Io sottomessa, lui padrone

Mi accarezza la schiena

Immersa dal dolore mi stringo tra le mie ossa. Mi manca la mia vita
Voglio andarmene da qui
Mentre nella testa mi rimbomba la domanda "perchè me ?" "Per quale motivo?" "Che cosa ho sbagliato ?"
Chris Gordon entra nella stanza.
Noto il suo sguardo freddo. Si avvicina al letto, io lo guardo quasi con uno sguardo di supplica. Sono dolorante ovunque, reggerei a fatica altri colpi come quelli di ieri.
Lui mi continua a guardare, io torno a rannicchiarmi affondo la guancia sinistra nella coperta ruvida.
Si siede dietro di me sento il suo sguardo sulla mia schiena.
Azzarderei a dire "dolcemente" mi tira a sè prendendomi in braccio.
Lo lascio fare, non sono in vena di ribellarmi.
Devo dire che ha un corpo muscoloso. Se fossi la sua ragazza, sarei stata ben contenta di essere, come ora, tra le sue braccia possenti .
Mi appoggio sul suo petto. Non so che intenzioni abbia ma non credo che siano cattive.
Facciamo le scale. Lui sta attento a non farmi scontrare con nessun oggetto al quale siamo passati vicino.
Sento la TV in sottofondo.
Sono stanca morta, potrei addormentarmi anche tra le braccia di questo uomo, pedofilo , pezzo di M che non è altro. Per un attimo mi viene un attacco di rabbia, adrenalina che mi permette di ribellarmi cercando di liberarmi dalle sue braccia.
Lui senza cattiveria mi stringe ancora di più dandomi un bacio sulla fronte.
Si siede sul divano di pelle nera.
Mi appoggia delicatamente sulle sue gambe facendomi mettere a pancia in giù. Ora sto tremando, non ha intenzione di sculacciarmi, vero ? Ti prego no. No.
Mi accarezza la schiena con ancora le ferite aperte, mi accarezza tutti i lividi, sui fianchi, sulle gambe e sulle braccia, passa le dita sui tagli.
Mi accoccolo tra le sue braccia, sfinita.
In sottofondo continuo a sentire la TV anche se sento il suo sguardo su di me.