CAPITOLO OTTO

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Non so cosa ribattere.

"Chiudi la porta, piccola."

Non mi piace prendere ordini. Ma, più che un ordine, questa sembra l'urgente richiesta di qualcuno che non vede l'ora di farti venire, e non in senso figurato. Chi sono, io, per replicare?

Vergognandomi di me stessa, mi alzo e mi dirigo tuttavia verso la porta. Chiudo la serratura con un click.

"Adesso vieni qui, Camille."

Mi umetto le labbra.

"Ti prego, dottoressa."

Le mie gambe obbediscono, mentre il cuore mi ruggisce nel petto.

"A cavalcioni su di me."

Quanto sono contenta di aver indossato la gonna! Me la sollevo fin sulle cosce per sedermi comodamente sul suo pacco. T.O.P. solleva i fianchi per incontrare le mie mutandine ancora umide. Mi afferra l'estremità della treccia e mi attira a sé:

"Dopo dovrai spogliarmi." Deglutisce. "Come sai, sono... debilitato."

Ho già il fiato corto.

"Intanto... ti prego, Camille, baciami."

Quando un ragazzo ti chiede un bacio, ti immagini il contatto dolce di labbra contro labbra, o un sensuale gioco di lingua. Con Seung-Hyun no. Con lui, baciare è toccare e mugolare e succhiare e assaggiare e immaginare cose indicibili fino a farti gemere per ogni singolo, fottuto tocco.

Quando ci scostiamo leggermente l'uno dall'altra per riprendere fiato, ho le sue mani sulle tette e il suo uccello che preme contro le mie mutande. E non me ne sono nemmeno accorta!

"Solo tu hai il potere di farmi sentire meglio, dottoressa."

'Dottoressa': basta questa parola a innescare la modalità dirty.

"Oh, Camille... mi fai impazzire."

E 'Camille' basta a ricordarmi di non innamorarmi, non innamorarmi, non innamorarmi...

Ci baciamo di nuovo.

"Anche tu mi fai impazzire, Seung-Hyun" sono costretta ad ammettere. Struscio le anche contro di lui e lo sento gemere.

"Piccola, non farmi questo..."

"Questo... cosa?" lo stuzzico, muovendomi più veloce.

Ed è allora che accade.

Incurante dell'immagine professionale che dovrei comunicare una volta fuori da questa stanza – sempre ammesso che riesca ad allontanarmi da lui, porca miseria – mi strappa, letteralmente, la camicetta. I bottoni bianchi volano ovunque.

"Camille, basta cazzate!"

La povera creazione di Victoria's Secret vola per terra assieme ai bottoni e grido quando T.O.P. mi succhia un capezzolo con forza.

Non riesco ad articolare alcuna parola coerente mentre lui succhia, carezza e si muove, ancora vestito, sotto di me; gli affondo le unghie sul petto e lui sibila, per poi mordermi il collo in un gesto possessivo quanto eccitante.

"Dio!" Non so se sono io a invocarlo o se è lui; tutto quello che so è che mi ritrovo sdraiata sulla schiena, il suo bel viso sopra di me e il suo corpo calato tra le mie gambe.

"Mi hai stuzzicato... non meriti nessuna pietà, piccola."

Tremo di desiderio.

"Devo lavorare..."

"Devi stare qui."

"I tuoi punti... la medicazione..."

"Cosa cazzo pensi che m'importi della medicazione?!" mi ringhia contro; "voglio averti, Camille... adesso."

Mi si preme tutto contro e il suo peso quasi mi toglie il respiro, ma quando mi bacia tutto si dissolve in un tremore senza nome e un desiderio che, di nome, porta il suo.

T.O.P. calcia via i pantaloni e quando si inginocchia sul letto per togliersi i boxer, lo ammiro in tutta la sua bellezza: il corpo tonico, slanciato e muscoloso; l'espressione così dannatamente arrapante e quel membro grosso e turgido che aspetta solo di essere...

"Oh, cazzo!"

"Sì, così, piccola..."

Mi affonda dentro fino in fondo e grido, avvolgendolo: una meravigliosa sensazione di pienezza. Sono di nuovo vicina all'orgasmo, come sospetto lo sia anche lui, ma voglio godermi la sua espressione. Un altro po'. Un momento ancora.

Ci muoviamo lentamente, cercando di prolungare tutto, ma siamo entrambi al limite.

Mi morde un seno fino a lasciare un segno ma gli stringo la testa e ansimo: marchiami, vorrei dirgli; fammi tua e non solo per oggi, davanti a questo tramonto. Non andartene. Non partire.

"Camille... io..."

Geme e si morde il labbro inferiore muovendosi sempre più velocemente; lo assecondo con gioia – oddio, non ce la faccio più ad aspettare – e infine esplodiamo insieme in un orgasmo ampio quanto il cielo.

Seung-Hyun mi si abbandona addosso, il respiro strozzato e il membro ancora rigido tra le mie cosce. Gli bacio i capelli a spazzola, carezzandogli la schiena.

Cosa è appena successo tra noi? Come dovrei reagire?

Lui mi bacia delicatamente il collo, scostandomi le ciocche di capelli dal viso.

Mi guarda: "Camille."

Non so dove ci porterà il futuro. Ma so che lotterò per restargli accanto.

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