Epilogo

3.2K 76 14
                                        

*Un anno dopo*

Ma chi me lo aveva fatto fare?

Continuavo a chiedermelo da quando eravamo usciti di casa, che il sole non era nemmeno sorto.

"Dai, ti farà bene!" diceva.

Era più avanti di me di qualche metro, forse molto più di "qualche", ed io gli ero dietro che arrancavo come se avessi avuto i polmoni di una novantenne.

«Aspetta!» mi fermai, sentendo di non avere più fiato, poggiando le mani sulle ginocchia, recuperando un minimo di aria e farla finire nei polmoni smettendo di ansimare come un'ossessa.

Lo vidi girarsi di colpo, correndomi incontro, poggiando una mano sulla schiena affacciandosi per vedermi in viso, costringendomi a rialzarmi.

«Non capisco perché mi odi così tanto» borbottai, andandomi a sedere su una panchina lì nel parco.

«Non abbiamo fatto nemmeno sei chilometri» mi venne dietro, rimanendo in piedi.

«E tu pensi che siano pochi?! Ma chi sei te?!» lo guardai male.

«Dai, che fra poco ho un colloquio» mi tese la mano.

«No, vai te» la rifiutai dandogli un colpo con la mano «Io prenderò un taxi»

«Scherzi?! Niente taxi, non hai nemmeno i soldi dietro!» m'incitò ancora una volta.

«Non ce la faccio a correre ancora»

«Va bene, vuol dire che cammineremo» si arrese, tendendomi nuovamente la mano che questa volta accettai, ritrovandomi fra le sue braccia a camminare fra i maestosi alberi di Hyde Park.

«Sei agitato?» intrecciai le mie dita con le sue.

«Un pò» guardò dritto a sé.

«Andrà bene» lo incitai, baciandogli il collo scoperto e per nulla sudato, a differenza mia che grondavo di liquidi corporei.

«Quando stacchi oggi?» mi avvolse un braccio sulle spalle, avvicinandomi di più.

«Alle cinque dovrei aver finito, sperando che a Karen non venga la grande idea di trattenermi contro la mia volontà»

«Allora alle sei passo da te e partiamo» decretò, cercando però conferma.

«Sì, giusto il tempo di prepararmi» asserii «Ma se ti prendono a lavorare come farai?» lo guardai leggermente titubante.

«Non credo mi prendano, al test dello scorso mese sono l'unico che ha preso un punteggio basso, perciò ho l'un percento di probabilità che mi prendano»

«Sono le ultime parole famose?» sghignazzai.

«No, ne sono certo» sorrise di sbieco.

Camminammo fino a casa, salendo le scale, ritrovando Karen a fare colazione, sconvolta nel vedermi in tuta e leggermente sudata anche a causa della temperatura.

«Non dirmi che l'hai convinta» gli disse, smettendo di mangiare.

«Ha resistito fino a cinque chilometri, dopo di che ce la siamo fatta a piedi» mi sorpassò, andando in bagno prima di me.

«Potevi anche chiedermi se volevo andare prima io, eh!» gli urlai dietro.

«Ti amo!» esclamò prima di chiudere la porta ormai con la maglietta volata nel cesto dei panni sporchi.

«Avete tutto pronto?» mi girai verso di lei, intenta a masticare delle frutta fresca.

«Sì, ricordati che alle cinque stacco e non voglio sentire lamentele» l'anticipai, conoscendola fin troppo bene «Non possiamo assolutamente mancare il volo» specificai.

L-o-v-e || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora