Miralem Pjanić (Juventus)

870 17 0
                                    

-Edin, fai piano- richiamai il piccolo che scorrazzava nell'area vip dello Juventus Stadium -Quando arriva papà?- mi chiese con i suoi occhi chiari vispi ed attenti -Si staranno preparando, mancano ancora venti minuti al fischio d'inizio- risposi controllando l'ora.

Edin annuì, mettendosi seduto accanto a me. Ogni tanto mi guardava e sorrideva. Era un bambino dolcissimo, molto educato ed ubbidiente. -Vuoi qualcosa?- gli chiesi dopo un po' di silenzio -Potrei avere un po' d'acqua?- rispose mostrando i dentini -Certo, aspettami qui, d'accordo?- lui annuì ed io mi incamminai verso il bar, dove presi due bottigliette d'acqua ed un pacco di patatine.

Una volta tornata al mio posto, passai una delle bottiglie al piccolo che bevve un sorso. -Grazie- disse -Figurati- sorrisi sistemandogli la magliettina con il numero 5 ed il suo nome stampato.

La partita iniziò ed Edin partì con il suo commento ad ogni passaggio. Era carino sentirlo, perché mischiava un po' di italiano ed un po' di francese.

-Ma tu vuoi bene al mio papà?- mi chiese durante l'intervallo -Beh, si... è il mio migliore amico- risposi un po' in imbarazzo. Non era semplice badare ad un bambino non tuo ed inoltre così furbo e pettegolo. -Mamma dice che papà ti vuole tantissimo bene- continuò il piccolo -Davvero?- chiesi un po' sorpresa.

Non ero mai andata molto a genio a Josepha, dato che io e Miralem eravamo praticamente cresciuti insieme ed eravamo migliori amici dalle elementari, più o meno. -Sì! E poi ha detto anche che preferisce te a qualsiasi altra amica di papà- sorrise socchiudendo i suoi pozzi chiari, ereditati da Miralem.

-Beh, ringraziala da parte mia- sorrisi un po' impacciata, non avrei mai immaginato che Josepha pensasse questo di me.

La partita ricominciò, con il possesso del pallone dei bianconeri. Edin seguiva ogni azione con estrema attenzione, aveva la stessa espressione di Miralem quando era concentrato.

Mancavano pochi minuti alla fine del match. Dopo un fallo su Alex Sandro, l'arbitro concesse un calcio di punizione da buona posizione alla Juve.

-Lo tirerà papà e segnerà- sentenziò il piccolo Pjanić con un sorriso -Speriamo- commentai accarezzandogli i capelli biondi.

L'arbitro fischiò, Miralem prese la rincorsa e calciò all'incrocio dei pali, segnando la rete della vittoria.

Lo stadio esplose, mentre lo speaker urlava il nome del mio migliore amico. Edin sorrideva soddisfatto ed orgoglioso del padre, si mise all'impiedi sul suo posto dicendo a tutti -Quello è il mio papà- causando sorrisi a tutti gli altri ospiti della zona VIP.

-Dai, siediti ora- scossi la testa facendolo risedere composto -Quando finisce andiamo sotto?- mi chiese -Edin, lo sai che papà ci mette sempre due ore prima di uscire- gli ricordai sorridendo -Allora perché a casa è veloce a fare la doccia?- corrucciò la fronte -Glielo chiederai quando uscirà- gli sorrisi e lui annuì energicamente.

Dopo aver aspettato un'ora, Miralem uscì dagli spogliatoi pulito e profumato.

Edin gli saltò subito addosso, facendosi prendere in braccio.

-Sei stato grande, baba- disse il piccolo -Piaciuta la partita?- gli chiese il padre -Tantissimo! Anche ad Izabel è piaciuta- rispose quel piccolo diavoletto indicandomi.

Miralem si avvicinò a quel punto -Grazie per aver tenuto Edin, Josepha è dovuta rimanere da sua nonna, sta molto male- mi spiegò un po' dispiaciuto per la nonna della sua ex compagna -Non è nulla di che, poi Edin è un bambino davvero tranquillo... tranne quando si tratta di te, lì impazzisce proprio- risi mentre scompigliavo i capelli al piccolo.

Tornammo verso casa, il tragitto dallo stadio fino alla villetta del numero cinque passò con Edin che non smetteva di elogiare la squadra e, soprattutto, il padre.

Una volta arrivati, Miralem poggiò il borsone nella lavanderia, mentre io portai Edin di sopra per aiutarlo a mettersi il pigiama.

-Iza, posso farti una domanda?- mi chiese stropicciandosi gli occhietti chiari, ereditati dal padre -Dimmi piccolo ultras- sorrisi mentre lo aiutavo a mettersi a letto -Vuoi essere la mia seconda mamma?- sorrise nel modo più convincente possibile, con l'intento di farmi cedere.

Tale padre, tale figlio del resto, no?

-Ne sei convinto?- gli chiesi un po' titubante, il piccolo Pjanić annuì con un sorrisone, che non riuscì a non ricambiare -D'accordo allora, se ti fa piacere sarò la tua seconda mamma- mi saltò addosso per abbracciarmi ed io lo strinsi a me.

-Ora però dobbiamo andare a letto, è tardissimo- lo avvisai, così lui tornò sotto le coperte, mentre Miralem entrava nella stanza.

-Buonanotte papà- disse mentre il mio migliore amico gli baciava la guancia paffuta -Buonanotte campione- gli sorrise -Buonanotte mamma- disse poi guardandomi.

Mi colse alla sprovvista, non mi aspettavo che la prendesse così sul serio.

-Buonanotte pulce- sorrisi per poi rimboccargli le coperte e baciargli l'altra guancia.

Una volta usciti dalla stanza, mi incamminai verso la mia.

-Quindi te l'ha chiesto- -Lo sapevi?- ero leggermente stupita e confusa -Me l'aveva detto Josepha, Edin le aveva chiesto se poteva chiedertelo- confessò -Josepha lo sapeva?- spalancai gli occhi -È stata la prima a dirgli di chiedertelo, in realtà-.

Con quella semplice frase, le mie certezze erano state travolte.

-Perché?- chiesi con un filo di voce, sempre più confusa -Perché vede come Edin si comporta con te, come tu ti comporti con lui, come nonostante tutto tu non ti sia mai messa in mezzo fra me e lei, ma soprattutto fra lei ed Edin- iniziò, per poi fare una pausa -Josepha è sempre stata gelosa di te, del tuo modo di farmi tranquillizzare quando sono molto nervoso o arrabbiato, delle tue piccole attenzioni... cercava di imitarti, perché credeva che solo superandoti mi sarei potuto innamorare perdutamente di lei, ma... alla fine questa sua pensata ha portato a tutto il contrario- spiegò.

-Non le sono mai stata molto simpatica- ironizzai per spezzare un po' quella tensione anormale fra di noi -Direi di no, però vedendoti con Edin si è ricreduta, perché ha capito che tu saresti sempre rimasta al tuo posto, che non avevi bisogno di occupare il posto di qualcun altro nella vita di suo figlio. Sapevi già da te, che lui una mamma già ce l'aveva- sorrise piano -Non sono neanche poi così tagliata per fare la madre, io- commentai sincera, facendolo scoppiare a ridere.

-Che ho detto ora di così divertente?- lo guardai male -Saresti una mamma perfetta, già lo sei con Edin, che non è neanche tuo figlio- tornó serio, mentre io alzai le spalle.

-Dovresti andare a dormire, sarai molto stanco- gli dissi mentre mi appoggiavo allo stipite della porta della mia camera -Dovrei, però prima ci sono altre due cose che devo fare assolutamente- rispose -Questione di vita o di morte- lo presi in giro -Decisamente, signorina- ammiccò avvicinandosi a me.

Lo abbracciai, come facevo spesso.

Miralem ne approfittò e mi sollevò -Ehi, mettimi giù- lo misi in guardia -Lo farò, ma fra due minuti- rispose mentre camminava verso la sua stanza.

Mi assalì il panico. Che stava succedendo?

Poco dopo mi ritrovai sdraiata sul suo letto, con lui posto sopra di me a farmi il solletico.

-Dai Mire, tuo figlio sembra più grande di te- mi lamentai, data la mia scarsa sopportazione al solletico -Sei molto bella- sorrise dandomi tregua -Uno spettacolo davvero, tutta rossa per le risate- ironizzai cercando di dare un contegno ai miei capelli scuri -Non sto scherzando Iza- divenne sempre più serio -Che c'è Mire?- gli chiesi accarezzandogli la guancia ispida.

Non disse nulla, sentì solo le sue labbra sulle mie a baciarmi con sempre più passione, le sue mani sui miei fianchi a tenermi stretta a lui e le mie fra i suoi capelli.

E mille fuochi d'artificio nello stomaco.

Immagina || Football EditionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora