9. Il raggio di sole (Pt. 1)

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Quella mattina a Boston, David esitò ad alzarsi dal letto, un altro identico giorno era iniziato.

Si mise le pantofole e scese con gli occhi chiusi le scale a chiocciola, entrò in cucina e si sedette in silenzio. Sua madre gli porse il tè coi biscotti e lo salutò frastornata: 

«Buongiorno» David ricambiò con un cenno della testa.

Sentì dei passi dal corridoio, suo padre entrò e si sedette, prese il giornale e dopo un po' iniziò a parlare: 

«Amore, oggi tornerò più tardi» Sarah annuì e continuò: «D'accordo. David, amore, oggi vengo io a prenderti a scuola. Alle quindici devo andare a trovare Lily... Suo figlio si è rotto un braccio cadendo dallo skateboard» si fermò un momento e chiese: 

«Perché anche tu pomeriggio non vieni in città con me?

Ho saputo che tutti i tuoi compagni hanno aderito al Gruppo Giovane Politica, sai, quello consigliato dalla scuola. Sarebbe una buona attività per la tua età»

«Sì, bella come alzarsi ogni giorno la mattina. Mamma, avrò pur quindici anni, ma non pensi che ci sia altro di bello? Sai, a scuola dei ragazzi stanno creando un gruppo di lettura...

Ho sentito che vogliono incontrarsi in una città, a quattro ore da qui, per vederne la biblioteca e poter parlare» 

La madre, che per un attimo lo fissò, rispose come offesa: «Non credo sia approvato dalla scuola, ma come preferisci»

Il padre di David si alzò dal tavolo seguito dal figlio, uscirono in silenzio e salirono in macchina diretti a scuola.
David frequentava il secondo anno in una scuola superiore ai confini della città e, benché non potesse negare di essere un discreto studente, quasi mai si trovava a suo agio, specie con i compagni. Non c'era cosa che David odiasse di più della scuola.

La vedeva come un manichino ornato da mille colori, un burattino, manovrato da un mostro oscuro e avido, che presto comprese si trattasse della società.

Ma cosa poteva fare? Un ragazzino con un problema, sai che novità.

Quasi sorrideva al cliché della sua situazione, un tipico adolescente in crisi. O forse no.

Scese dall'auto ed entrò nell'atrio, aspettando il suono della campana. 

Non stava quasi mai insieme ai compagni, no che non ci provasse, ma aveva imparato che nessuno lo apprezzava davvero. Così ogni tanto, in disparte, ne ascoltava i monotoni discorsi.

«...Ho comprato l'ultimo cellulare, vi piace? ...Penso che quei due siano fidanzati, guardali! ... Ma come si è vestita oggi? E' così ridicola! ... Solo 20? Io in palestra ne faccio 60! ...Nel compito ho preso solo una B! Che vergogna... Credo che una volta finita la scuola entrerò in politica, così avrò un lavoro sicuro e proficuo» 

Ovunque le sue orecchie captavano gli stessi discorsi da giorni, e molte volte David iniziava a porsi una domanda differente dalle solite.

E se fosse lui ad essere strano? Come un pesce fuor d'acqua, sentiva di vivere in modo diverso.

La campana suonò, distraendolo dai suoi soliti pensieri mattutini, ed entrò in classe.

La professoressa di letteratura entrò subito dopo e salutò i ragazzi:

«Buongiorno ragazzi. Oggi, come vi avevo anticipato, faremo un tema argomentativo. 

Prendete un foglio e scrivete la seguente traccia: 'Il mondo del lavoro - Come vuoi occupare la tua vita? ' vi sembrerà una domanda molto generica, ma... Vediamo cosa sapete fare»

La luce oltre il muro - Racconti e PoesieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora