Capitolo 3

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Atterrata erano le 3 di pomeriggio e il mio stomaco brontolava. Girovagai nell'aeroporto alla ricerca di un posto dove mangiare. Mi fermai e presi un panino con brie e prosciutto crudo e dedicai una decina di minuti a controllare i messaggi sul telefono. Finito il mio pranzo mi diressi all'uscita e beccai al volo un taxi che mi portò davanti al college. L'edificio era imponente e di un colore grigiastro, vi era un grandissimo spiazzale adiacente ad un altrettanto grande giardino popolato da ragazzi. Entrai dalla porta principale e grazie a Dio trovai subito la segreteria. La signora che si trovava dall'altro lato della scrivania era una donna di mezza età con i capelli neri raccolti in una cipolla. Indossava una camicetta con sopra un maglione beige sul quale vi era una targhetta con su scritto ''Ella Lynch''. Mi sorrise gentilmente e dopo avermi fatto compilare un'infinità di moduli mi porse una piantina del college ed un foglio con le informazioni per raggiungere la mia stanza. L'avrei condivisa con una ragazza, questo era tutto ciò che sapevo. Dopo aver salutato cordialmente la signora Lynch uscii dalla segreteria ed inizia a girovagare per i corridoi dei dormitori. Era mezz'ora che camminavo senza riuscire a trovare la mia camera fino a quando andai a sbattere contro qualcosa o meglio, qualcuno. Mi maledissi mentalmente, già il primo giorno avevo fatto una figuraccia. Davanti a miei piedi vi erano tre o quattro libri, mi piegai velocemente per raccoglierli ed alzai lo sguardo. Una ragazza dai capelli color grano e riccissimi mi fissava da dietro i suoi grandi occhiali neri. Li sistemò sul naso e prese i libri che le stavo porgendo.

''Mio dio scusami, non era mia intenzione perdonami'' dissi mortificata.

''Non preoccuparti, non è niente! Sono Becca, oh ehm Rebecca ma nessuno mi chiama così.'' si presentò porgendomi la mano. Gliela strinsi.

''Piacere di conoscerti Becca, io sono Rachel'' le sorrisi. ''Posso chiederti un favore?'' le chiesi anche se non avrei voluto farlo. Annuì.

''Sapresti per caso dove si trova la stanza numero 305? Sono nuova e la sto cercando disperatamente''

'Certo, vieni si trova qui vicino'' disse facendo cenno di seguirla.

Proseguimmo per qualche metro e poi svoltammo a destra.

''Ecco qui'' esclamò indicando l'ultima stanza del corridoio. ''Se ti serve qualcosa la mia stanza è la 204, se non mi trovi lì sono sicuramente in biblioteca.''

''Grazie mille e scusami ancora per prima'' ripetei.

''Non preoccuparti davvero, ci si vede.'' Si dileguò.

Entrai e buttai la mega valigia in un angolo. Mi sedetti sul letto e mandai un messaggio agli amici, ai parenti ed a Shawn per comunicargli l'arrivo in college e che li avrei chiamati in serata appena mi sarei sistemata meglio. Iniziai a guardarmi intorno. L'abitacolo era abbastanza grande. Un bagno, una porta che conteneva un ampio armadio e la zona dove dormire e studiare.

Osservai le foto che si trovavano sulla bacheca sopra la scrivania. Una ragazza bionda con gli occhi azzurri ed una con i capelli castani e gli occhi neri sorridevano all'obbiettivo. Spostai lo sguardo e trovai un quaderno con su scritto Abby. Il suo letto aveva delle lenzuola gialle e tantissimi cuscini colorati. Mi diressi nuovamente verso la mia parte di stanza e passai le dita sul comodino vuoto che vi si trovava di fianco. Stavo iniziando ad immaginare come abbellirlo quando una voce squillante mi distolse dai miei pensieri. La porta si spalancò e la ragazza castana della foto entrò nella stanza urlando al telefono.

''Puta! Ya te he dicho que no debes tocar mi ropa!!'' Appena mi vide si bloccò, disse quacos'altro in spagnolo e chiuse la chiamata.

''Oh scusami, era mio fratello. Sono Abigail Alegria Lopez, per gli amici Abby, mio padre è argentino ma io sono nata in Texas e oh mio dio che bella maglietta indossi devi dirmi assolutamente dove l'hai comprata!''

In pochi secondi aveva sparato a raffica una quantità assurda di parole e la osservai interdetta.

''Rachel Ocealy Morin, sono di Toronto e la maglietta l'ho presa da Target.'' Sorrisi porgendogli la mano non sapendo cos'altro dire.

''Niente strette di mano vieni qui'' disse afferrandomi il polso per poi stringermi in un abbraccio. ''Dovremmo stare in stanza insieme per tre anni se Dio ce la manda buona, iniziamo questa convivenza bene!'' esclamò senza staccarsi da me. Sorrisi tra sui capelli, era esuberante e logorroica, si era capito in questi minuti che avevo trascorso con lei, ma già sapevo che non mi sarei mai stancata di averla come coinquilina e che avrebbe portato solo gioia ed allegria nella mia vita.

Restammo a parlare e a conoscerci fino a tarda sera. Il giorno dopo sarebbe stato il primo lunedì che avrei passato al college e mi addormentai con il sorriso e con la consapevolezza che Shawn mi avrebbe mandato una canzone.

Music Mondays || Shawn Mendes (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora