Julie

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*Una settimana dopo*

«Ma che cazzo!?» sbottai, sconvolta.

«Oh, ciao Ellen» mi salutò con un gesto della mano e con una disinvoltura che proprio non capivo.

«Ciao, amore» mi cinse la vita, scoccandomi un bacio sulla tempia, mentre io me ne stavo lì ferma immobile.

«Che ci fai qui?» mi risvegliai da quell'intorpidimento.

«Volevo farti compagnia a pranzo, ma poi ho incontrato Darren» mi rivolse un sorriso tirato, guardandomi con quegli occhi che ad un occhio poco allenato sarebbero potuti apparire contenti e felici, ma a me sembravano solo chiedere spiegazioni e sinceramente le volevo anche io delle spiegazioni.

«Ma davvero?» domandai, voltandomi verso l'altro, sempre con lo zaino su una spalla e l'aria di dover sempre correre altrove.

«E' molto simpatico!» esclamò, dando il pugno a quello che ancora mi teneva stretta a sé.

«Sì, lo so» mormorai.

«Vuoi venire con noi a pranzo, Darren?» gli chiese Harry, con un tono così finto che probabilmente se ne accorsero anche i muri.

«No, ragazzi, mi spiace, ma devo assolutamente tornare a studiare» grazie al cielo rifiutò, salutandoci ben presto per uscire e raggiungere la biblioteca nell'altro edificio.

«Non mi avevi detto che Darren era un dio greco» si girò verso di me, continuando a tenere quel sorriso finto.

«Era importante? E poi a me sembra un normale ragazzo» scivolai via dalla sua presa, camminando verso la mensa.

«Normale non è proprio il termine che avrei usato per descriverlo» borbottò dietro di me, mentre cercava di tenere il passo.

«Posso sapere il vero motivo per cui sei qui?» aprii la porta, prendendo il vassoio.

«Te l'ho detto, volevo vederti» mi seguì verso il banco frigo.

«Ah, certo. Sputa il rospo, scemo» lo guardai di sbieco, dal momento che Karen era fuori casa per tutta quella settimana lui sarebbe stato con me, ed era alquanto stupido credere che volesse vedermi dato che ci saremmo visti per giorni interi fino allo sfinimento. O meglio, fino a che il lunedì prossimo non sarebbe partito per Valencia.

«Dovevo parlare con un professore»

Presi la solita insalata e un panino per lui, andando a pagare per poi proseguire fino ad un tavolo mezzo libero e mangiare uno difronte all'altro.

«Di cosa?» grazie al cielo quel giorno l'insalata era fresca e il panino abbastanza decente, evidentemente avevano ricevuto lamentele.

«Per l'Erasmus, gli servivano alcuni documenti per cose burocratiche» scosse le spalle, dando il primo morso.

«Mh...C'era anche Hailey?» domandai abbassando lo sguardo.

«Non dici sempre che non ne vuoi parlare?» chiese sarcastico.

«E' un sì, giusto?» lo guardai senza dargli retta.

«E' un no e dovresti smetterla di chiedermelo sempre, se c'è te lo dico io» concluse senza sentire repliche.

«Che voleva il professore?» domandai continuando a mangiare.

«Era una piccola riunione su dove andremmo, in quale Università e altre cose pallose» sospirò «Hai lavorato su ciò che ti avevo detto?» alzò lo sguardo, lasciando l'ultimo pezzo del panino sul mio vassoio.

L-o-v-e || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora