L'Amazzone e l'Angelo

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Quando Harry torna a casa i suoi occhi sono ancora sgranati, le iridi tinte di un verde pallido. Si incammina con i vestiti grondanti d'acqua al divano del soggiorno e ci si lascia cadere sopra emettendo un forte sospiro.

Quasi gli viene un infarto quando sente Margaret strillargli contro.

-HAROLD EDWARD STYLES!-

Il ragazzo è incapace di rispondere, troppo preso a ridisegnare i contorni di quella creatura celestiale dagli occhi di ghiaccio che ha incontrato poco prima.

-Guarda! Sei tutto bagnato! Ti prenderai una polmonite! Vado subito a cercarti dei vestiti comodi e asciutti, aspettami qui e non ti muovere, a meno che tu non voglia dare un ulteriore dispiacere a questa povera vecchia!- pigola la donna sparendo su per le scale.

Quando torna, Harry non si è mosso di un centimetro, è come ipnotizzato.

-Tieni, vai in bagno e cambiati immediatamente. Io e Oscar ti aspettiamo per cena, e mettiti un panno in testa per l'amor del cielo!-

Harry obbedisce senza fiatare, e quando ha finito di far sgocciolare la sua enorme massa di capelli color cioccolato si dirige nella sala da pranzo, mettendosi seduto al suo posto.

-Buonasera piccolo Duca del Northumberland, fatto una bella cavalcata?- domanda il signore gobbuto -nonché marito di Margaret- ad Harry, che sembra accorgersi della sua presenza solo in quel momento.

-Oh!-

-Sembri distratto oggi... Non ti sei accorto che pioveva?-

-Sì, sì, certo che me ne sono accorto, solo non avevo voglia di stare chiuso in camera-

-Margaret è un po' arrabbiata. È stata in pensiero tutto il tempo da quando sei uscito-

-Lo so, scusatemi...- mormora lui abbassando lo sguardo.

-Sai che non riesce ad avercela con te per più di un'ora o due, però dovresti scusarti anche con lei quando torna- suggerisce Oscar sorridendo al ragazzo.

Ed è in quel momento che Margaret fa il suo ingresso tenendo in mano un grosso vassoio d'argento coperto da una lucente cloche. Harry allora la scruta, rammaricandosi nuovamente. Nota in lei occhi grigi e tristi. Decide di alzarsi e di andare a dare una mano per toglierle dalla presa quel peso che le grava su una schiena che ne ha già subite tante con il passare degli anni.

-Grazie Harold, sei buono, diventerai un gran Duca un giorno per merito della tua gentilezza e della tua bontà d'animo, porterai onore a tutta la tua famiglia...-

E Harry si sente mancare le forze udendo quelle parole.

La sua famiglia.

La sua famiglia. I suoi genitori. Quelli che il destino aveva voluto strappargli dalle mani così presto, non certo quel pomposo di suo zio Baldric, l'Arci Duca di York.

-Non ho più nessuno a cui dover portare onore-

-Non dire così caro. Ma non parliamone ora, c'è lo stufato di cervo, avrai una fame da lupi. Rifocillati e poi va a coricarti- dice la donna donandogli una carezza.

La cena prosegue in silenzio. Harry non ha voglia di parlare con i suoi domestici visto che lo sta già facendo abbastanza con il suo cervello che non ne vuole sapere di smetterla di formulare domande assurde.

Rivedrò mai il ragazzo della Brughiera?

Come si chiama?

Quanti anni ha?

Sembravo un'amazzone ha detto. Le amazzoni sono donne però. Lo avrà detto per prendermi in giro?

Era da tanto che nella vita di Harry non si insinuava una certezza. La sensazione era strana. Sorrise mentalmente. Era certo di voler rivedere quel ragazzo. Una stretta allo stomaco. Doveva sapere. Doveva conoscerlo. L'indomani sarebbe sicuramente andato a cercarlo.

Non si accorge neanche di essersi alzato dal tavolo investito da quel turbinio di pensieri e di essersi diretto verso la sua camera senza salutare. La voce di Margaret però riesce a destarlo. Si ferma e origlia, nascosto dietro la grande porta di legno della sala da pranzo.

-Non ti sembrava che Harold fosse strano a cena Oscar?-

-Forse un po' silenzioso, ma tu ti preoccupi troppo-

-Ah sì? Mi preoccupo troppo? Ha perso i genitori e da allora sembra che il suo animo sia morto con loro-

-Margaret, è normale essere tristi per la perdita dei genitori, prima o poi gli passerà, ha solo 20 anni-

-Tu sei un uomo e non capisci niente!- trilla la donna sbattendo una mano sul tavolo.

-Come ti pare-

-E poi, prima quando è tornato, dovevi vederlo! Era pallidissimo e sembrava aver visto un fantasma Oscar! Non vorrei gli frullasse in zucca qualche idea stramba-

-Tipo?-

-Tipo buttarsi giù dal balcone di camera sua per la troppa pena che sta vivendo. Ma te lo immagini il nostro piccolo Harold seppellito lontano dal cimitero della sua dinastia precedente? In una terra sconsacrata? Ma tanto cosa ne parlo a fare con te che sei un uomo e non capisci niente-

Harry, stanco di stare a sentire, decide di allontanarsi, ma, se in un primo momento da' mentalmente dell'esagerata a Margaret, subito dopo si rende conto che lui ci ha pensato davvero a togliersi la vita, più di una volta in realtà, anche se il buttarsi dal balcone non sarebbe certo tra le sue prime scelte.

-Non ho visto un fantasma comunque Margaret, io oggi nella brughiera ho visto un angelo...-

Queste le parole che sussurra a se stesso prima di cadere addormentato nel suo enorme letto a baldacchino dalle lenzuola di seta blu e bianche.

Sogna un'amazzone e un angelo dagli occhi troppo azzurri e dalla voce troppo acuta che lo chiama ancora e ancora.

-Harry, Harry, Harry-

Rose&Dagger (Il Ragazzo Della Brughiera)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora