11. Alexandra Bieber

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Justin's POV

Erano passate due settimane da quando ho scoperto che Alex era mia sorella e da lì non mi sono più staccata da lei.

Avevamo passato queste ultime settimane in compagnia dei ragazzi tra serie TV, film horror, uscite e partite alla PlayStation, perché si, avevamo insegnato ad Alex a giocare e a giudicare dalla reazione di David, cioè scaraventare il joystick sul letto e andare a mangiare biscotti dopo aver perso tre partite a FIFA, è abbastanza brava.

Ma nonostante tutto non ho potuto fermare il tempo e domani partirò per Atlanta e devo risolvere alcune cose, tra cui il fatto che Alex e Jeremy non si parlano ancora.

Mamma ha preferito che lei rimanesse con noi e ha approfittato di questa cosa non solo per arredarle la stanza degli ospiti, ma anche per conoscerla meglio e devo dire che vanno molto d'accordo.

"Ehi"

Richiamai l'attenzione di Alex che era seduta sullo sgabello del pianoforte.

"Ciao", sorrise.

"Posso?", dissi indicando lo sgabello, lei come risposta mi fece spazio e mi accomodai.

Rimanemmo in silenzio per un paio di minuti a fissare lei il vuoto e io i tasti del piano.

"Sai", cominciò Alex "Non ci credo che domani parti e che già passato un mese", sospirai.

"Già e in questo mese è successo di tutto"

"Si"

"Alex senti, che ne dici di andare a parlare con Jeremy?", a quel nome si irrigidì.

"Non credo sia una buona idea", abbassò lo sguardo.

"Ti prego, vorrei sistemare qualcosa prima di partire e sinceramente vorrei scusarmi anche io per il tono utilizzato"

"Ci penserò va bene?", annuì
" Ti va di suonare qualcosa?"

"Certo"

Alex posizionò le sue piccole dita sopra i tasti dando inizio ad una melodia e me conosciuta facendomi sorridere.

"Life is worth living?"

"Già, mi sono innamorata di questa canzone", mi avvicinai a lei e le baciai la fronte.

"Ti voglio bene"

"Anche io Justin"

Cominciammo a suonare e poco dopo cominciai a cantare trascinando anche Alex.
Eravamo in sintonia, una cosa unica.
Mille brividi percorsero la mia schiena e istintivamente un sorriso comparve sulle mie labbra.

Una volta finito restammo a fissarci per un paio di minuti.

"Però, non te la cavi male", le dissi.

"Beh nemmeno tu Bieber"

Scoppiammo a ridere e poco dopo vedemmo un flash.

"Mamma dai"

"Io? Non ho fatto niente, non sono stata io a farvi una foto no", disse per poi sparire in cucina.

"Certo come no", urlai per farmi sentire.

Posai lo sguardo su Alex che sembrò diventata seria.

"Tutto bene?"

"Voglio andare a parlare con papà"












Eravamo davanti casa sua da cinque minuti e ancora non aveva suonato.

"Ho paura", posai una mano sulla sua spalla e la incoraggiai, fece un respiro profondo e suonò.

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