Picture 22: Bring him home

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Luhan non si era mai sentito così vuoto nella sua vita. Si sentiva prosciugato da tutte le emozioni. Non aveva più fame, non poteva dormire, non poteva sentirsi triste o arrabbiato.

Si sentiva solo... grigio.

Era tornato a casa, la valigia nella mano ed un sorriso finto stampato in faccia. Suo nonno aprì la porta e lo rimproverò. Luhan mise una scusa, dicendo che erano le vacanze di febbraio.
Suo nonno gli credette.

Si fece da parte, lasciando entrare Luhan nella sua casa d'infanzia. Niente era veramente cambiato. Era ancora decorata in modo strano, con alcune reliquie cinesi. L'odore di gelsomino e vecchie spezie invadeva l'aria.
Ma non sembrava casa.

A Luhan mancava il profumo muschiato di Sehun. Gli mancavano i suoi abbracci, il modo in cui gettava le braccia intorno a lui, come se fosse una coperta calda. Gli mancava la voce profonda di Kyungsoo e la sua risata contagiosa. Gli mancavano le macchie di colore che illuminavano i vestiti di Chanyeol. Dannazione, gli mancava perfino Jongin che lo chiamava 'angelo'.

Gli ultimi due giorni erano trascorsi in totale sofferenza. Luhan aveva tolto la sua SIM dal telefono e l'aveva gettata via, lavando ogni ricordo della sua vita in Corea. Aveva pianto come non mai. Se suo nonno aveva notato i suoi occhi gonfi e rossi non aveva detto nulla.

Adesso erano passati due giorni, Luhan sapeva che i suoi amici avevano appena ricevuto le lettere. Era stato difficile scriverle. Era stato più difficile di prendere l'aereo e guardare la Corea diventare solamente un puntino sul suolo mentre volava via.

"Luhan."

Luhan sbatté le palpebre, tornando alla realtà. Era seduto al tavolo da pranzo con suo nonno. L'uomo anziano aggrottò le sopracciglia, "Perché stai piangendo?"

La mano di Luhan si posò sulla sua guancia quando realizzò, con sgomento, di aver pianto. Luhan scosse la testa.
"Nulla."
Suo nonno sembrava scettico ma non chiese una risposta migliore.

Luhan sospirò. Quel poco di appetito che aveva era andato, "Se puoi scusarmi."

Il nonno annuì bruscamente ed il ragazzo si alzò, spingendo gentilmente via la sedia. Una cameriera portò via il suo piatto intatto. Luhan prese il cappotto e la Polaroid prima di uscire.

Camminò nelle strade, stranamente silenziose per un quartiere occupato. Suppose che tutti fossero in casa, mangiando con le loro famiglie, i loro cari.

Luhan pensò che se fosse in Corea starebbe uscendo dalle sue lezione pomeridiane. Non sarebbe mai tornato nel suo dormitorio per darsi una rinfrescata. Non avrebbe mai più chiacchierato pigramente con Xiumin prima che Sehun lo passasse a prendere per cena.

Luhan scosse la testa. Non pensare a Sehun! Causerà solamente dolore. Si rimproverò.

Ma non aveva nessun rimedio.

La sua mente viaggiava mentre camminava lentamente lungo il parco vicino casa sua. Pensò a tutti i bei ricordi che avevano condiviso. Il loro primo bacio, il primo abbraccio... Si era lanciato in un'altra fantasia così che non avrebbe dovuto vivere nel mondo reale dove era solo.

A Luhan uscirono delle lacrime ad un certo punto. Era triste, voleva piangere ma le lacrime i fermarono scendendo. Forse era per il meglio, sembrava meno un casino adesso. Le civette fischiavano e Luhan realizzò quanto fosse tardi.

La luna era alta ed il tramonto dipinto nella completa oscurità. Piccole luci lampeggiavano dalla distanza, le luci del suo quartiere.

Luhan si alzò dalla panchina sulla quale era seduto e prese un profondo respiro. Non sentiva più freddo. Esaminò la sagoma dei rami spogli sullo sfondo della luna.

ᴘᴏʟᴀʀᴏɪᴅ ·̩͙ ʜᴜɴʜᴀɴ 〔ita〕Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora