Fratelli

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La mattina seguente Candy uscì dalla sua stanza con la faccia di una che non aveva dormito per tutta la notte. Un soldato-pedina le si affiancò e la fissò preoccupato.

-Tutto bene, signorina?- le chiese.

-Sí, tranquillo.

L'altro inclinò lievemente il capo verso destra -Venga, le faccio il caffellatte che le piace tanto.

La ragazza sorrise dolcemente e annuí. Non aveva voglia di arrabbiarsi con un compagno tanto gentile. Certo, le dava fastidio che la trattassero come se fosse debole e incapace di stare in piedi da sola, soprattutto se chi lo faceva non la conosceva come Cracker. Però ci passò sopra: si sentiva davvero a pezzi dopo la sbronza del giorno precedente.

Si sedette al tavolo di biscotto della sala da pranzo e bevve il contenuto della tazza che il sottoposto le aveva portato. Sorrise ancora una volta perché l'aveva ricevuto subito, segno che lo aveva preparato prima che lei gli rispondesse di volerlo.

Solo in quel momento si accorse di quanto la sua ciurma, in verità, la conoscesse davvero. Non l'avrebbe mai detto, ma erano stati tutti attenti a ciò che lei amava mangiare o, semplicemente, ad altri dettagli della nave che lei era solita sistemare e che da qualche giorno trovava sempre al posto giusto.

Staccò, non preoccupandosi del fatto che qualcuno la potesse vedere, un pezzo dello schienale di cioccolato al latte della sua sedia e lo immerse nel caffellatte, mangiandolo poi con gusto.
Forse aveva sottovalutato chi aveva intorno e decise che avrebbe cercato di essere un po' piú cordiale. Non voleva di certo finire come quell'obesa e iraconda di sua madre, che comandava sempre tutti a bacchetta e incuteva timore persino ai suoi stessi figli.

Fece una smorfia, in contrasto con i dolci lineamenti del suo viso, e tornò a sorseggiare la sua colazione spostando lo sguardo dalla tazza alla porta.

Cracker la stava osservando, incerto sul da farsi. Non sapeva se entrare o meno. Aveva paura che lei ricordasse tutto.

-Hai intenzione di restare lí tutto il giorno?- gli domandò Candy, alzando un sopracciglio.

-No...- rispose l'altro, che entrò finalmente nella sala da pranzo e si sedette accanto alla sorella.

Un soldato-pedina portò immediatamente la cioccolata calda di Cracker e se ne andò velocemente com'era arrivato. Il generale dei dolci osservò la tazza e, successivamente, la ragazza.

-Ricordi qualcosa di ieri?

-Non molto. Perchè?- chiese perplessa. -Dovrei? Dimmi che non ho fatto figuracce con Barbabianca.

Il fratello tirò mentalmente un sospiro di sollievo. -Niente del genere. Comunque hai dormito?

-No,- rispose secca -sono rimasta in bagno tutto il tempo. Che schifo...

Cracker annuí sovrappensiero e tornò a osservare la sua cioccolata, senza farlo davvero. Candy se ne accorse e poggiò una mano sulla sua, facendolo sussultare lievemente.

-Ohi... Tutto bene?- gli chiese avvicinandosi.

Adesso i loro visi erano a poca distanza l'uno dall'altro e Cracker fu colto da inaspettate e fastidiose farfalle nello stomaco.

Spalancò gli occhi e arrossí lievemente. -Eh? Ah, sísí. Non ti preoccupare.

Cercò di allontanarsi, ma la sorella lo bloccò.

-Tu non me la racconti giusta.

-Cosa?- sbraitò l'altro.

-Parla! Ti conosco, so quando c'è qualcosa che non va- lo fissò intensamente negli occhi.

One Piece // Intrusione a Impel DownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora