Say it

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«Provaci almeno!» insistette, mentre io me ne stavo davanti a lui in silenzio, inebetita come non mai «Io ti amo, Ellen» continuò.

«Non ci riesco!» mi portai le mani al viso, lasciandomi andare all'indietro, scontrandomi con il materasso e i cuscini «Mi viene un groppo in gola e non riesco a parlare» continuai, lasciando le gambe incrociate.

«Devi lasciarti andare, dirlo quando senti che lo vuoi dire e solitamente quando uno ti dice che ti ama tu gli rispondi, ma evidentemente non funziona tanto bene questo approccio con te» pensò ad alta voce, rimanendo seduto davanti a me, al centro del letto, in boxer e maglietta maniche lunghe.

«Tu dici?» domandai sarcastica, guardandolo finalmente, esattamente quando mi tese la mano per aiutarmi a rimettermi seduta e parlare civilmente, così accettai l'aiuto «E' quasi un mese che ci stai provando»

«In realtà sono due mesi» mi corresse, ma lo guardai male, così sospirò dandosi un contegno con le parole e gli atteggiamenti «Alcune volte stavi per dirmelo o non hai mai sentito il bisogno o l'impulso?» mi guardò leggermente apprensivo e preoccupato.

«Sì, alcune volte sì, ma eravamo quasi sempre nudi e dirlo in quei momenti mi sembrava da stupidi»

«Perché?!» alzò di nuovo la voce.

«Perché pensavo che non lo avresti avvertito vero a differenza di un "ti amo" detto mentre ce ne stiamo al lume di candela» gesticolai.

«Ah! Hai detto "ti amo"!» mi additò, con occhi enormi e stralunati.

«Non è la stessa cosa, Harry! Lo so dire "ti amo", ma se ci devo mettere tutto il sentimento no» lo guardai di nuovo male.

«Io capisco che con tua madre è più difficile, per ovvi motivi, insomma, nemmeno io riesco a dirle esplicitamente che le voglio bene, magari glielo faccio capire, ma nient'altro. Però con me è diverso, Ellen, abbiamo una relazione diversa, cerca di sforzarti e lasciati andare, non pensare, te ne prego» mi supplicò, posando le mani sulle ginocchia coperte dal pigiama pesante, intanto che io riflettevo sul suo "sforzati" e il "lasciati andare", evitando di fargli notare l'errore.

«Okay...Ehm...La prossima volta che mi viene da dirlo te lo dirò» sospirai.

«In qualsiasi occasione, non importa dove, basta che me lo dici, poi diventerai più sciolta»

«Va bene» borbottai.

Lo vidi storcere gli occhi, questa volta cadendo lui sul materasso, sbuffando fuori tutta l'aria che aveva nei polmoni.

«Avrei dovuto fare lo psicologo» disse esasperato.

«Sei sempre in tempo. Finisci quest'anno e poi ti prendi una seconda laurea in psicologia» alzai le spalle.

«Sono distrutto» sbadigliò intanto che si stropicciava entrambi gli occhi, mentre il ciuffo sul davanti leggermente più lungo gli rimaneva dritto.

«Immagino» mi stesi a pancia sotto al suo fianco «Per questo esame non ti ho visto per una settimana intera» ridemmo insieme.

«L'unica soddisfazione è che mi ha dato la lode» girò il viso verso di me, guardandomi «Tu quando hai il prossimo esame?»

«Fra qualche giorno» risposi tranquillamente.

«Sei così calma» disse sconvolto «Solitamente saresti rimasta a casa giorni e adesso saresti stata in un angolo da sola a ripassare»

«Mi sento tranquilla» continuai, avvicinandomi a lui per dargli un bacio «E' il mio ultimo anno, voglio prendermela con comodo e tranquillità» tornai al mio posto, poggiando il mento sul palmo della mano.

L-o-v-e || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora