CAPITOLO UNDICI

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Seung-Hyun mi stringe ancora tra le braccia. Tutto il suo corpo vibra, benché lui non si stia muovendo. All'improvviso arretra di un passo, le braccia lungo i fianchi. Immobile.

Derubata del suo calore, schiudo la bocca per protestare... prima di guardarlo in faccia.

Sta respirando lentamente, lo sguardo puntato su di me, come se attendesse di essere studiato... o comandato?

"Seung-Hyun-shi...?"

Silenzio.

"Seung-Hyun... stai bene?"

Ancora silenzio.

"Dovrò trascorrere ancora tanto tempo... là..." deglutisce. "E poi dovrò ricominciare con la band." Non riesco a parlare. Allora è di questo che vuole parlare? E i miei muri si innalzano: allontanati prima di essere allontanata.

"Seung-Hyun, lo so che è stato solo sesso... non preoccuparti."

Un temporale si agita nel suo sguardo.

"La pensi così?"

Sospiro, il cuore pesante come un macigno. "Non vorrei, ma sono una donna pratica. So che sei solo di passaggio." Essere realistica è sempre stata una delle mie doti migliori: mi ha aiutata a ponderare, e a scegliere un percorso lavorativo adatto alle mie capacità.

Sognare – specialmente sognare un rapporto con un uomo del genere, un uomo che vive quella vita – è per ragazzine. Sognare non paga l'affitto. Sognare delude. Sognare è legarsi a qualcuno, impegnarsi, sperare che vada bene e poi restare soli.

"Sei stato il sesso più bello della mia vita" replico, con un grande sorriso. Sento già le lacrime farsi strada dal retro del mio cranio. Merda! Fa già male.

Seung-Hyun continua a fissarmi, a un passo da me. Adesso la sua espressione è a metà tra l'incredulo e l'offeso. Anche le celebrità meritano un rifiuto, di tanto in tanto.

"Camille."

Gli basta una sola parola per immobilizzarmi, eccitarmi e farmi sua.

Schiude le labbra, ma trascorrono una manciata di istanti prima che lui parli. Quando lo fa, tutto il suo corpo è in apparenza rigido... anche se sospetto sia più una molla pronta a scattare.

"Camille." Silenzio. Deglutisce. "Quello che c'è stato tra noi – quello che abbiamo iniziato a fare in sala operatoria e poi quello che è successo nell'altra stanza" continua, indicando il muro con un cenno della testa; "è stato solo sesso?"

No!

"Io..."

"Pensi che lo farei con tutte?"

Oh, non dirmi che fino a ora hai aspettato il vero amore!

"N-sì... non lo so, io..."

"E credi che io sia solo T.O.P., non è vero?" Questo suona come un'accusa.

"Ti ho visto come un uomo dal momento in cui sei entrato!" E' vero. Un uomo con un cuore pulsante... ma anche con un paio di pantaloni da sbottonare. Mi disgusto: sono talmente abituata ad assorbire ogni occasione che potrebbe rendermi felice, da non considerare davvero l'emotività che si porta dietro.

"Sì, il sesso della tua vita, o quello che è."

"Seung-Hyun-shi... io sono solo un medico, tu invece sei..." Mi avvicino, un braccio teso verso il suo petto. Lo sfioro: Dio, scotta.

"Hai la febbre..."

"Lascia perdere!" Mi allontana la mano con uno schiaffo. "Pensavo fossi meglio di così, invece sei solo un'altra che può dire di essere venuta a letto con me." Si volta ed esce, sbattendosi la porta alle spalle.

In questa stanza, adesso, ci siamo solo io e la mia carriera. E, tra le due, non so chi si sia fatta più male.


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