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- Jimin, non bere più. - Jungkook sussurrò (o meglio urlò) all'orecchio del maggiore, che ormai era più che ubriaco. Kook sapeva che Jimin non si ubriacava facilmente, insomma, ormai era passato un mese dalla prima volta che si erano incontrati ed avevano instaurato un bel rapporto di amicizia. Sapeva che ci doveva essere qualcosa che non andava per niente così, approfittando del fatto che 'in vino veritas', cercò di farlo parlare.

- Kookie, vedi questa nocciolina? - Jungkook ascoltò le parole di Jimin, cercando davvero di non ridere perché il suono della sua voce più alta e non stabile era qualcosa di troppo divertente. Annuì. - A me piace. Tanto. Questo vassoietto è pieno di noccioline ma a me piace proprio questa! - Esclamò, ingrandendo gli occhi davanti alla nocciolina e Jungkook questa volta non riuscì a trattenere un risolino. - Però io e nocciolina ci conosciamo da poco e io non voglio affrettare le cose. - Finì il maggiore, appoggiandosi sul bancone del bar prima di sbatterci contro la testa.

- Ma tu pensi di piacere alla nocciolina? - Il più piccolo gli chiese, passando una mano tra i capelli ormai arancioni dell'amico. Se li era tinti qualche giorno prima e stava davvero bene, anzi, era ancora più bello.

- Non lo so. Nocciolina è gentile con me, però mi prende anche in giro. Nocciolina mi ricorda tanto Miri~~ Che bella che è Miri! - Jimin esclamò e Jungkook si piegò in due dalle risate. Ultimamente aveva scoperto che Miri, quella piccola peste, si era affezionata tanto a Jimin e non ne voleva sapere di tornare a casa; quindi Jungkook aveva optato di lasciarla lì ancora, approfittandone per vedere il maggiore ogni singolo giorno. - Kookie, voglio andare da Miri. - Jimin disse, accasciandosi sul petto del minore per nascondere la guancia nell'incavo del suo collo.

- Allora andiamoci. - Jungkook acconsentì, sorridendo maliziosamente perché onestamente gli mancava entrare di nascosto in luoghi chiusi al pubblico. Soprattutto in piena notte. - Hai le chiavi, hyung? - Chiese, giusto per capire se avrebbero dovuto scavalcare o sarebbero potuti entrare aprendo la porta. Jimin annuì, sospirando contro la pelle del minore che non riuscì a non strofinare le gambe.

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- Yay~! - Non appena arrivarono di fronte al cancello del centro, che subito si apriva in una grande landa verde, Jimin esultò e abbracciò ancora più forte il proprio amico. Jungkook, che aveva deciso di portarselo sulle spalle onde evitare che si buttasse sotto una macchina, lo lasciò andare. Si fece dare le chiavi per aprire e il codice per disattivare l'allarme, in modo tale che non arrivasse nessuno. - Jungkookie è proprio un bravo ragazzo! - Il maggiore disse prima che il minore gli posasse una mano sulle labbra morbide, per farlo tacere.

- Shh, non urlare. - Lo avvisò, guardandolo in quegli occhioni profondi e bellissimi che si ritrovava. Rimasero a fissarsi per un po' prima di andare a prendere Miri, che dormiva in una cuccia che Jimin aveva comprato appositamente per lei.

Non appena la cucciola vide il proprio padrone e Jimin, saltò addosso ad entrambi, facendo loro le feste e dando loro piccole leccate di gioia. Il maggiore si buttò a terra, cominciando a giocare con il cane e Jungkook, che era l'unico sobrio, si godette la scena.

Per più o meno una mezz'oretta Jimin e Miri avevano giocato alla più vasta gamma di giochi che potevano saltare in mente a qualcuno di ubriaco marcio; coccole, rotolamenti, corsa a quattro zampe (che contro un cane era davvero divertente), saltelli, frisbee... E Jungkook si chiese come facesse il sorriso di Jimin ad essere così dannatamente bello anche quando era dato in parte dall'alcol. Il minore sospirò, stendendosi a terra per tutto il tempo ad osservare quelle scene divertenti e tremendamente dolci che, si disse, voleva facessero parte della sua intera vita.

Non poteva più negare di avere un'immensa cotta per Jimin, una di quelle che ti rimangono per davvero tanto tempo; e, nonostante avesse saputo di non essere ricambiato, aveva comunque deciso di rimanere al fianco del maggiore, magari di guardarlo da lontano, di amarlo e sperare nella sua felicità. Da quanto quell'esserino coccoloso era entrato nella sua vita, tutti era andato di bene in meglio: persino i genitori di Jungkook avevano deciso di non divorziare, dopo anni e anni di lotte in tribunale.

- Hey, hyung. - Jungkook sussurrò non appena Jimin, stanco di correre, saltellare e... qualsiasi cosa stesse facendo, si era steso accanto al più piccolo, subito seguito da Miri che si era accucciata accanto a lui. Il maggiore, mezzo addormentato, girò la testa verso Jungkook ma senza guardarlo, perché aveva gli occhi chiusi. - Quella nocciolina ce l'ha un nome? - Chiese, prendendo un ciuffo d'erba tra le mani per stringerlo. Anche se faceva male, voleva saperlo.

- Nocciolina? Ah... Sì. - Jimin sospirò, sempre più nel mondo dei sogni a quanto pareva perché si era avvicinato di più a Jungkook, appoggiandosi contro il suo petto. - Si chiama Jungkook. Jeon Jungkook. - Sussurrò, un secondo prima di addormentarsi contro il corpo del minore, che aveva gli occhi e la bocca  così spalancati che ci avrebbero potuto fare il nido gli insetti.


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Sono pessima a mantenere le promesse, lo so. Ma il letto è proprio caldo!
Comunque ho fatto questo mega salto temporale di quattro settimane perché era davvero una palla, doveva andare avanti in qualche modo e non sono propensa alle relazioni in cui dopo un giorno e mezzo già si è innamorati e gn gn gn.
Almeno li ho fatti conoscere ja~
Btw, oggi cerco davvero di mantenere le promesse (ma non sperateci lol)~ bye♡

■Doggy■<Jikook >Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora