Capitolo 2

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Non so come comportarmi. Non so cosa fare, nè cosa pensare. In realtà lo sto già facendo ma ricordare non mi fa bene di sicuro: devo darci un taglio. Chiudo gli occhi e per un secondo cerco di non pensare a dove mi trovo, ovvero un nuovo college che non sembra avere nulla di diverso rispetto a quello che frequentavo fino ad un anno fa.

So che eccetto per papà, devo farmi forza da sola, come ho sempre fatto. Decido di ripensare alle sue parole di ieri sera perché so che solo quello potrà farmi stare meglio adesso.

Il mio carattere e il mio ego. Cosa mi inventerò? Scriverò delle bugie o permetterò ai ricordi di venire a galla? Dopo l'anno scorso, odio dover scrivere di me e odio scrivere in generale perché ogni cosa, anche la più piccola, sembra legarsi al mio passato.

Basta Megan. Forza.

Devo smettere di pensare e Caroline anche. L capisco da come fissa il vuoto. "Che lezione hai dopo?"

Non mi risponde. Non credo mi abbia sentito.

"Caroline?"

Nulla.

Forse sembrerò scortese ma se non le tiro una pacca sulla spalla penso che potrebbe rimanere qui fino a domattina senza accorgersi che nel frattempo è passato un giorno intero. "Caroline!"

"Ahi! Mi hai fatto ma.." Sembra aver capito che la stavo chiamando da mezz'ora. Quando incontra il mio sguardo preoccupato, il suo fa per addolcirsi. "Scusa per il tono, non mi ero resa conto che mi stessi parlando."

"Non ti preoccupare, stai bene?" Conosco già la risposta.

"Sì, sì sto bene. Cosa mi stavi dicendo?"

So che in realtà non è così ma decido di lasciar perdere, odio quando qualcuno cerca di entrare nei miei pensieri ed è la stessa cosa che sto provando a fare con lei.

"Che lezione hai dopo?" Sarebbe una fortuna se dopo avessimo lo stesso corso, è l'unica persona che conosco qui e mi dispiacerebbe andare in giro come una dispersa in cerca dell'aula. Devo davvero studiarmi una piantina o qualcosa del genere, altrimenti sprecherò sempre troppo tempo, visto e considerato che sono al primo giorno e non so nemmeno da che parte sono i bagni.

"Umh, fammi controllare. Management! Tu?" Dalla sua voce capisco che la materia debba piacerle molto e questo mi rallegra dato che è la mia preferita. "Anche io! Andiamo insieme?"

"Certo, ti va se prima ci fermiamo a mangiare un boccone?"

Annuisco e ringrazio il cielo che mi abbia fatto questa proposta, in questo momento ho proprio bisogno di un litro di caffè.

Mentre valutiamo cosa fare, la campanella suona e il professore ci saluta. Per arrivare impieghiamo dieci minuti perché per raggiungere la caffetteria dobbiamo passare davanti ad alcune confraternite.

Noto un gruppo di ragazze che barcollano e si sorreggono ad un muretto. Mi viene da vomitare. Come fa la gente a trovarsi in queste condizioni quando è solo mezzogiorno? Caroline sembra notare la mia faccia inorridita e la vedo ridere. Riderei anch'io se non dovessi lottare ogni giorno con quel tipo di ricordi. "Non scandalizzarti se vedi gente già ubriaca: è venerdì e la maggior parte della gente non ha lezione."

Durante il tragitto mi presenta velocemente qualche sua amica e mi stupisco di vedere che siano persone normali e carine e non biondine insignificanti come scommetto sia la maggior parte delle ragazze qua dentro.

Non appena entriamo nella caffetteria decidiamo di prendere un tavolo e ci sediamo. La sala è enorme e in fondo vedo un bancone pieno di cibo dove la gente si serve. Noto che non è troppo affollata e ripenso a quello che mi ha detto Caroline poco fa venendo in qua. Evidentemente la gente ha di meglio da fare.

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