Dipingi una pallida tela.
Inizi a comporre dal fondo perché è il punto che conosci meglio, il luogo che hai visitato più volte della tua stessa casa, alla quale il tuo cuore ha sempre fatto ritorno più o meno sfinito. Linee sottili di un gesto delicato quale ti si addice, ma sempre decise e coerenti come lo spirito di chi sa sempre cosa vuole e dove arrivare. Il tuo pennello ha perso ormai quasi tutte le sue care setole e le poche rimaste si piegano inermi al volere di un devastato polso. Dolci curve e sicure rette danno vita tocco dopo tocco alla più alta e raffinata forma mai immaginata, ma non è ancora possibile definire la sua natura. Lí si scorge ciò che sembra una mano, sfumata in uno spettacolare insieme di vaporose schiere di assi decorate con così innaturali fissaggi in antico ferro battuto. Più a destra una corona di fiori cinge per soprannaturale realismo il capo di un'ancora non nata immagine. Ed ancora, un candido mare tessuto separa questi da un solitario ulivo che miracolosamente vive secoli in pochi minuti.
Così vivo, così incompleto, ma già così emozionante.
Non ci sono ancora colori. Quelli li metteremo alla fine, mia cara, quando la mia mano accarezzando il tuo sereno viso lascerà cadere sul ligneo piano ciò che abbiam rubato alla secolare natura.
STAI LEGGENDO
La metamorfosi
Short StoryUna raccolta di frammenti e piccole storie con un unico filo conduttore: l'amore, in ogni suo genere. Cimentatevi in un viaggio dalla gelida partenza, in cui attraverserete gli stati d'animo di un essere comune, ma in cui nasce e si sviluppa una...