Presi la bicicletta vicino casa e mi diressi verso la Plockton Boat Hire & Sailing School. È strano che una come me sia voluta andare a scuola di vela quando non sa nemmeno nuotare.
Cercai di concentrarmi sulla strada e di non pensare a mio padre. Le lacrime ormai mi rigarono il viso, e dovetti sbattere più volte le palpebre perché avevo la vista annebbiata. Fortunatamente è una bella giornata di sole, dissi tra me e me. Quando arrivai vicino scuola vidi Marika, la mia migliore amica, che già mi stava aspettando. Vive vicino a The Haven, un albergo in Innes Street, e di solito prende l'autobus per venire a scuola.
Era seduta sulla riva, con le gambe accavallate che guardava il mare calmo e limpido. Abbassai per qualche momento lo sguardo, e con ancora il nodo in gola presi un fazzoletto che ho spesso a portata di mano, e mi asciugai le lacrime. Non appena finito, cercai di calmarmi il più possibile, respirando a fondo, e mi avvicinai a lei. Notai che aveva gli auricolari: speravo di non spaventarla, che non avesse un volume troppo alto tanto che non mi sentisse. Invece, guardando il mio riflesso sull'acqua, si tolse gli auricolari mettendoli nella borsa. Solitamente li mette in tasca dei pantaloni, perciò avrei dovuto capire che, dal mio riflesso, capì che avevo qualcosa che non andava.
<<Cos'è successo stavolta?>> mi chiese.
<<Tu come stai?>> le risposi, tentando di sfuggire alla sua domanda.
<<Fe, rispondimi per favore, altrimenti...>>
<<Non ti ci mettere anche tu>> la interruppi.
<<Lo vedi? Ti hanno fatto incazzare nuovamente e preferisci tenertelo dentro piuttosto che parlarmene. Cosa ti dico sempre?>>
<<Che fa male, più di quanto io pensi.>>
Marika è sempre pronta ad aiutarmi. È come se mi capisse in fondo all'anima, come se potesse vedere una sorta di aura attorno al mio corpo. Da quella poi vede se sono triste, felice, arrabbiata e tutto il resto. Ci siamo conosciute da poco, eppure sappiamo ogni cosa l'una dell'altra, come se ci conoscessimo da una vita, quando invece è passato solo un anno e mezzo.
<<Esatto>> continuò lei <<quindi piuttosto che esplodere per i fatti tuoi, preferisco che tu lo faccia con me.>>
<<Grazie>>
<<Non ringraziarmi>> disse lei guardandomi con quei suoi occhi verde smeraldo, sorridendomi.Mi sedetti accanto a lei. Ebbi un piccolo sussulto per il freddo a cui andai incontro col sedere. Marika lo notò e si mise a ridere. Avevamo ancora un'ora circa per poter parlare prima di andare a scuola, così iniziai a spiegarle nei dettagli ciò che era successo.
<<Credo sia stato per colpa della torta stavolta>>
<<Aveva qualcosa che non andava, magari è allergico a qualcosa e tu, non sapendolo, l'avevi preparata lo stesso?>>
<<Nooo scherzi? Penso che nel mondo solamente in poche persone siano allergiche al cioccolato. Tutti lo amano, chi più e chi meno>> dissi. <<Non intendo la torta in sé, credo sia stato per come ho chiuso il frigorifero.>>
<<Per quello?!>> disse lei sgranando gli occhi, i suoi capelli di un fucsia Hollywood che si spostò dietro l'orecchio per colpa del vento. <<È veramente un rompi palle! Non ha ancora capito ciò che gli hai detto! Non ti ascolta proprio, vede solo quello che vuole lui! Scusa se mi permetto, però...>>
<<Va bene così Cherry, tranquilla>> le risposi con un sorriso spento.
<<Hai mai pensato di fuggire?>>
<<C-che c-cosa scusa?>> balbettai.
<<Si. Ovvero, venire per un po' a casa mia nel frattempo che le acque si calmino. Non puoi nemmeno continuare così. Secondo me è una situazione che ti distrae anche dagli studi, e non te lo puoi permettere perché io lo vedo Fe>> disse. <<Vedo quanto ti fai forza dando il massimo, e pure con ottimi risultati.>>
<<È carino da parte tua... Ma ho le idee un po' confuse a questo punto con ciò che dici.>>
<<Beh... In questo caso>> continuò lei <<non ci sono problemi, puoi pensarci un po' su però non troppo mi raccomando. Se capitasse ancora qualcosa...>>. Cominciò a stringere i pugni, e per tranquillizzarla glieli presi e li strinsi intorno alle mie mani. Lei mi guardò un po' sorpresa. Io, con un po' di occhi lucidi, le feci un cenno del capo e le sorrisi.L'ora di entrare era arrivata, così ci alzammo e ci incamminammo verso la nostra giornata scolastica, con a seguito qualche ragazza che ci guardava schifata.
<<Non badarle>> disse Marika. <<È tutta invidia e gelosia.>>
<<Ne sei così sicura?>>
<<Certamente!>> Poi cominciò a spiegare. <<Perché essere la popolare di turno non ti porta da nessuna parte. Non conosci chi sia veramente tuo amico e chi no, non sai di chi ti puoi fidare, a chi raccontare i tuoi problemi, perché quando lo fai i tuoi "cari amici" ti pugnalano alle spalle e ti prendono in giro.>>
Meglio pochi ma buoni, pensai. E non c'era niente di più vero in questo, e in quello che mi disse la mia Cherry quella mattina. Non so che farei senza di lei.
STAI LEGGENDO
Vorrei una sola vita
Fantasy"Cosa faresti se sapessi di avere delle vite parallele? Cosa faresti se ogni giorno ti ritrovassi nel corpo di un'altra persona? Felicia è una 20enne che abita a Plockton, una piccola città in Scozia, che non sa quello che le sta per accadere. Verrà...