10. Il raggio di sole (Pt. 2)

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...Era umido.

Umido e fresco...

Frastornato, David riaprì gli occhi, e si accorse di trovarsi all'interno di una grotta. All'inizio non capì come fosse arrivato lì, ma pensò che la pioggia abbia potuto ammorbidire il terreno, che copriva una grotta sotterranea.

Aguzzò meglio la vista, resa sfocata dal colpo d'urto, e in lontananza vide della luce.

La via d'uscita.

Si affaticò ad alzarsi e mentre si avviava verso l'uscita prese il cellulare, cercando di contattare la scuola, ma non c'era campo.

«Dannazione!» imprecò David.

Arrivato all'uscita ad un tratto si fermò, restando immobile a fissare il paesaggio e lasciando che la luce accecante dell'esterno lo colpisse.

Una prateria sconfinata si estendeva tutt'intorno, e il cielo brillava di un azzurro profondo. Sullo sfondo imponenti montagne si innalzavano fino al cielo e dalla più alta di esse, sgorgavano sette ruscelli dei colori dell'arcobaleno, che si fondevano a valle in un unico fiume variopinto.

A sinistra, un bosco secolare decorava le colline, mentre a destra un sentiero di marmo si dilungava fino alla costa, costeggiata da lampioni in cristallo.

David era sbalordito, talmente tanto che il primo pensiero fu quello di essere morto.

Non c'era logica in quello che stava vedendo, non c'era ragione in quello che gli stava accadendo e non c'era scienza che poteva spiegarne il mistero.

Eppure quel luogo gli trasmetteva tranquillità, purezza. Una sensazione celestiale, quasi stesse respirando ossigeno per la prima volta.

Iniziò a farsi strada nel sentiero, facendo correre i dubbi nella sua testa, poi si bloccò alla vista di una mandria di cavalli bianchi che giocavano, rincorrendosi.

O forse... Non erano cavalli. Avevano un corno dorato sulla fronte e maestose criniere.

Erano dei veri unicorni.

"Impossibile" pensò David "è sicuramente un sogno... Devo aver sbattuto la testa quando cadevo" 

Ma una parte di David ancora sperava che non stesse sognando.

Così, si lasciò guidare dalla fede, e continuò a camminare.

Arrivato alla costa, si fermò e si sedette su uno scoglio, ad osservare l'oceano.

Era di un blu così intenso.

Ad un certo punto, David avvistò qualcosa tra le onde spumose. Entrò in acqua e la meraviglia cullò i suoi occhi...

Una sirena.

Ormai pensava che niente avrebbe potuto stupirlo più di tanto. Beh, si sbagliava. 

La fanciulla aveva folti capelli castani e una meravigliosa coda verde acqua.

«Ciao!» disse sorridendo, poi con un colpo di pinne schizzò David, che rise.

«Come ti chiami?» chiese la sirena

«David, e tu?»

La sirena sorrise e rispose: «Alyssa. Sei felice qui?»

David esitò. Nessuno gli aveva mai chiesto al primo incontro cosa provasse, o come si sentisse. Nessuno si era mai interessato a lui, solo per la curiosità di fare amicizia.

«Sì. Grazie Alyssa» La sirena sorrise, aprì la sacca blu che teneva in vita, prese una conchiglia perlacea e gliela donò. Il ragazzo rimase così colpito da questo gesto di totale purezza, che non poté fare a meno di sorriderle.

La luce oltre il muro - Racconti e PoesieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora