanca gli occhi: ti prego Dio dimmi che sta bene!
"Certo, certo, ma come sta...come sta Mario?", gli occhi umidi e la voce rotta stanno per prendere il sopravvento.
"Lo stanno operando, sarà una cosa lunga. Potete aspettare in quella sala. Appena l'intervento sarà terminato il chirurgo verrà a spiegarvi tutto.".
L'infermiera si volta e se ne va, quel ragazzo castano l'ha colpita, l'hanno colpita i suoi occhi verdi pieni di domande e di dolore. E' abituata a tutte quelle parole di circostanza, ma questa volta è diverso, non sa nemmeno spiegarsi il perché, è diverso e basta. E' diverso il dolore che ha visto negli occhi di quel giovane che sta trascinando i piedi nella sala d'aspetto proprio in quel preciso istante. Sente che dovrebbe tornare indietro, dire qualcosa, ma la sua professionalità glielo impedisce, continua a camminare, un passo dopo l'altro anche se vorrebbe correre a rassicurarlo.
Claudio e Paolo si siedono in quella stanza, Paolo è ammutolito, non riesce a parlare, si tiene la testa fra le mani; Claudio prega. Da quanto non lo faceva? Perché ogni volta che succede qualcosa di storto poi va sempre a finire che ti rivolgi a qualcuno che magari non calcoli da chissà quanto tempo, ma che in quel frangete ti sembra l'unico appiglio per restare vivo? Dio può fare più di te e parlare con lui, chiedere, fare promesse che forse non manterrai mai ti fa sentire che tutto può essere possibile! E' la natura umana, ti aggrappi a qualsiasi cosa ti possa dare una speranza e in quel momento l'unico che può dare una speranza a Claudio - o togliergliela completamente - è Dio.
Si stendono sulle poltrone Claudio e Paolo, bevono una quantità smisurata di caffè annacquati dal distributore delle bevande calde, si guardano, piangono, ma rimangono sempre un po' distanti. A un tratto nel corridoio un trambusto enorme, due medici e tre infermieri corrono verso l'entrata delle sale operatorie trascinando un macchinario a loro sconosciuto. Claudio si alza, è spaventato, vuole sapere, si avvicina alla porta, ma il trambusto è finito, il silenzio cala di nuovo nella sala d'aspetto.
***
"Dottore lo stiamo perdendo...".
"Pressione.".
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Clario: storia di un amore
FanficClaudio e Mario si conoscono a Verona e intrecciano una storia d'amore forte e complessa. Dalla realtà alla fantasia, ma con un unico obbiettivo : mantenere vivo l'amore che mi ha permesso di conoscerli.