5. Come stelle danzanti (Pt. 1)

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La giornata iniziò come al solito, in quella tiepida mattina primaverile. 

Stefano venne svegliato dal rumore delle auto,che costantemente suonavano il clacson per la fretta mattutina. Si alzò dal letto, e sgranò gli occhi dopo un sonoro sbadiglio. 

Una volta arrivato in cucina, trovò seduto a tavola Luca, il fratellino di sei anni, già pronto per la scuola e intento a sorseggiare un'enorme tazza di latte e cioccolato.

«'Giorno campione. Anche stamattina mi hai battuto, eh?» disse Stefano, accarezzando la spalla del fratellino. Posò lo sguardo sulla tazza vuota, e si spostò ai fornelli per preparare un ricostituente e buon caffè. 

«Sai dov'è la mamma?» chiese, mentre metteva la caffettiera sulla fiamma.

«In bagno, a prepararsi. Sai che oggi la maestra ci fa costruire un vulcano?» rispose eccitato, mentre Stefano sorrideva. 

Silvia, la madre dei due ragazzi, entrò velocemente, pronta per uscire. 

«Buongiorno caro» disse sorridendo a Stefano.

Guardò l'orologio, e subito prese la borsa.
«Luca, sei pronto? Su, andiamo!» disse mentre prendeva la cartella del figlio, poi si rivolse a Stefano: 

«Ci vediamo dopo, stai attento mentre vai a scuola. E non fare tardi, oggi hai il corso di Mineralogia» disse scrupolosamente.

«D'accordo mamma. A dopo» rispose Stefano. 

Silvia fece per uscire, quando si rivolse nuovamente al figlio: 

«Ehm , attento al caffè» fece notare. In effetti il caffè era pronto. 

Una volta fatta colazione, Stefano corse a vestirsi e a preparare l'occorrente da portare a scuola. Prima di uscire, si fermò un attimo davanti allo specchio, per sistemare i suoi folti capelli biondi, e poi scattò verso la porta. 

Mentre attraversava i tre isolati che lo separavano da scuola, Stefano sfogliava una copia di "Mineralogia Etnea" del 1942, ripassando le principali specie mineralogiche presenti nei basalti etnei. Da tre anni aveva incominciato a seguire quel corso, sia per approfondire i suoi studi, sia per inseguire una piccola passione, oltre quella per l'astronomia.

Non ebbe il tempo di distogliere lo sguardo dai fogli, che urtò una ragazza che andava nella sua stessa direzione, solo con più fretta.
«Oh scusami» disse rapido Stefano, il quale ricevette solo un accenno di consenso.

Lo scontro gli fece ricordare che doveva sbrigarsi.

Arrivò poco prima del suono della campana. Le prime ore trascorsero velocemente, eccetto la quarta ora, nella quale svolse il compito di letteratura. 

«Credo di averne abbastanza di Verga. Almeno per oggi...» commentò Davide, uno degli amici di Stefano, esausto come gli altri. Dopo l'estenuante verifica Stefano sorrideva, mentre ascoltava le lamentele del compagno.

La campana suonò nuovamente, e gli ultimi ragazzi che non avevano ancora terminato, si alzarono per consegnare il compito. 

«Allora ragazzi. Adesso che avete intenzione di fare?» chiese un altro compagno, mentre metteva lo zaino sulle Spalle. Io ho l'ultima ora nella classe di Biologia, vi raggiungo dopo. Tu, Stefano? Anche oggi hai il corso?»

«Si, ragazzi. A più tardi,allora» disse mentre usciva dall'aula. 

Attraversò il corridoio, poi, come al solito, svoltò a destra, fermandosi davanti la terza porta. Entrò nella stanza, arrivando poco dopo il professore del corso.

La luce oltre il muro - Racconti e PoesieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora