Erano ancora stretti in un abbraccio, quando una nave della marina si avvicinò alle Porte di Giustizia.
Candy fissò la nave per una decina di secondi e poi spalancò gli occhi, improvvisamente cosciente. Si staccò dal fratello e lo prese per le spalle.-La vedi quella nave?- gli chiese.
-Sí... Ma non capisco cos- si interruppe. -Vuoi usarla per introdurti a Impel Down?
-Già, forse è l'unica occasione che ho. Le Porte di Giustizia potrebbero non aprirsi fino allo spostamento di Ace. Devo approfittarne adesso- rispose, osservando l'entrata della baia della prigione.
Cracker vide la determinazione brillare nelle sue splendide iridi viola. Era fiero di lei e la stimava per questo. Non la fermava mai nulla, neanche Kaido. Non voleva lasciarla, ma il dovere la chiamava e lui questo lo sapeva bene.
Il sentimento appena nato e che stava montando nel suo petto gli stava urlando di fermarla, di prenderle la mano e trascinarla a Whole Cake.Jinbe era forte, avrebbe saputo cavarsela, ma lei... Lei aveva davvero le capacità per scendere lì dentro e tornare indietro?
-Aspettami qui- le ordinò con un tono improvvisamente autorevole.
-Cosa?- Candy si girò per chiedergli cos'avesse intenzione di fare, ma l'altro era già sparito sottocoperta.
Tornò un minuto dopo, con un mini lumacofono blu, e lo porse alla sorella. -Nel caso ti dovesse succedere qualcosa, sappi che sono qui fuori e sono pronto a buttare giú la prigione per venirti a salvare.
La ragazza fissò la lumaca e poi il fratello con gli occhi lucidi -Grazie.
L'altro sorrise e intrappolò di getto le labbra nelle sue in un bacio che di casto non aveva proprio nulla. -E ora vai.
La ragazza annuí, si mise la lumaca in una tasca posteriore e si buttò dal parapetto, atterrando su uno strato di gelatina viola collegata alla nave. Sperava che nessuno la vedesse correre in direzione dell'imbarcazione, però non era vicina e chiunque si sarebbe accorto di uno strano strato violaceo sopra il livello del mare.
Quindi fu avvistata e incominciarono le cannonate, che bucarono la gelatina con facilità. Questa però si richiuse subito, rendendo quello dei nemici un lavoro inutile. Nemmeno le fucilate, che passavano attraverso il suo corpo, funzionarono a dovere.
Candy salí sulla nave e gettò fuoribordo tutti i marines prima che questi riuscissero ad avvisare la prigione, quindi ne prese il controllo e passò le Porte di Giustizia. Entrò nel porto e lasciò il mezzo senza che nessuno la vedesse, travestendosi da soldato con un'uniforme trovata nel ripostiglio. Anche nel caso in cui non avessero trovato l'equipaggio della nave in questione, avrebbero saputo della sua intrusione solo piú tardi.
La Corrente Trainante è piena di mostri mangia uomini.
Adesso si trovava dietro un'imbarcazione e stava fissando l'enorme portone della prigione, sorvegliato da due uomini grossi entrambi quanto un armadio.
Nonostante la stazza, per lei non sarebbe stato difficile metterli fuori gioco e sfondare l'entrata, ma preferiva provare a introdursi a Impel Down con discrezione e senza farsi notare troppo. Non voleva rischiare di farsi catturare subito e incontrare quel Direttore che tanto temeva.Per sua fortuna, un gruppo di marines si diresse di corsa verso la prigione e la porta venne aperta. Probabilmente è successo qualcosa, pensò. Approfittò della situazione e si uní di soppiatto al gruppo, confondendosi. Riuscí cosí a penetrare nella prigione e a staccarsi dal gruppo, rimanendo qualche passo piú indietro.
Una volta che fu sicura di non essere vista da altri o da lumacamere, si tolse la divisa da marine. Forse le sarebbe ancora stata utile, però provava un certo ribrezzo a vestirsi cosí e preferí rimanere con i suoi vecchi indumenti, nascosti sapientemente sotto l'uniforme.
Si osservò un po' in giro e incominciò a correre alla ricerca delle scale che l'avrebbero portata al primo piano di Impel Down sotto il livello del mare. L'eco dei suoi passi risuonò vuoto tra i corridoi grigi e tetri della prigione. L'aria era viziata; si sentiva odore di sporco, di umido, ma la sensazione peggiore era quel sentore di terrore e sofferenza che aleggiava cupo nello spazio, chiuso tra quelle mura sottomarine. E dire che quella non era ancora la prigione vera e propria...
Dopo varie svolte, si ritrovò di fronte a un portone semi-aperto, che dava su scale a chiocciola verso il piano sotterraneo. Non si chiese perchè non ci fossero guardie, nè tantomeno perchè la strada le fosse stata aperta. Probabilmente era davvero successo qualcosa ai livelli inferiori e la maggior parte dei marines si trovava sul posto. Ringraziò mentalmente chi li aveva distratti e proseguí senza fermarsi. Prima avrebbe compiuto la missione suicida e prima sarebbe uscita di lí.
L'Inferno cremisi aveva un soffitto decisamente piú alto dei precedenti corridoi. Sospesi nel vuoto, decine di ponti collegavano i vari livelli del piano, creando un labirinto intricato e sofferente.
In effetti Candy ebbe parecchi problemi a orientarsi e dovette affrontare il problema con le lumacamere da aggirare. Prima o poi l'avrebbero avvistata e piú tempo perdeva lì, piú rischiava la vita.Accidenti... Ma quant'è grosso questo posto?
Mentre passava tra le celle, immersa nei suoi pensieri, i carcerati le lanciavano fischi di apprezzamento, tra le richieste di farli uscire e le domande sul perché lei non fosse dietro le sbarre. Candy li ignoró bellamente e proseguí per la propria strada, ben consapevole che avrebbe assistito alla stessa, identica scena su tutti i piani. Sentì un brivido di schifo percorrerle la schiena.
Un'altra svolta, un altro incrocio, un altro punto cieco. Non sapeva più dove sbattere la testa. Tornò indietro, sempre stando vicino al muro. Strano che nessuno l'avesse ancora vista, in fondo le sembrava di essere lì da una vita.
A un certo punto si ritrovò davanti a una parete sfondata. Si fermò di scatto e resto lì a osservare la stanza di sorveglianza del primo piano. Computer rotti, macerie ovunque e marines fuori gioco. Sembrava che fosse passato un tornado. Ora capiva perché la stavano ignorando. Che qualcuno si fosse introdotto nella prigione prima di lei? Proprio non riusciva a immaginarsi una persona così stupida e con tanta fretta di morire. La ragazza, in fondo, era lì perché da una parte era stata obbligata.
Mosse qualche passo nella stanza e si accorse dell'altra parete, sfondata anch'essa.Si affacciò e notò il motivo per cui quel piano fosse chiamato "Inferno cremisi". L'aveva letto in un libro, ma vederlo dal vivo era tutta un'altra cosa. Tutto quel sangue le feci venire da vomitare, ma si trattenne.
Spostò lo sguardo in cerca del famoso buco che portava al secondo livello. Visto che non riusciva a trovare le scale, quella le sembrava un'ottima soluzione. Lo vide in mezzo allo stanzone, nascosto tra gli alberi. Si buttò dal punto in cui si trovava e atterrò su uno strato di gelatina. A volte ringraziava il cielo per aver mangiato il suo frutto del Diavolo.
Raggiunse in fretta l'apertura, che risultava molto più grande di come appariva vista da lontano. Guardò di sotto e deglutì.
Certo che è proprio un bel salto.
Però non aveva altra scelta. Prese un grosso respiro e si gettò nel vuoto, inghiottita dall'oscurità e diretta verso il secondo Inferno.
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One Piece // Intrusione a Impel Down
FanficImpel Down: Prigione di massima sicurezza del Governo Mondiale. Vi sono rinchiusi i criminali peggiori del mondo. Impossibile entrare. Impossibile uscire. Eppure... Qualcuno ce l'ha fatta. *contiene spoiler* Tratto dalla storia: "L'eco dei suoi pa...