CAPITOLO SEI

130 4 0
                                    

"Dottoressa, la macchina per la TAC è pronta."

Il cuore mi balza in gola e per poco non tossisco. Inginocchiata a terra, di fronte alla dirompente sessualità di un uomo ferito – anche se non si direbbe – mi sento galleggiare in una bolla d'incredulità. Tuttavia gli anni di esperienza di fronte alle situazioni estreme mi salvano dallo svenire sul pavimento davanti a un uomo seminudo. Approfitto così della mia posizione per recuperare il camice e infilarmelo velocemente; poi mi riavvio i capelli con una mano e, ben attenta a coprire il davanti di T.O.P. con il mio corpo, mi sollevo afferrando le garze sporche che avevo abbandonato sul lettino. Spero di non avere la faccia sconvolta che temo, così faccio appello a tutta la mia freddezza:

"Grazie, capoinfermiera. Qui ho praticamente finit... ah!"

No. Non ci credo.

"Tutto bene, dottoressa?"

Dio, fa che la capoinfermiera resti sulla soglia e non si avvicini; fa che la capoinfermiera resti sulla soglia e non si avvicini...

"S-sì!"

"Prima mi pareva pallida, ma adesso è tutta rossa..."

Cerco di scostarmi discretamente dalle dita di Seung-Hyun che si sono insinuate sotto al camice e mi hanno strizzato il culo.

"E'... ah... stato un calo di pressione quando mi sono sollevata, prima..."

Oddio! Questo bastardo mi ha infilato due dita nelle mutandine...

"M-mi farebbe la cortesia... uhm... di informare gli accompagnatori del paziente..." Le dita di lui mi massaggiano le labbra umide. "Del... paziente... che sarà trasportato nella stanza... numero..."

Ansimo.

"La 108?" mi chiede la donna, dirigendosi con noncuranza verso il sacco della flebo.

"No!" Il mio grido la blocca. "Voglio dire", farfuglio, umettandomi le labbra; "qui ci penso io. Non la 108... facciamo quella vicina al mio ufficio, la..." deglutisco quando Seung-Hyun mi fa scivolare un dito dentro. "La..."

"Personale?"

"Sì!"

La capoinfermiera si abbassa la mascherina sul mento:

"Dottoressa, è sicura di stare bene?"

Cazzo, no! Sì! Oddio! Bastardo!

"S-sì, grazie. Tenga accesa la macchina per la TAC, tra poco arriviamo."

"Sì, tra poco... veniamo." La voce bassa, intensa e canzonatoria di T.O.P. mi fa sciogliere e incazzare al tempo stesso. Come osa? Così rischio il lavoro!

"Oh, ma cosa è successo all'indicatore per la pressione?" esclama lei d'un tratto, le mani al viso, notando la macchina alla quale Seung-Hyun ha dato un calcio, una manciata di minuti prima.

"Ecco... è caduta."

"Sì... non sono stato un paziente troppo delicato" mi fa eco lui, infilando un altro dito. Dio... la pressione che mi esercita dentro è meravigliosa; lo detesto e lo desidero, l'ammazzerei di schiaffi eppure mi farei toccare ancora, e ancora, e ancora. Maledizione!

"Diciamo pure che sei stato un paziente parecchio stronzo..." mormoro tra i denti. Per tutta risposta, con l'indice e il medio inizia ad andare avanti e indietro dentro di me, mentre con il pollice mi stuzzica il bottoncino. Mi mordo le labbra per non urlare.

Infine, con tutta la dignità che mi resta, riesco a dire: "Ci vediamo tra dieci minuti, capoinfermiera."

"Anche meno di dieci minuti, a giudicare da quello che sento qui..." mi sibila lui all'orecchio.

Non resisto più... "Può... andare, capoinfermiera."

Quando finalmente restiamo soli, la rabbia prende il sopravvento e mi divincolo con la fermissima intenzione di schiaffeggiarlo con tutta la forza delle mie mani.

"Come osi?!" ringhio. Ma lui mi blocca con un braccio poderoso; mi china di forza e, quando il mio seno preme tutto contro il lettino...

"Oh, Dio!" grido, sbriciolandomi.

"Sì... ricordati questo momento, Camille."


- HEARTBREAKER -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora