Segui Il Tuo Cuore Harold

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È giunto il momento. Harry fissa la fiala contenente il veleno e si sente rabbrividire. Ne basta una sola goccia per uccidere un cavallo adulto.

-Harold caro, la cena è pronta- la voce soave di Margaret si insinua nelle sue orecchie facendolo sussultare. Nasconde l'oggetto di vetro nel pugno della mano e si prepara a scendere.

-Posso entrare piccolo Duca?- domanda la donna.

-Certo-

-Sai, volevo parlarti di una cosa importante- si siede stancamente prima di passare una mano sulla guancia del ragazzo che la guarda curioso, -Lui ha capito...-

-Capito? Lui? Di cosa stai parlando Margaret?-

-Arcibald sa che non vuoi sposare Taylor-

-Beh, lo sanno anche i muri questo-

-Non essere così affrettato Harold. La situazione potrebbe mettersi male per te e...-

-Per me e...?-

-Per te e Louis- dice secca la donna. Una ruga di preoccupazione a segnarle il volto.

-Ma tu... Tu come fai a sapere che...- ad Harry trema la voce.

-Ne ho passate tante caro, nella mia vita, e so riconoscere l'amore quando lo vedo-

Per un attimo il mondo si ferma e ad Harry trema il cuore.

Amore.

Lui amava Louis Tomlinson? Louis Tomlinson amava lui?

Forse era presto per dirlo, ma da quel momento una nuova consapevolezza si fece spazio nella sua testa : lui forse era innamorato.

Per la prima volta nella sua vita.

Certo amava già delle persone,-Margaret ed Oscar- e il suo cavallo, ma quello che provava per Louis era un qualcosa di nuovo, qualcosa che gli dava la voglia di vivere e non solo di esistere. E non gliene fregava niente dei titoli, dei terreni e della ricchezza. Non gli importava più neanche il cognome che portava e le origini della sua stirpe. L'unica cosa che gli stava a cuore era Louis e ciò che rappresentava per lui. Voleva vederlo felice, sempre. Con quell'azzurro troppo azzurro vivo negli occhi e quel sorriso che era stato capace di strapparlo via dalle braccia della sua profonda e dolorosa apatia.

-T-tu, tu cosa mi consigli di fare Margaret?- tentenna.

-Segui questo Harold...- la donna gli indicò il petto, il cuore, -...Segui questo e tutto andrà bene- mormorò prima di alzarsi e sparire dietro la porta.

È facile. Dopo tutto gliel'aveva detto anche Margaret poco prima no? Deve seguire il suo cuore. Deve riuscire a portare a termine il piano per far sì che lui e Louis possano essere liberi di amarsi.

Eppure non riesce proprio a ruotare il polso per far in modo che il veleno fuoriesca dalla boccetta e si vada a depositare sul maialino arrosto che suo zio ha fatto cucinare al suo chef personale.

Sta lì immobile, guardandosi intorno di tanto in tanto per accertarsi di non essere scoperto, e non riesce a muoversi.

-TU NON SEI UN ASSASSINO-

Le parole di Louis a riecheggiargli nella testa come un mantra.

Tutto vero. Lui non è un assassino.

Gli torna alla mente un lontano ricordo, offuscato. Risale ai suoi primi anni di vita.

Un pomeriggio era uscito senza permesso dal castello e si era spinto un po' troppo lontano, finendo per addentrarsi nel sottobosco. Aveva trovato una piccola volpe impaurita e aveva cercato di accarezzarla con le mani paffutelle, e quest'ultima, terrorizzata, l'aveva morso per difendersi e poi era scappata in fretta, lasciandolo in terra scosso e dolorante.

Sua padre, quando l'aveva ritrovato aveva dato ordine a tutti i loro cacciatori di trovare l'animale ed abbatterlo, ma Harry si era rifiutato e aveva pianto così forte da costringerlo a desistere. Non avrebbe permesso di far uccidere un animale innocente solo perché gli aveva recato dolore. Perché lui non era un assassino e non avrebbe permesso una cosa simile. Aveva un cuore grande, e sua madre glielo ripeteva spesso.

Deve assolutamente trovare una soluzione alternativa, e questa, come un fulmine, gli attraversa il cervello senza preavviso scuotendolo.

Mette via il veleno ed esce dalla cucina. Forse può davvero risolvere tutto senza uccidere nessuno. Prega con tutto il cuore Harry, che Louis accetti le sue condizioni, ma non si dilunga troppo su quel pensiero, perché prima deve risolvere un'altra questione importante.

Si avvicina quatto ad uno dei camerieri che serve il suo palazzo da quando ha memoria e gli ordina di rimboccare il calice di vino di suo zio ogni qualvolta questo si svuoti durante la cena, dopodiché si siede, e coi nervi a fior di pelle inizia a mangiare tentando in tutti i modi di non sembrare nervoso.

-Che c'è Harold, non ci delizi delle tue parole questa sera?- sputacchia suo zio Arcibald prima di perdersi in una grossolana risata.

Harry si volta verso il cameriere e fa un segno impercettibile con la testa. In una manciata di secondi il calice strabocca nuovamente.

-Vuoi sapere come è andata la mia giornata zio?- replica il Duca gentile. Deve assolutamente trattenerlo il più possibile a tavola se vuole farlo ubriacare abbastanza da riuscire a metterlo fuorigioco per la notte. Visto la sua stazza e il suo alcolismo latente, non è certo un uomo facile da far sbronzare a dovere.

Harry deve correre da Louis quella notte stessa, non c'è tempo da perdere, e sicuramente non può permettere che suo zio si accorga di nuovo delle sue scappatelle notturne. Non dopo che Margaret l'ha messo in guardia.

-Certo caro nipote, certo, ma prima di tutto vorrei sapere come ti trovi con il tuo taglio di capelli nuovo...- l'uomo una un tono di sfida e Harry si ritrova a stringere con forza il tovagliolo sotto il tavolo.

-Devo dirti la verità caro zio, all'inizio non mi ci vedevo proprio, ma adesso non mi dispiace affatto-

-Sono contento. Tu capisci che io l'ho fatto per il tuo bene. Sembravi un selvaggio con quella chioma disordinata-

-Sembravo un'amazzone- Harry lo dice perché anche se Louis non c'è, e non può aiutarlo in quel momento in cui si sente così irato, il ricordo del loro primo incontro gli scalda il cuore facendolo calmare all'istante.

-Amazzoni. Volgari guerriere. Tu sei un uomo e sei di stirpe reale, quando te lo metterai in testa?- domanda suo zio prima di tracannarsi il secondo bicchiere di vino.

Ma il terzo è già pronto.

-Comunque, tralasciando questi futili discorsi sui miei capelli, la mia giornata è andata bene. La tua?-

Margaret, che sta sparecchiando, trasale quando Arcibald batte un pugno sul tavolino e scoppia in un'altra grossolana risata, -Tutte le mie giornate vanno bene! Sono ricco. Se hai i soldi hai tutto, è così che va il mondo caro mio. Così va l'Inghilterra!-

Harry trattiene un ringhio e con non poca fatica lo trasforma in un sorriso finto.

-E, a proposito di ricchezza, conoscerai la ragazza tra poco. Ti adorerà. L'intelligenza non è certo il tuo punto forte, ma la bellezza caro il mio Duca, quella certo non ti manca-

Quando la fastidiosa cena giunge al termine, Harry si ritira nelle sue stanze e attende che la luna sia nel punto più alto del cielo. Sposta sul sguardo al di fuori della cancellata in ferro battuto e finalmente scorge Louis in sella a Dagger.

È il momento di agire.

Esce di soppiatto e si incammina in fondo al corridoio. Davanti alla porta della camera di suo zio tende l'orecchio e con sua somma gioia lo sente russare rumorosamente. Il suo piano ha funzionato.

Quando arriva nel salone d'ingresso fa per aprire la porta ma l'ombra proiettata sul pavimento accanto a lui lo fa trasalire.

Margaret.

-Va e segui il tuo cuore Harold- gli sussurra piano prima di voltarsi e salire le scale.

Una volta uscito si mette a correre a perdifiato e non si ferma finché non arriva da Louis, che lo guarda sorridendo. Incontrare il suo sguardo è come essere tornati finalmente a casa.

-Tutto bene Harry?-

-Sbrigatevi, dobbiamo andare, non c'è più tempo-

Rose&Dagger (Il Ragazzo Della Brughiera)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora