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<< ripetimi perché dovrei aiutarti, Malfoy. >> ringhiò stizzito Justin Finch–Fletchley, facendomi quasi sorridere. Tra me e il nato babbano non c'era mai stata quella giusta intesa che poteva far intravedere un qualsiasi rapporto di amicizia - per ovvie ragioni a mio parere-, così la sola idea di potergli chiedere aiuto mi disgustò all'istante, ma era necessario il suo intervento.

<< senti, >> iniziai appoggiando una mano sul muro, per potergli bloccare l'eventuale fuga, e lo guardai dritto negli occhi << sai quanto io detesti chiedere aiuto a un Tassorosso, anzi, sai quanto io detesti chiedere aiuto in generale! >> e mi morsi il labbro inferiore indeciso sul da farsi

<< bene, su qualcosa siamo d'accordo: entrambi non vogliamo chiedere aiuto all'altro. Con permesso. >> e si allontanò voltandomi le spalle.

<< stupido Tassorosso. >> borbottai avviandomi verso una ragazza che, se la memoria non mi ingannava, era Eleanor Branstone, la compagna di banco del simpatico ragazzo.

<< Eleanor. >> la chiamai, e lei sembrò rallentare il passo alzando un sopracciglio. La bionda mi scrutò attentamente, dubbiosa e incuriosita - molto probabilmente - del perché io mi ritrovassi a parlare con lei e, forse, non lo sapevo nemmeno io << Draco Malfoy, che vuoi? >> domandò con quella sua voce irritante che mi incitò quasi a cruciarla all'istante 

<< so che sei amica di Finch-Fletchley, vorrei che tu lo convincessi ad ascoltare la mia richiesta. >>

<< scordatelo, >> sputò acida la ragazza << gli hai reso la vita ad Hogwarts un inferno e ora pretendi anche un aiuto da parte sua? Non vali così tanto, Malfoy, da poter avanzare delle richieste. >> e senza farmi controbattere se ne andò, facendomi restare solo. Mi morsi il labbro per non urlare.

Tempo prima nessuno si sarebbe mai azzardato a parlar male di Draco Malfoy, a sentire il mio nome tutti si spaventavano o tramavano o semplicemente chinavano il capo in segno di rispetto. I bei vecchi tempi, pensai appoggiandomi al muro e guardando dalla finestra il cortile con qualche studente del primo anno.

Sinceramente ero stanco di trattenermi, il rispetto che avevo ottenuto con tanta facilità era merito di mio padre e ora che era diventato noto che era uno dei seguaci più importanti per il Signore Oscuro, - o perlomeno uno dei pochi che era stato così leale nei suoi confronti da macchiarsi di pesanti crimini - nessuno avrebbe dovuto deridermi, ma allora perché quelle occhiatacce da parte degli altri? Perché sembrava sempre che, in quella battaglia, avessero partecipato solo i miei genitori e che quindi eravamo noi i cattivi?

Per quanto ne sapevo, anche alcuni Corvonero o Tassorosso si erano schierati con le proprie famiglie, pronti a seguire Voldemort, restando sempre ben nascosti. Quando però Potter vinse, si proclamarono suoi alleati e festeggiarono come se le azioni da loro compiute fossero diventate meno rilevanti. E la rabbia era tanta, perché nessuno guardava male un Tassorosso, nessuno diceva che un Corvonero era spietato, e di certo nessuno poteva mai sconfiggere i valorosi Grifondoro, con il loro coraggio e la loro bontà d'animo.

Storsi il naso scivolando lungo il terreno, e fissai il soffitto.

Non avevo scelto io di appartenere a quella casata, il Cappello Parlante mi aveva mandato in quel posto, e per qualche volontà divina era nato in una famiglia che non avrebbe MAI rinunciato al proprio status sociale solo per seguire Harry Potter, diventando giusti e leali nei confronti degli altri. 

Forse era per quello che avevo sviluppato una certa ostilità nei confronti degli altri ragazzi, magari ero invidioso, così facevo del male, e da una parte capivo perfettamente come si sentiva Finch–Fletchley, ma non potevo arrendermi. C'era in gioco la vita di Potter e, anche se un minimo, dovevo provare a fare qualcosa.

Stop my heart - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora