L'esperimento di gruppo

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Quel giorno c'era parecchio caos al laboratorio: era il giorno dell'anno in cui i dottori esaminavano uno per uno i poteri dei ragazzi.
- Ciao! - mi salutò Anna in compagnia di Wren che, scettica, guardava l'amica.
- Io ... ecco ... beh ... ciao ...- balbettai intimorita dall'espressione di Wren.
Anna la trucidò con lo sguardo e le fece segno di parlare.
- Noi, ecco, ci volevamo scusare per averti presa in giro l'anno scorso - disse Wren in tono falsamente gentile.
- Buongiorno!-
Si avvicinò a noi Paul, un ragazzo considerato da tutti molto pericoloso. Da quel che sapevo era capace di modificare le emozioni in modo così netto da spingere al suicidio più persone.
Anna e Wren si allontanarono.
"Fifone" pensai.
- Buongiorno H214 – dissi. Sapevo che preferiva che non lo si chiamasse per nome, dato che era il nome che gli aveva dato la sua famiglia che lui brutalmente aveva ucciso spingendoli, appunto, al suicidio collettivo. Fu una tragedia. Se ne parlò  per  mesi alla base.
- Non badarti di quelle due ... hanno paura di chi è migliore di loro -.
- Con te però ci parlano – sbottò. - Anche tu hai ucciso più di una volta se io sono un mostro tu lo sei quanto me -.
-Paul ... - ero arrabbiata, ma allo stesso tempo dispiaciuta per lui.
- Io non mi chiamo così. Io sono il soggetto H214 -.
Già ...
Tutti noi eravamo un numero.
Me ne andai a cercare Anna e Wren, ma non le trovai.
Sentii poi la voce del dottore dall'altoparlante. Ci parlava da dietro al vetro della stanza degli esperimenti.
- Oggi è il giorno del controllo. Ho radunato tutti gli H. Farò un appello veloce:
- H112 - alzai la mano. La stanza si era fatta improvvisamente silenziosa.
- H216 - Anna alzò la mano.
- H235- Wren alzò la mano.
- H214- Paul alzò la mano.
L'elenco continuò per altre 4 persone, che probabilmente erano nuove perché non le riconoscevo.
-H112, H235. Voi restate voi altri uscite e aspettare il vostro turno nel laboratorio.
- Che dobbiamo fare? – sbottai.
- Lavorare insieme.-
Wren mi guardò infastidita.
Lei aveva dato fuoco ad un palazzo. In che modo poteva lavorare con una telecinetica?
- H112 io sparerò verso H235. Tu devi spostare il proiettile verso l'altro lato della stanza, dove è posizionato un manichino – disse.
- Tu, H235 dovrai incendiare il proiettile -.
- È se H112 non lo riesce a spostare, io muoio? -
- Esattamente. Altre domande? -
Nessuna delle due fiatò.
- Ottimo – disse. E un infermiere armato caricò la pistola.
- Primo tentativo -.
La pallottola partì.
Mi collegai alla materia che la circondava e la spostai.
La pallottola aveva ormai percorso quasi tutta la stanza in cerchio, quando prese fuoco.
Grazie a H235. Wren.
Io la indirizzai contro il bersaglio e lo colpii al cuore, dove una croce rossa mi metteva in soggezione.
- Eccellente - disse il dottore.
- H235 tu puoi andare. Fai entrare H21 -.
Anna.
Anna entrò nella stanza: i suoi capelli biondi corti e disordinati luccicarono sotto la luce a neon.
- Bene H216. Concentrati e prova a prevedere un evento che sta per accadere – disse. Poi prese fiato e ricominciò: - H112. Tu entra nella sua testa e scopri ogni informazione e dettaglio utile – capii. Legame empatico.
Anna fece cenno di aver visto qualcosa e io entrai nella sua testa.
Buio.

Ero nel corpo di una donna.
Si chiamava Tracy, aveva 27 anni.
Era nascosta dietro una pianta.
Provai a sbirciare oltre quando sentii uno sparo.
-  Tracy ... – ripeteva una voce, come una cantilena - Tracy doveeee sei? -
La donna era spaventata lo avvertivo.
-  Se non ti avrò io, non ti avrà nessuno - disse l'uomo, ubriaco, sulla trentina abbondante, dai capelli castani sparpagliati e dalle occhiaie calcate.
Indossava una maglietta grigia e dei pantaloni militari.
- Né lui – disse. E fece partire un colpo dalla pistola: un uomo era caduto a terra.
- Né lui ... - ne uccise un alto.
Erano in fila, uno accanto all'altro, con le mani alzate terrorizzati.
- Né ... -  la donna (cioè io) ... uscì dal suo nascondiglio.
- Torna da me ... - scoppiò a piangere l'uomo.
- Polizia! Si allontani dalla ragazza e poggi l'arma -.
Boom.
Venne colpita e io con lei caddi a terra.
Buio.

- Cosa succede. Anzi cosa sta per succedere? -
- In un centro commerciale di New York – dissi.
- Quale? - mi chiese il dottore.
- Westfield World Trade Center -.
- Cosa sta per accadere? -
Presi fiato.
- Un uomo ubriaco tenterà di uccidere una ragazza; lei è nascosta – dissi.
- Nessun morto? - chiese il dottore scettico.
- Due uomini. E la donna - dissi ripensando a quello che avevo vissuto.
- Mandate la squadra newyorkese sul posto! -
Descrissi brevemente come era vestito l'uomo.
Poi il dottore mi congedò e me ne andai da lì, stanca più che mai.

Soggetto H112 2 (Soggetto H112 saga)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora