La mattina dopo Casato si svegliò e passeggiò per il campo, assieme al suo fidato caporale, Luigi, detto "Raüm".
I soldati avevano aperto il portone, come facevano ogni giorno, e si stabilirono anche nei pressi del forte, a pochissimi passi dalle mura.
Le giornate passarono tranquille.Casato uscì per una nuova spedizione di ricognizione, assieme al caporale e a 20 uomini, in formazioni serrate a tre file. Verso il ritorno, il suo fidato caporale gli si avvicinò, con i soldati lì vicino che ascoltarono.
"Comandante, perché volete rimanere in questo forte?"
Casato tentennò: "Perché? Perché sono un comandante, ovviamente."
Il gruppo entrò nel portone, e i soldati si avvicinarono festanti per elogiare Casato.
"Viva il comandante! Viva!"
Casato, sorridendo, disse: "Vedete? Perché questo è il mio posto, la mia casa. I miei uomini sono tutto ciò che ho bisogno."
Il caporale sorrise: "Signore, si tenga stretto questi uomini, sono più fedeli di una schiava."
Casato, con tono amichevole, rispose: "Lo farò, caporale."Si fece sera, e i soldati decisero di passare la serata a suon di giochi, cibo da campo, balli, canti e sbronze. Si sentivano i soldati cantare, sbizzarrirsi, parlare e scambiarsi battute accanto al fuoco, mentre Casato e il caporale Raüm discutevano su ciò che aveva ucciso Lindo (gemello del medico di Milano), un fidatissimo e taciturno aiutante, ottimo per le esplorazioni.
Attorno al tavolo, bevettero anche un po' del vino rimasto, non come festeggiamento ovviamente; la maggior parte delle bottiglie di vino le dettero ai soldati.Le vedette erano poche, ed alcune addirittura dormivano.
Una di esse, Michele, stava facendo la guardia sopra al muro che si rivolgeva al bosco, armato di binocolo con visore notturno e fucile semi-automatico con mirino metallico circolare. Accanto a lui c'era Giovanni, che seduto contro il muro, e con il fucile nelle mani, dormiva russando, senza prestare la minima preoccupazione al suo incarico.
Michele, dopo varie sortire e controlli, mentre scrutava il bosco, notò una lucina che si accendeva e poi si spegneva, continuamente.
Michele, incuriosito, si infilò il binocolo nel marsupio e diede un calcio al suo collega russante.
"Alzati, Giovanni, vado a controllare, tu piglia il mio posto."
Giovanni accettò, con voce pigra e addormentata.
Michele scese quindi le scale e uscì dal portone aperto, dove gli uomini lo fermarono.
"Dove vai, Michele?"
Michele rispose: "Semplice perlustrazione".
I soldati lo lasciarono andare.Così, Michele si intrufolò nel bosco, accese la torcia, e col fucile stretto nelle braccia, fece un rapido controllo. Non notò niente, e si convinse che fosse solo un abbaglio.
Mentre era in procinto di allontanarsi, però, una figura si gettò su di lui, lo disarmò, e lo scaraventò contro un albero, stringendolo per la gola.
"Pensate di essere al sicuro, fasci bastardi? Finirete tutti all'inferno, bastardi maledetti."
L'uomo, con rabbia sempre più accecante, strinse ancora di più la gola del povero ragazzo, e continuò.
"Voi non sarete al sicuro, non da noi. Preparatevi alla fine."
L'uomo prese un coltello e lo ficcò nel basso ventre del poveraccio, ferendolo, ma non uccidendolo.
Egli scappò, lasciando Michele agonizzante.
Il ragazzo però era un tipo molto tosto, e cominciò a rialzarsi, e a dirigersi verso il forte, stringendosi il ventre, cadendo e rialzandosi continuamente. Riuscì ad uscire dal bosco e ad attraversare la prateria, avvicinandosi ai soldati.
I commilitoni lo videro tentennante, per poi notare la ferita e allarmarsi.
Ma prima, Michele cadde a terra, svenuto. Solo allora capirono che era stato ferito, e si gettarono a soccorrerlo, diffondendo l'allarme e mettendosi in posizione di difesa.
Lo trasportarono nella clinica, mentre Casato si alzò di soprassalto, avvertito da un suo sottoposto."Che succede?" "Signore, hanno aggredito Michele nel bosco, è ferito."Casato si precipitò dal medico.
Quando Michele, una volta medicato, trovò le forze di svegliarsi e parlare, Casato si sedette vicino al ferito, e gli chiese di raccontargli tutto.
Michele, con le poche forze che aveva, conscio dell'importanza di quelle informazioni, spiegò la faccenda, mentre i soldati origliavano fuori dalla porta, tenendo bassi i berretti.
Una volta finito il racconto, Michele si accasciò nel letto: era meglio lasciarlo riposare.
Casato uscì dalla stanza, affondò le mani nelle tasche del suo cappotto grigio, e disse ai suoi uomini: "Si riprenderà."
Poi sospirò: "È ufficiale: Pietro attaccherà. Dovremmo prepararci. Basta con le festicciole, uomini. Tutti a riposo, eccetto i soldati di guardia, a cui si aggiungeranno altre 29 vedette. Non attaccheranno prima di mezzogiorno, domani. Dovremo già essere pronti e riposati."
Gli uomini si sbrigarono ad eseguire gli ordini, e si ritirarono nelle posizioni e nelle tende.
Raüm suggerì al comandante di riposarsi, ed egli accettò il suggerimento."Dunque, Pietro, la mia sconfitta nel bosco di Malafede non ti è bastata; vuoi la mia rovina. Mi sconfiggerai solo quando sarò morto, comunque, ed io non muoio facilmente, sappilo...
E guerra sia."
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Il Quartetto Hentaiolo
Pertualangannel mondo di Google Plusia,i vari regnanti iniziano a cercare di avere il controllo su un materiale propibito quanto abito: gli hentai. Pietro, governatore della Rupubblica Italiana Lolicon, decide di abbandonare il suo ruolo per andare a combat...