CAPITOLO DODICI

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"La sua temperatura si è abbassata ed è pronto per essere dimesso. Firmi qui, prego."

Firmi qui, prego.

Firma qui, Camille, per lasciarlo andare e non vederlo mai più.

"... Voglio effettuare un controllo per l'ultima volta" ribatto, asciutta.

"Abbiamo già..."

"Non m'importa di cosa avete fatto! Lo farò io, va bene?!" Lo so: il mio tono è un tantiiiiino isterico, ma nessuno osa contraddirmi mentre mi dirigo a passo di marcia verso la sala VIP – T.O.P. si è fatto trasferire al piano di sopra, probabilmente per non dovermi incontrare di continuo – e poi spalanco con un calcio le porte del reparto.

Quando entro nella sua stanza, lo trovo seduto sul bordo del letto, di spalle. Sta guardando fuori dalla finestra e indossa una divisa identica a quella insanguinata con cui è arrivato qui appena due giorni fa.

"Sono venuta a controllare la temperatura e i punti di sutura."

"Vaffanculo."

E' come se mi avesse schiaffeggiata. Tuttavia raddrizzo la schiena: "Sono ancora il tuo medico e devo controllare punti e temperatura, forza."

"Me ne sto andando, quindi non sei più il mio medico."

"Te ne andrai quando io firmerò il modulo di dimissioni! Non fare l'idiota e spogliati!"

Ecco fatto: la mia voce è salita di un'ottava e le mie mutandine si sono inumidite. Cazzo, perché Seung-Hyun deve sempre farmi quest'effetto?

T.O.P. ha voltato per metà la testa verso di me e mi osserva. Poi l'angolo delle sue labbra si arriccia in un sorrisetto cattivo:

"Ti piace darmi ordini, eh? Che sporcacciona."

Divoro a grandi passi la distanza che ci separa, decisa a schiaffeggiarlo per quest'ultima mancanza di rispetto; mi porto proprio di fronte a lui e sollevo la mano... quando me la blocca a mezz'aria.

"Mi ecciti, se fai così."

Oddio! Il mio cuore ruggisce. Il sangue nelle vene diventa lava. Mi fa male tra le gambe.

"Fottiti, Seung-Hyun-shi!" Cerco di liberare il polso. Impossibile: la sua stretta è di granito.

"Che linguaggio... sei un medico, ricordi?"

"Vaffanculo" ringhio. "Se davvero mi considerassi un medico, mi lasceresti fare il mio lavoro!"

"Te lo volevo proporre, un lavoro!" esplode lui; "il manager Lee voleva parlarti proprio per questo!"

"Lo so, cazzo!" sbotto, a voce alta quanto la sua; " io..."

"Di cos'hai paura, Camille?!" mi urla in faccia, gli occhi che lampeggiano; "dimmelo, e facciamola finita!"

"Di nulla!"

Seung-Hyun mi strattona ancora un polso: adesso ci fronteggiamo, i respiri mozzi, le guance in fiamme.

"Non è vero!"

"Lasciami!"

"Non è vero! Dimmelo! Di cos'hai paura?!"

"Ti ho detto di lasciarmi!"

"Voglio che tu mi segua, stupida!"

Oh. Mio. Dio.

"Voglio che tu mi segua e che tu lavori all'ospedale del mio distretto! Cazzo..." T.O.P. si passa una mano tra i capelli già spettinati e poi si tira una ciocca verso l'alto. "Dio!" inveisce ancora, di fronte al mio silenzio attonito. "Non capisci che non posso starti lontano? Eh? Che... ancora un anno e tre mesi in quella merda, senza di te... dopo averti assaggiata, io... come potrei..."

Lo guardo negli occhi. Lucidi. Seung-Hyun distoglie lo sguardo, ma continua a stringermi il polso. Mi fa male. E mi fa bene.

"Cazzo, Camille! Sesso? Solo sesso? Ma sei impazzita?!"

Adesso mi fulmina con lo sguardo, come se mi disprezzasse. O forse a disprezzarmi sono solo io.

"Dimmi perché vorresti rifiutare, Camille!"

"Fottiti!"

"Non ti piaccio?"

"Fottiti!"

"Non vuoi starmi accanto?"

"Lasciami!"

"Ti faccio così schifo da non volerci neanche provar..."

"Non voglio innamorarmi di te!"

BANG.


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