CAPITOLO TREDICI

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Seung-Hyun si immobilizza. E, a poco a poco, la sua presa sul mio polso si allenta.

Finalmente l'ho detto.

Sto piangendo.

"Non voglio..." singhiozzo. "Nessuno..." Singhiozzo. Mi asciugo le lacrime con i pugni, come i bambini piccoli. "Nessuno... che possa abbandonarmi..."

"Camille..."

"Tu... "Singhiozzo. "Sei un uomo, ma merda, sei anche T.O.P.!" Singhiozzo. Isterico, stavolta. "E sei di leva..." Singhiozzo. "Io ho paura..." Singhiozzo. "Che tu ti stanchi di me."

"No..."

"Il sesso non significa nulla, Seung-Hyun-shi..."

"Non dirlo."

"Guarda la..." Singhiozzo. "Realtà."

Lui mi scosta i pugni dal viso, baciandomi le lacrime sulle guance. Apro gli occhi nella fredda luce al neon di questa stanza e il mio cuore perde un battito.

"Camille" mi chiama, con la sua voce incredibilmente calda e avvolgente, come una coperta davanti al fuoco in una giornata d'inverno; "guarda la realtà."

E inizia a spogliarsi.

*** *** ***

La sua camicia verde cade a terra. Il suo ampio petto si alza e si abbassa al ritmo del respiro accelerato. Si passa una mano aperta sull'inguine. Due volte. Inizio a sudare. Poi, con esasperante lentezza, Seung-Hyun si slaccia i bottoni dei calzoni. Se li sfila, restando solo con i boxer.

"Sono solo io, Camille." Si umetta le labbra.

Come ho fatto a diventare una cosa così molle e umida di fronte a lui? Non mi ha ancora toccata, eppure sono già pronta. E, per la prima volta, ho paura di cosa potrebbe significare.

"Sono io" ripete, piano. "E questa è la realtà" aggiunge, prendendomi delicatamente una mano e portandosela al petto. Poi, lentamente, sull'addome. E infine più in basso: proprio dove volevo toccarlo.

"Non mi vuoi davvero..."

Lui inarca un sopracciglio:

"Ti sembra che non ti desideri abbastanza?"

Ma prima che possa replicare, mi afferra sotto le natiche e mi sbilancia, facendomi cadere sul letto, di schiena. D'istinto schiudo le cosce e mi mordo un labbro.

"Sei così incredibilmente bella, dottoressa." Mi sfila la gonna. Resto con i collant. Mi respira sull'ombelico, adesso, seppur senza sfiorarmi. Gemo.

"Tu mi lascerai..."

"No." Bacio sull'addome.

"Ti stancherai di me e mi lascerai."

"No." Bacio sull'addome. Poi mi abbassa l'elastico dei collant e mi infila la punta della lingua nel mio ombelico. Emetto un gemito soffocato.

"Sei come tutti gli altri uomini..."

"Mmmh... tutti gli altri saprebbero farti... questo?"

Cazzo!

*** *** ***

Seung-Hyun mi strappa i collant tra le cosce e solo quel rumore basterebbe per farmi venire... Ma adesso ha scostato il bordo delle mutandine di cotone, infilando due dita dentro la mia umidità. Poi, con la bocca, ha iniziato a baciarmi e succhiarmi le labbra con una costanza che mi ha mandata subito su di giri. Mi contorco a gambe spalancate sul letto, cercando di fare meno rumore possibile. Mi sto mordendo talmente forte il labbro da ferirmi, ma cosa posso fare? Quest'uomo mi fa impazzire! Due dita, la sua bocca e poi... quando il suo pollice disegna piccoli cerchi sulla sommità, l'orgasmo esplode in un'onda potente che spazza via paure, inibizioni e anche l'ultimo brandello di decenza.

"Seung-Hyun-shi!" grido, e sull'onda di quel primo orgasmo lui mi dirotta verso una nuova tempesta, che sfocia in un orgasmo dopo l'altro, sempre più ravvicinati, sempre più intensi.

Sono senza fiato, senza forze...

E poi mi ritrovo a cavalcioni su di lui, i boxer volati chissà dove, il membro sotto l'abbraccio caldo delle mie gambe, il mio camice sbottonato e sollevato fin sotto al seno.

"Adesso, zitta" mi intima a bassa voce, nello stesso istante in cui mi strappa le mutande. Mi copro la bocca con entrambe le mani. E' come se il mio corpo non mi appartenesse più...

"Sei un idiota..."

"Sono un idiota" mi fa eco lui, sorridendo, spingendosi tutto dentro di me; "e ti desidero più di ogni altra cosa, Camille..." Si muove. Piano, lentamente. Che tortura.

"Seung-Hyun!"

"Sì, dottoressa" mi sibila all'orecchio, baciandomi il collo mentre mi penetra più a fondo; "grida il mio nome... solo il mio..."

Mi muovo rapidamente, ma mi costringe a fermarmi stringendomi i fianchi fino ad affondarmi le lunghe dita nella carne. "Po-potrei venire..."

Gli tiro i capelli. "Dì che mi vuoi!"

"Camille..."

"Dillo!"

"Ti voglio!"

E che mi amerai, vorrei dirgli. Ma non ho il coraggio.

Mi lecca il collo, un affondo dopo l'altro. Sono di nuovo al limite.

"Vieni con me, Camille..."

"Io..."

"Voglio te, cazzo! Perché resisti ancora?"

"Ho... Ah...! Paura..."

"Non ti lascerò, piccola..."

E quando Seung-Hyun mi volta di nuovo sulla schiena e si stringe le mie gambe intorno ai fianchi – me ne frego dei punti di sutura! – mi blocca il mento con una mano, affonda ripetutamente dentro di me e alla fine grida una sola parola.

Una parola ch educherà di nuovo il mio cuore.

Una parola che mi salverà.

"Mia."


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