- Mamma?- la chiamai per il corridoio. Stava parlando con un uomo alto e con una folta barba.
- Hank vado in pausa, torno tra un'oretta -.
L'uomo acconsentì e mia madre si incamminò verso di me.
Indossava un camice, ma non ne capivo il perché.
Non era un medico.
Semmai una paziente.
- Dove siamo? - chiesi ingoiando il fastidio che mi dava la visione di mia madre con indosso un camice da dottore.
- Vieni con me ... e ora che tu veda una cosa -.
Passammo nuovamente per il corridoio che avevo percorso poco prima per raggiungerla.
Andavo così di fretta che non avevo notato quanto fosse allegro: aveva le pareti colorate e vi erano appesi disegni. Disegni di bambini.
Piccole caricature dalle mille dita e dai corpi altissimi.
- Dove siamo? – ribattei.
- Non ti ho cresciuta così impaziente - borbottò mia madre, legandosi i capelli biondi e ondulati con un elastico grigio.
- Infatti non mi hai cresciuta - risposi acida.
Sarà pure stata mia madre, ma era la stessa donna che mi aveva affidato al dottor Luster.
E portata via da Malcolm.
- Sei arrabbiata, lo capisco - disse aprendo una porta di acciaio.
In effetti non vedevo mia madre dal momento in cui era venuta a sostituirsi con me nel limbo.
Io ero uscita grazie a lei ... Ma mia madre come ne era uscita?
- Buongiorno - mi disse la voce allegra della dottoressa Rebecca.
- Buon ... giorno? - chiesi scettica.
Primo, credevo fosse ancora notte.
Secondo, non sapevo dove mi trovavo.
- Siediti su, avanti! - mi incoraggiò mia madre con fare gentile.
La stanza era ben illuminata e questa per me era una novità.
Un bellissimo lampadario pendeva dal soffitto.
All'interno dell'ampia stanza era posizionato un grande tavolo tondo. Circondato da una marea di sedie.
Da quelle sedie una marea di persone mi fissavano, sorridendo.
Ma io non ricambiai il sorriso a nessuno di loro.
Non sapevo neanche chi fossero né il perché mi sorridessero.
- Mey? - disse un uomo panciuto dagli occhi verdi.
- Soggetto H112 - risposi scettica.
- Mey è morta -.
L'uomo smise di sorridere e abbassò lo sguardo.
- Ho saputo della morte di tua sorella -.
Come lo sapeva?
- Perdoni il suo poco tatto ... - si intromise una giovane ragazza dalla pelle scura e dai lunghi capelli corvini.
- Piacere, sono Agnes -.
Avrà avuto qualche anno più di me. E aveva un bel sorriso, pensai.
Peccato lo utilizzasse per sorridere a una come me.
- H112 - mi presentai.
Lei mi porse la mano e me la strinse talmente forte da farmi male.
- So chi sei ... qui tutti sanno chi sei - continuava a sorridere e stavo cominciando a disprezzarla.
- Ok. Ora che anche Mey è arrivata possiamo cominciare -.
Mi sedetti tra mia madre e la dottoressa Rebecca, le uniche due donne in camice.
Una eccentrica donna dai capelli grigi raccolti con un bastoncino mi rivolse una strana occhiata.
- Bene Mey. Ti starai chiedendo chi sono queste persone.-
- Si mi era passato per la testa - risposi sarcastica.
Mia madre ammutolì e la dottoressa Rebecca prese parola.
- Queste persone sono ex lavoratori della base. Ognuno di loro ha assistito agli esperimenti che si svolgevano al suo interno è talvolta vi hanno preso parte – disse.
E io cominciai a squadrare tutti tentando di ricordarmeli.
- Ricordi di aver visto Chloe e gli altri bambini scappare dalla base quando erano ancora bambini? Poco prima che arrivassi tu intendo.-
La guardai non capendo dove volesse andare a parare.
- Bene l'uomo che poco fa ti ha rivolto la parola è uno dei militari che ha partecipato alla sua evasione. Loro, invece, sono coloro che le hanno trovato una casa -. Due donne robuste, probabilmente sorelle, mi sorrisero.
Mi voltai.
- Altri ancora come Andrew e Rosalie Park, Mary e Carl Nelson e anche i genitori adottivi di Chloe, Erika e Julian Myers e molti altri hanno preso in affido alcuni di quei bambini.
- Come saprai Andrew e Rosalie ... -
- Sono morti in un incendio insieme hai due figli -. Ricordavo ancora la sensazione di caldo soffocante che ebbi quando mi collegai a Rosalie.
Quando la vidi morire.
Lei e i suoi bambini.
- Non è stato un normale incendio, vero? -
- No - rispose mia madre.
- Richard lo ha appiccato - disse ancora sconvolta mia madre.
Sussultai anche io, quando sentii il vero nome del dottor Luster.
- I bambini erano ... come me?- chiesi pur non volendo sentire la risposta, che sapevo mi avrebbe devastato.
- Esatto – rispose la Dottoressa Rebecca. - Ha ucciso anche due dei tre bambini dei Nelson: la più grande aveva circa la tua età e si è salvata, mentre la più piccola era ancora in fasce quando ... – fece una pausa - quando è ... morta.-
Doveva conoscerli. Ma non chiesi altro, per paura di ferirla.
- Ma io cosa c'entro con tutto questo? -
Tutti tacquero per qualche istante. Poi la donna anziana prese un telecomando e accese uno degli schermi presenti nella stanza.
Per un attimo mi chiesi perché, in una situazione del genere, quella donna accendesse il televisore.-
Dopo pochi secondi capii che non era un televisore, ma un monitor di sorveglianza.
Nello schermo si vedevano bambini. Molti bambini.
Ma anche pre-adolescenti e adolescenti. Sicuramente nessuno sopra i sedici anni.
- Chi sono? -
- Avrai saputo che pochi giorni fa abbiamo fatto evacuare il settore bambini - ora parlava la signora anziana.
-Quelli sono i bambini evacuati, insieme ad altri ragazzi, amici di Chloe per lo più -.
- Avete fatto uscire tutti questi bambini?! - sbottai io.
- Si - disse la donna acida.
- Li avete condannati a morte! - continuai a urlare io.
Tutti cominciarono a borbottare qualcosa.
- Il dottore li verrà a cercare ucciderà voi e i bambini tranne i più potenti, perché ... beh ... quelli li manderà nell'esercito! -
Tutti in quel momento ammutolirono.
- Noi li abbiamo liberati -.
Ora li smisteremo nelle famiglie che abbiamo trovato -.
La donna era impassibile
- Nessuno li vorrà, siamo mostri! - stavolta nessuno fiatò, nessuno si mosse.
- Non siete mostri ... siete diversi - disse mia madre in tono calmo.
- È solo questione di tempo ... - non ero mai stata così arrabbiata in vita mia.
- Lui ci troverà – continuai.
- E ci ammazzerà tutti -.
Detto ciò me ne andai furiosa, percorrendo tutto il corridoio a ritroso.
In effetti si vedeva che c'erano dei bambini in quel luogo.
Mi accasciai su un muro e mi sedetti.
Piansi fino a finire le lacrime.
Tutti quei bambini erano veramente al sicuro?
Pensai ai figli di Andrew e Rosalie Parks: li avevano uccisi e anche Chloe era stata uccisa.
Solo un uomo aveva colpa di tutto questo.
Il dottor Luster.
Io lo avrei fermato.
E c'era un solo modo per farlo.
Ucciderlo.
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Soggetto H112 2 (Soggetto H112 saga)
ParanormalIl soggetto H112 si risveglia nuovamente nella base e come se non bastasse non sa dove si trovi Malcolm È riuscito a fuggire? È morto? E cosa vuole da lei Il dottore? Perchè continua a cercare la madre di Mey, Hellen? Tutto questo nel nuovo capitol...