Il ticchettio dell'orologio che scandisce i secondi mi mette davvero tanta ansia.
Ora sinceramente non so cosa succederà. Gordon è imprevedibile. Beh...è bipolare.
Nel momento in cui imitavo la mia espressione sento bussare. È incredibile come mi coglie sempre in fallo...
Dico "avanti" ? Faccio finta di dormire ?
Ora faccio la tipica espressione mia : "come sono stupida" velocemente, senza fare rumore, mi metto in una posizione credibile da ragazza che sta dormendo e non vuole essere svegliata perchè dorme da dio, mi sposto perciò su un fianco, metto le mani sotto al cuscino il quale è freddo, ciò mi provoca un brivido.
Entra.
Si muove piano.
I passi sono leggeri
Il legno scricchiola sotto le suole.
Si avvicina.
Sento che mi osserva.
Si siede al fianco del letto, dalla parte in cui sono rivolta.
Con semplicità, senza tanti giri di parole e con un pizzico di ironia
G- lo so che non stai dormendo.-
Se lui non mi avesse fatto tutto ciò che mi ha fatto e se le circostanze fossero state diverse, giuro che avrei riso.
Ma appunto, non l'ho fatto.
Non aggiunge nient'altro.
Si alza e va dall'altro lato del letto, si toglie le scarpe e si sdraia.
Mi abbraccia.
Sono rigida, come è ovvio e come è giusto. Ogni mio centimetro, anzi millimetro di pelle è in allerta a qualsiasi tocco, qualsiasi cosa estranea che mi sfiora per essere pronta ad ogni male. Ogni dolore. Ogni perdita. Ogni piccola morte.
Mi accarezza il fianco, la sua mano percorre tutta la curva del mio corpo, dalla spalla, fino all'ossicino che ho in fuori dell'anca.
Poi ricomincia, spalla-coste-anca
Un movimento repentino, ritmato dal mio respiro.
E stranamente mi piace.
Per un attimo, forse l'unico attimo e forse me ne pentirò a breve di aver fatto questa affermazione, mi rilasso.
Strano a dirsi, visto che odio le sue mani, odio il suo tocco, odio lui.
Mi viene da piangere. Ripenso a cosa mi ha fatto, all'umiliazione che ho subito, al dolore che ho provato.
Per la prima volta, mi lascio andare e cado in un pianto profondo.
Le lacrime non smettono di scendere.
Mi abbraccia, io resto tesa, non mi aspettavo quella mossa e forse è l'ultima mossa che precede lo scacco matto.
Effettivamente. Veramente, è la prima volta che ho davvero voglia di morire.
Nessuno mi è venuto a cercare, mi sono fidata di un ragazzo che portava una maschera fissa sul volto e io ingenua, non mi sono accorta di questa fino a che mi sono trovata qui, in questa gabbia con sbarre di ferro arrugginito.
Quindi se morissi, non farei rumore.
Non ci sarà nessuno all'università che dirà bisbigliando all'amica "ultima notizia, sai che è morta quella ragazza del corso di letteratura, quasi trasparente sia di importanza che di fisico ?"
E a me, con tutta la sincerità possibile, va bene così.
Lui continua ad abbracciarmi, ma sta abbracciando ormai un corpo privo di vita. Tolta la dignità di donna. Tolte le poche forze che il mio corpo mi può concere, tolta la libertà di scelta, tolta la libertà di respiro, di parola. Si toglie anche quel micropuntino insignificante nell'universo, tra i 7 miliardi di persone, tra "ogni 5 secondi muore una persona".
Bene, che sia una di quelle persone che muorirà tra 5 secondi.
Non ho mai creduto in dio.
Ma se esistesse per davvero, ho una cosa da dirgli. Da confidargli.
Vi do a voi, con immenso piacere e gioia dal profondo del cuore, a voi 1699 miliardi di persone, buona vita, a te Gordon, no, non te la auguro.
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Io sottomessa, lui padrone
ChickLitEmily, ragazza di 19 anni timida con problemi di autolesionismo. È al primo anno di università, lui, Chris Gordon un uomo famoso, elegante, sempre in giacca e cravatta, scrittore dei libri più conosciuti in quel momento, ecco lui è anche l'insegnant...