Mio padre dice che quando ti trattano male è un bene. Ti rende più forte, secondo lui.
Io non ci ho mai creduto, è una scusa che usa per dare un senso alla precarietà del suo lavoro, al suo capo che lo sfrutta senza degnarlo di un grazie.
Io ci sono cresciuta, con questa bugia che se ti trattano male diventi potente come un dio, ma allora perché mio padre spesso piange di notte abbracciato a mia madre?
Non lo vedo, ma lo sento. Papà, quando piange, singhiozza e tossicchia, roba che ti viene da andare lì e portargli un bicchiere d'acqua per aiutarlo a mandare giù l'inesistente boccone di cibo finito di traverso. In fondo, spesso la vita è proprio questo: un boccone che rimane incastrato in gola.
Mamma lo consola e gli dice di abbassare la voce, la bugia che chi viene trattato a pesci in faccia vince una pescheria deve reggere.Rileggo il suo messaggio, non capisco cosa abbia fatto per meritare tanto sprezzo.
Ci conosciamo appena, nonostante siamo compagni di classe. Ombroso, schivo, un carattere incompatibile con quello dei più popolari, eppure con loro ci passa quasi tutto il tempo. Il mio, ormai ex, ragazzo ci chiacchierava spesso, ma non mi ha mai detto nulla su di lui.
Non parla tanto, il mio compagno di classe. Alcuni credono che non abbia nulla di interessante da dire, il credo che invece non abbia voglia di parlare a gente che non ascolta sul serio.
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Macchie di rame
RomanceNon ti volevo, non ti ho mai voluta accanto a me. Foto di Don Mupasi