14

623 51 8
                                    

- Oh porca paletta. - Fu la prima frase che Jungkook riuscì a pronunciare non appena notò Jimin entrare nel ristorante, quando ancora era lontano. Jungkook era conscio, anzi, molto più che conscio di quanto il maggiore fosse bello, perché lo era davvero tanto, ma non si aspettava che potesse raggiungere un tale livello di perfezione. Era come se brillasse di luce propria. - J-Jimin hyung! - Lo chiamò non appena si fu risvegliato dal suo stato di trans, agitando una mano sopra la testa per farsi notare.

Anche Jungkook aveva optato per porsi nella maniera migliore che potesse raggiungere e, nonostante il suo armadio straripasse di vestiti tutti uguali, era riuscito a metter giù un outfit che lo rendeva tremendamente sensuale. Aveva indossato una camicia bianca molto semplice, alzando ad essa le maniche per scoprire gli avambracci e risaltare le vene sporgenti su essi, mentre aveva lasciato qualche bottone aperto giusto per far intravedere il petto liscio, lasciando a desiderare qualcosa di più. Sotto, un paio di jeans neri attillati lo fasciavano adeguatamente, evidenziando le grosse gambe che si ritrovava grazie alle ore passate a ballare, il che gli riservava anche un culetto niente male. Jungkook sperò fino all'ultimo di aver fatto le scelte giuste, soprattutto per quanto riguardava il trucco molto leggero.

- Sei bellissimo, Kookie. - Ammise Jimin e Jungkook fu sicuro di una sola, semplice cosa: era sicuramente diventato rosso come un pomodoro bello maturo maturo. Si limitò a sorridere, pensando che magari ricambiare sarebbe stato imbarazzante, così aspettò che il maggiore dicesse qualcosa. - Sono felice tu abbia accettato di uscire con me. - Aggiunse e a Jungkook venne voglia di alzarsi, prenderlo e portarselo via da tutti per baciarlo, coccolarlo e togliergli quei fottuti jeans.

- Avrei mai potuto rifiutare? - Il minore sussurrò, guardando l'amico con uno sguardo sì leggermente malizioso, ma soprattutto pieno di dolcezza. Questo perché, si veda come la si veda, Jungkook non voleva che Jimin soffrisse e, se avessero dovuto iniziare una relazione, non questa non sarebbe dovuta essere basata solo sul sesso. Allora, preso un po' di coraggio dopo aver inspirato profondamente, decise di dire a Jimin i propri sentimenti. - Hyung, volevo dirti... Che anch'io... Sì, beh- Anch'io sono innamorato di te. - Con voce strozzata ma solo a causa della vergogna, Jungkook riuscì finalmente a liberarsi di quel peso.

Posò lo sguardo, ma usando solo un occhio e tenendo chiuso l'altro, sulla figura di Jimin. Era leggermente arrossito, le gote colorate di quella sfumatura rosea che lo rendeva ancora più carino di quanto già non fosse, e sulle sue labbra si stendeva un piccolo sorriso imbarazzato, probabilmente trattenuto. Il maggiore si portò una mano davanti al volto, cercando di coprirselo il più possibile ma senza grandi risultati, dato che aveva le manine piccole piccole.

Fu questo il principale motivo per cui Jungkook non resistette più e si alzò, sporgendosi col suo lungo corpo in avanti fino a toccare le labbra pompose del maggiore, assaporando il gusto del suo rossetto. Inizialmente si trattò di un bacio casto, gentile, per assicurarsi a vicenda che quei sentimenti erano sinceri; forse perché entrambi avevano sofferto tanto per quanto riguardava la vita sentimentale, anche se in maniera differente. Tuttavia, quella dolcezza giunse a un termine quando, con fare repentino, la lingua di Jungkook andò a premere contro il denti del maggiore per richiedere accesso. Iniziò così quello scambio passionale di sentimenti, di bisogno, interrotto dall'arrivo del cameriere che, timidamente, richiamò l'attenzione dei due per prendere le ordinazioni.

Durante la cena, i due (ormai) innamorati si presero tempo per parlare delle loro paure sull'iniziare una relazione. La storia di Jimin aveva intristito molto Jungkook, che gli promise sinceramente di stargli vicino qualsiasi sarebbe stato il loro destino, facendo sorridere il maggiore. Jungkook però, a differenza di Jimin, aveva avuto decine e decine di relazioni, che però si erano rivelate tutte iniziate con un solo scopo: la popolarità.

Il ragazzo, durante la sua carriera scolastica, era sempre stato conosciuto per la sua grande bellezza. Non che se ne vantasse, per carità, ma a quanto pare la gente era affascinata dalla sua popolarità e circa quindici ragazze di cui lui era stato innamorato l'avevano sempre preso in giro, portandolo a non fidarsi più di nessuno. Eppure con Jimin era stato diverso: era stato diverso perché il maggiore era stato carino fin dall'inizio, perché non l'aveva approcciato nel modo in cui era abituato ad esserlo, perché Jimin era stato sempre sincero.

Jungkook era sicuro, per una volta, che la fiducia riposta nel maggiore non sarebbe stata messa a caso. Aveva bisogno di Jimin nella propria vita, necessitava di quel senso di felicità, di leggerezza, di tranquillità che quel ragazzo gli trasmetteva ogni qualvolta si trovavano insieme, quando si sorridevano, quando si guardavano. E quando si baciavano era ancora meglio.

■Doggy■<Jikook >Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora