L'ultima storia

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Il mondo è completamente cambiato da quando partii, piccola mia. Sono passati ormai decenni, ma sul tuo viso la primavera non viene mai guastata da grigie nubi. Il magico giorno in cui per la prima volta ti baciai sulla fronte, lo ricordo come se fosse ieri.
"La mia nipotina!" Furono le sole parole che riuscii a pronunciare tra una lacrima e l'altra, mentre un persistente nodo alla gola del mondo lo faceva tacere. Capii subito la mia ragione di vita: proteggerti.
Sicuramente ricordi le mie storie da marinaio, in cui puntualmente mi cimentavo in lotte a mani nude con mostruosi pescati ed affilate vele cinghiate, che ad ogni folata scattavano come molle assassine ed eccitate all'idea di donare ai mari l'ennesimo stolto.
Non smettevi mai di sorridere quando ti facevo da cantastorie, e la cosa divenne per me una droga. Come potevo confessarti di non essere mai riuscito a pescare nemmeno una sardina? Soprattutto dopo che ai tuoi occhi apparivo come l'eroe dei sette mari, mentre ti piaceva pensare di venire, un giorno, in barca con me in cerca di avventure.
Eri una bambina così dolce.. e non potevi che diventare una donna in gamba.
Crescendo non abbiamo avuto modo di stare molto insieme; le nostre vite erano diventare troppo distanti: tu, sempre circondata da amici per strada, ed io, sempre circondato da medici negli ospedali. Ma non fu certo questo a dividerci... ogni festa diveniva secondaria al pensiero che fosse una scusa per rivederci, ed anche se ormai eri diventata una donna a tutti gli effetti non potevi mai fare a meno delle mie storie, che accompagnavano il solito riposo dopo l'esagerato banchetto della nonna.
Proprio come adesso, dormivi come un sasso ed io, come al tempo, veglio in modo che nessuno possa disturbarti.
Sessant'anni fa promisi di proteggerti per sempre, e continueró a farlo finché sarà necessario.
Ricordo l'ultima volta che parlammo con il cuore in gola. La stanza era piena di persone e tutti singhiozzavano intorno al mio letto, ma in quel momento per me eri l'unica presente. Mi facesti compagnia tutta la notte, tenendo la mia fredda ed inanimata mano e raccontandomi delle storie, proprio come ho sempre fatto io. Oggi credi che non le sia riuscite a sentire, ma ti sbagli. Magari il mio corpo non era più in grado, ma la mia anima si stava godendo le ultime vere ore con te. Mi salutasti per ultima, ponendo una parte del tuo cuore nella mia tomba, convinta che sarei rimasto lì per sempre.
Credevi che nton saremmo mai più stati insieme... ma, ironia della sorte, non c'è secondo ormai che le nostre anime siano lontane. Come l'armatura accompagna sempre il cavaliere, come la corazza protegge l'astice, io rimango.
Rimango accanto al tuo letto.
Rimango, ogni notte, per sussurrarti le mia ultima storia.

La metamorfosiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora