Capitolo 22

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"And now i'm one step closer to being Two steps far from you"



Londra 1 Settembre 2015.


Sono uscito in strada di prima mattina nell'aria già fresca di un'estate che stava volgendo al termine.
Il leggero venticello che mi colpiva la faccia, mentre camminavo a passo sostenuto, mi aveva dato un momentaneo sollievo facendomi tornare a respirare abbastanza regolarmente, camminavo da diversi minuti ormai senza una meta precisa, avevo solo bisogno di muovermi, di sentire il mio corpo affaticarsi a causa dello sforzo a cui lo stavo sottoponendo.

Forse avevo ancora la malsana illusione, che se fossi riuscito ad andare abbastanza veloce, sarei stato capace di scappare per l'ennesima volta da tutto quello che era successo la notte prima e in tutti quei mesi.

Cercavo ancora di scappare da quel maledetto 25 Marzo.
Mi sbagliavo.

Questa volta non sarei mai stato abbastanza forte e veloce da seminare il dolore.

Mentre quasi correvo lungo marciapiedi che non riconoscevo, senza vedere niente intorno a me nemmeno dove stessi mettendo i piedi, senza sentire alcun tipo di rumore della città che si stava risvegliando in fretta, sentivo questo fuoco che continuava a divampare al mio interno, che cresceva alimentato da ogni mio passo, mi stava bruciando vivo partendo dal petto, dal mio cuore, per poi diffondersi tra i miei organi, nella mia pelle, ustionando ogni parte del mio corpo.

La sensazione di stare ardendo vivo mi ha fatto capire che stavolta, niente e nessuno avrebbe potuto salvarmi.

Ero solo contro i miei fantasmi.

Sarebbe tutto dipeso da me e io non ero pronto.

Credo che quella mattina chi ha incrociato la mia strada, abbia visto passare davanti a se un anima perduta, in fiamme.

Non avevo nessuna idea di dove stessi andando e nemmeno mi importava, seguivo solo le mie gambe e l'istinto che mi diceva di non fermarmi, di non voltarmi per tornare indietro sui miei passi, di andare via, il più lontano possibile.

Zayn.

Il suo nome continuava a rimbalzare in ogni angolo di me colpendomi con forza dall'interno, Zayn che non c'era più pensavo e a quella consapevolezza, i miei piedi si scontravano tra loro in un movimento scoordinato che rischiava di farmi rotolare per terra ogni volta, il cuore che rantolava colpito dai pensieri che venivano fuori dalla mia mente devastata, mi sembrava di essere continuamente spinto, strattonato, preso a botte in ogni parte del mio corpo tutte le volte che pensavo al suo nome, a lui.

Stavo sanguinando dentro e avevo ripreso a respirare a fatica.

Mi ero affidato completamente al mio istinto perché mi portasse il più lontano possibile da tutto quel dolore, ma quel giorno anche lui aveva deciso di tradirmi, proprio come aveva fatto Louis e la sua fottuta ostinazione nel farmi provare di nuovo qualcosa, nell'amarmi ancora in quel modo indissolubile.

Tradito, come aveva fatto Zayn andandosene in quel modo, rompendo le promesse fatte, abbandonandomi per sempre in una frazione di secondo dopo avermi convinto che ci sarebbe sempre stato per me.

Ecco cosa pensavo davvero quella mattina.

Pensavo che tutti, in qualche modo, mi avevano tradito e ancora non avevo capito che il primo a tradire me stesso ero stato solamente io.

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