Svegliarsi

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Questo è il secondo libro della saga del soggetto H112.
Quindi se state leggendo questa storia prima di aver letto il primo libro vi consiglio di leggerlo perché potreste non capirci nada de nada🙂.
Xoxo
Se invece siete i lettori che hanno letto anche il primo, vi ringrazio perché continuate a condividere con me questa storia♥️♥️.
Vi voglio bene💕.


2 mesi dopo
Mi svegliai e guardai il soffitto della mia stanza nella base.
La luce sfarfallava, non c'erano finestre e il rumore dell'aeratore rimbombava nelle mie orecchie.
Socchiusi gli occhi. Non ero pronta ad alzarmi.
Volevo dormire per sempre.
-H112 svegliati - era la voce di un'infermiera, che mi parlava tramite l'altoparlante.
Io mi accartocciai ancora di più sotto le coperte e cominciai a piangere.
Dopo la morte di Chloe e la separazione da Malcolm le mie giornate erano diventate un'agonia.
- Ti passerà - ripeteva il dottore.
Ma io non volevo guarire da quella ferita. Era l'unico sentimento reale che riuscivo a provare.
Malcolm ce l'aveva fatta?
Si era salvato?
Si, doveva essere così.
Per forza ...
Non poteva essere morto lo avrei saputo. Ma non riuscivo a collegarmi con lui, stranamente.
"Fa che non sia morto".
E poi c'era Chloe. Il suo metodo oppositivo di approcciare col mondo.
Il suo sorriso quando avevo scoperto che era mia sorella.
L'amore che provo per lei, non è morto con lei.
Ma anzi vive.
E come può un sentimento così vivo attribuirsi ad una persona morta?
- H112 alzati! - L'infermiera mi stava scuotendo.
- No! - Una scarica di energia mi pervase il braccio e la scagliai contro la porta.
- Altri infermieri si pararono dentro la stanza, per tirarmi fuori e io urlai così forte che la lampadina e gli aeratori esplosero in mille pezzi.
Poi schierai i frammenti davanti a me come un muro e dissi: - State alla larga da me -.
Continuavo a piangere.
- H112 ... - era la voce del dottore all'altoparlante.
- Smettila non ti serve a nulla opporti alla tua situazione -.
- Voglio che mi aumentiate i farmaci -.
Il Dottore sospirò.
- Si rischia che poi tu non ti alzi dal letto - spiegò placido e allo stesso tempo arcigno.
- Io non voglio più ricordarmi cosa era la felicità ... – dichiarai.
- Datele una doppia dose di ciò che prende già -.
Feci cadere a terra le schegge e mi infilai di nuovo a letto.
Consapevole che avrei trovato il modo di uscire di lì.
E cosa più importante avrei ucciso mio zio, il Dottor Luster. Avrei trovato Malcolm e vendicato Chloe.
L'uomo che le aveva sparato sarebbe morto: questo era deciso. Dovevo solo ricordarmi chi era.
Di lì a poco arrivarono degli infermieri con qualche pasticca e io tornai a dormire con il rancore nel cuore.

3mesi dopo
Andai in sala mensa.
Mi avvicinai ad un tavolo vuoto.
Il cibo mi venne portato da un infermiere ma non avevo fame. E sicuramente non di quella sbobba incolore.
La distribuii sul piatto per non far notare che non avevo mangiato. Avevo perso peso. Ero scesa di 4 kili nelle ultime due settimane.
- Posso sedermi? - era una voce sconosciuta.
Quando rialzai lo sguardo, una ragazza di circa la mia età, dai capelli neri tagliati a boccia e dagli occhi verdi mi si era parata davanti con un vassoio.
-Emh ... sì - dissi incredula. Tutto mi aspettavo meno che qualcuno si volesse sedere accanto a me di proposito.
- Piacere K24 - disse sorridendo e porgendomi la mano.
- 24? Non hai un numero a tre cifre? - Lei si demoralizzò.
- Io e mio fratello siamo i 24esimi a essere arrivati alla base. A proposito, si può sedere con noi? -.
- Eh si certo ... – balbettai. Non una ma ben due persone si erano sedute accanto a me.
- Salve mi presento sono K24b -.
Trattenni il fiato.
H112b.
Proprio quando credi di esserne quasi uscita ci ricadi dentro.
-Come è la fuori? -
La domanda mi ferì e sentii come una fitta al cuore.
- È ... bello, credo ...-.
- Hai mai visto una macchina? - Chiese K24b sorpreso.
Da quanto tempo erano lì dentro?
- Da quanto tempo siete nella base? -
- Io avevo 3 anni - disse il ragazzo.
- Io 1 - disse la ragazza.
Forse conoscevano Chloe.
- Conoscete H112b? – chiesi.
Loro parvero improvvisamente terrorizzati.
- Non era la bambina che faceva sempre traballare la base? - chiese K24b alla sorellina.
- Era mia sorella - dissi con decisione, sbattendo il pugno sul tavolo.
La ragazza diede un pugno al fratello.
- Sì, sappiamo cosa è successo - provò a mettermi una mano sulla spalla ma io mi scansai.
Mi alzai e corsi via per il corridoio, trattenendo le lacrime.
Andai a sbattere contro una porta a vetri e collassai a terra.
Mi misi le mani tra i capelli ed emisi un grido strozzato, che però fece spegnere tutte le luci della base.
Una cosa io e Chloe avevamo in comune: eravamo entrambe un disastro. Questo potere.
Ma chi sceglie di averlo?
Io però non lo vedevo come un dono, bensì come una maledizione.
E ormai che mi rimaneva di me stessa?
Risposta semplice.
Niente.

Il dottore quel pomeriggio mi volle parlare, così andai giù in pigiama nel suo studio.
- Buon pomeriggio H112 -.
- Mi prendi per il culo? - dissi acida.
- Modera il linguaggio - ribadì serio.
- Ti ho chiamata per parlarti di una cosa importante -.
Già immaginavo. Chi avrei dovuto rintracciare e uccidere stavolta?
- Riguarda la cosa più importante che abbiamo H112 – sospirò. - Sai cosa è? -
Io rimasi in silenzio e chinai lo sguardo.
- La famiglia - disse secco.
- La famiglia è la cosa più importante che abbiamo -.
- Lei me la ha portata via ... la mia famiglia -.
- Io sono la tua famiglia, ingrata! – Sbottò.
- Lei mi fa schifo - dissi sputandoglielo in faccia.
- Non sarà mai la mia famiglia -.
- Io lo sono. Fine della questione -
- Mentre mettevate in pratica quel vostro stratagemma da ragazzini di sostituzione del corpo nel vuoto della tua testa, vi siete dimenticati un dettaglio - borbottò sadico. - Sai quale è? -
Lo guardai nei suoi occhi azzurri grigiastri.
- No ...-
- Forse a te non importa di tua sorella H112, ma a me importa della mia. –
Non capivo dove volesse andare a parare.
- Dov'è Hellen? -
- Non so dove sia la mamma -.
- Menti ... non si mente alla famiglia! –
Io mi alzai in piedi: - Lei non è la mia famiglia!-
Feci per andarmene ma la porta si chiuse di botto.
Mi voltai e dietro il dottore c'era quel dannato ragazzino telecinetico. La sua spalla.
- Non hai pensato che se la trovassero la darebbero per morta? Magari la seppellirebbero viva? -
- È in un motel di San Francisco, il più vicino a Baretville ... - dissi stanca di sensi di colpa.
- Eccellente H112, nipotina mia -
Rise e la ruga sulla sua fronte si ampliò.
- Posso andare ora? -
- Sì - disse lui ma non a me, bensì al ragazzino accanto a lui-
Il bambino ribaltò gli occhi e aprì la porta.
Feci per andarmene quando ... - Ah e un'ultima cosa H112 -.
Mi voltai verso di lui
- Chiudi quella porta.-
Io in tutta risposta la scardinai e la scagliai fortissimo contro una parete, dove si spaccò a metà.
- Abbiamo finito H112. Per oggi. -
Io me ne andai.

Soggetto H112 2 (Soggetto H112 saga)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora