Etichetta

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A scuola dicono che non ho amici perché sono timida. È più semplice dire così, alla fine me lo sono fatta andare bene.
Io. Sono. Timida.
Nessuno si è mai chiesto però se fosse la verità.
Le etichette è più semplice appiccicarle che staccarle.
Quelli che dicono che sono schiva, riservata, timorosa, sfigata a volte, dovrebbero vedermi quando salgo all'ultimo piano del condominio e canto a squarciagola. Quando esco mezza nuda in balcone pur sapendo che il vicino di casa, un ragazzo poco più grande di me, mi guarda e ride. Mi ha chiesto il numero di telefono una volta. Me lo sono scritta sugli slip con cui sono uscita fuori in balcone il giorno dopo.
Dovrebbero vedermi, quelli che mi danno dell'introversa, mentre siedo sulle panchine del parco a leggere e inizio a parlare con chiunque mi si metta accanto. Mentre convinco il gelataio sotto casa a regalarmi un cono da due gusti. Non ho molti soldi, ma con le parole ci so fare. Ci gioco e posso farci anche male.
È più semplice così. Fermarsi lì, alla mia etichetta.

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