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Dopo quattro mandate, Jimin riuscì ad aprire la porta del proprio appartamento. La spalancò e la richiuse subito dopo, facendola sbattere violentemente e sperando che i vicini non avessero sentito. Sospirò ancora, cercando di togliersi di dosso il corpo di Jungkook che cercava di baciarlo.

- Jungkook, andiamo a dormire, su. - Cercò di calmarlo, passando le mani tra le ciocche di quei capelli che, esattamente come si era immaginato, erano morbidi come il pelo di un cucciolo. Eppure, siccome il minore era più alto e forte di lui, era come lottare con un alano: quasi impossibile, per uno come Jimin. Lasciò che Jungkook lo spingesse contro il muro, arrendendosi al pensiero che il giorno successivo nessuno dei due avrebbe ricordato niente. O almeno non Jungkook.

Senza opporre troppa resistenza, solo quella che bastava affinché il minore non prendesse il totale sopravvento, Jimin si lasciò baciare ancora una volta. Faceva scorrere la lingua di Jungkook contro la propria, le loro labbra si toccavano staccandosi raramente e il maggiore, che iniziava ad essere inebriato da quelle sensazioni e che cominciava a patire gli effetti dell'alcol ingerito pochi minuti prima, portò le mani sui fianchi dell'altro ragazzo. I loro corpi, sempre più vicini anche se questo non rientrava nei piani di Jimin, si attraevano come due calamite e continuavano a cercare contatto tra loro.

Jimin sentì Jungkook mugugnare quando posò la testa contro il collo del maggiore, probabilmente a causa del male. Con delicatezza, Jimin si staccò dal muro su cui era premuto e barcollò verso la stanza degli ospiti; un po' per l'alcol e un po' per la situazione di prima, anche il maggiore cominciava a non capire più niente. L'unico pensiero che aveva in mente era di far addormentare Jungkook prima che fosse troppo tardi.

- Da bravo, adesso dormi. - Jimin riuscì a dire nonostante la confusione sempre maggiore nella sua testa. Era come se un picchio gli stesse beccando il cervello ripetutamente, sempre più forte e sempre più velocemente. Non ci badò e, dopo aver aiutato Jungkook a stendersi sul grande letto a due piazze, gli passò un'ultima volta la mano tra i capelli.

Non poteva negare che quella serata era stata divertente. Aveva conosciuto Taehyung o, meglio, lo aveva reincontrato, perché andava al liceo insieme a lui. Constatò fosse una persona davvero simpatica e non gli sarebbe dispiaciuto esser suo amico. Inoltre, aveva parlato anche con il resto del gruppetto di amici di Jungkook e si erano scambiati i numeri, promettendosi di scriversi non appena ne avessero avuto il tempo. Subito dopo, Jimin era stato costretto ad andarsene perché Jungkook continuava a chiamarlo e lui, che si sentiva responsabile in quanto più grande, doveva portarlo a casa. Solo che la casa era la sua.

- Non sono un cane, hyung. -  Jimin tornò nel mondo reale, quello fuori dai propri pensieri, quando sentì Jungkook parlare. Il minore aveva gli occhi semi chiusi e le guance colorate di rosa, nonché le mani strette contro la camicia nera che stava indossando il maggiore. - Però posso farti vedere come sono bravo a leccare~ - Jungkook disse e Jimin, spalancando gli occhi dalla sorpresa, fu immediatamente tirato giù e posato contro il materasso con il suo amico tra le gambe.

Anche se tentava di fermarlo, Jungkook era troppo muscoloso e lo teneva buono. Jimin non sapeva più che fare: fare sesso gli mancava, sì, come gli mancava qualcuno che lo prendeva in bocca o, comunque, lo facesse stare bene. Tuttavia conosceva il minore da un giorno solo e, onestamente, neanche un rapporto occasionale l'avrebbe fatto sentire a proprio agio. Eppure il suo cervello, che mano a mano funzionava sempre meno, era quasi favorevole a ciò che Jungkook stava facendo. Sentì la propria zip dei jeans stretti venire abbassata ed il bottone venire tolto, mentre il minore si abbassava sempre si più...

Sempre di più...

Poi, lo sentì ridere. Tentò di mettere a fuoco ciò che stava succedendo, ovvero una scena in cui il minore aveva un sorriso stampato in faccia e si stava rialzando, togliendo la faccia dalle gambe di Jimin. Anzi, il maggiore lo vide poggiarla sul cuscino accanto al proprio. Percepì il proprio corpo venire inglobato da un calore insolito, ovvero quello della gamba e del braccio di Jungkook stretti attorno a Jimin. Un paio di secondi dopo, il viso del minore era più rilassato e il suo respiro regolare e pesante.

Si era addormentato.


~~~
Eh, voleeeeeeevi~
Niente, ho sonno.

■Doggy■<Jikook >Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora