*Due giorni dopo*
«No, dico, ma con quale parte del cervello hai creduto che potesse andare a buon fine?» la guardai così male, che riprese subito a ridere come una pazza, mentre io tornavo a rivolgere lo sguardo al portone di casa.
«Mamma mi ucciderà» piagnucolai, rimanendo comunque ferma lì.
«Credo che se ti sbrighi riesci a pulire in tempo» tornò leggermente più seria, avvicinandosi alla scena del delitto per analizzare meglio «E' solo schiuma da barba e carta igenica» annunciò, aprendo il portone per entrare e prendere qualcosa con cui pulire.
Non era tanto ciò con cui aveva sporcato, ma ciò che aveva scritto che mi feriva grandemente. Era la prima volta che venivo definita "puttana", solo che non mi sentivo menefreghista come le ragazze nei film americani, mi sentivo offesa, demoralizzata e già stanca di quella battaglia, che con il mio atteggiamento avevo già perso in partenza, già dal fatto che appena avevo visto quel disastro mi ero immobilizzata.
Raggiunsi Karen prendendo i guanti per non sporcarmi troppo e darmi da fare, eliminando al più presto ogni minima traccia di ciò che c'era scritto.
«Forse conviene che ne parli con Harry» mi propose, gettando nel secchio della cucina i guanti.
«E che cosa cambierebbe?» le diedi le spalle, levando il cappotto per appenderlo all'entrata.
«E' lui che ti ha messo in questo disastro, anche se in parte, è comunque un suo compito proteggerti da una pazza furiosa» mi seguì entrando in camera con me.
«Non gliene voglio parlare oggi» obbiettai.
«Va bene, ma questa è solo la prima parte della vendetta, lo sai vero?» alzò un sopracciglio, affiancandomi non appena aprii le ante dell'armadio «Mi ricordo che quando scoprii che il mio ex mi aveva lasciata perché aveva un'altra, le bucai entrambe le ruote della biciletta rubandole anche il campanellino» rise fra sé.
«Avevi quindici anni» roteai gli occhi al cielo, tirando fuori un paio di pantaloni che prontamente mi rimise dentro l'armadio dandomi un'occhiataccia, per poi scansarmi e cercare al mio posto «Non voglio ritrovarmi con le ruote a terra» mi lagnai.
«Purtroppo non puoi fare nulla, dovrai solo patire» sospirò fintamente.
«Quanto tempo ci hai messo a smaltire la rabbia?» mi andai a sedere ai piedi del letto.
«Mah...Forse un mese» tirò fuori un vestitino, mettendoselo addosso per guardarlo meglio, facendo una smorfia non appena si rese conto che non era poi così carino.
«Un mese?!» sbottai incredula e spaventata.
«Ma non lo so, Ellen! E poi Hailey è adulta, non ha quindici anni, stai tranquilla che non succede nulla» sbuffò, lanciandomi addosso un vestito bordeaux a maniche lunghe in velluto.
«Le ultime parole famose» borbottai più sconfortata che mai.
«Ascolta, quello che ti ha scritto sulla porta di casa non è carino, ma tu non hai fatto nulla di male» si piegò cercando delle calze nei cassettini nell'armadio, lanciandomele non appena le trovò.
«Sono stata con il suo ragazzo, Karen»
«Te ne sei innamorata, non hai fatto nulla di male» mi guardò per qualche istante, ribadendo il concetto, prima di tornare alla ricerca delle scarpe, uscendo dalla mia stanza per andare in quella che era stata la sua cameretta, tornando poco dopo con in mano una scatola di scarpe che posò al mio fianco «L'ha lasciata per stare con te. Quello che non sopporta Hailey è il fatto di non essere riuscita a rubargli il cuore. Tu sei solo stata te stessa ed hai vinto» si strinse nelle spalle.
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L-o-v-e || Harry Styles
FanfictionSequel of "S-e-x" «E' l'ultima volta» mormorai, raccogliendo a terra gli slip. «Mi passi i boxer?» mi chiese ancora sdraiato sul letto nudo, con le gambe spalancate e tutto rilassato. Li raccolsi da terra tirandoglieli subito dopo, facendolo ridere...