Capitolo 29

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Iniziò a piangere.

"Perché qui dovrò morire.
Ma in un certo senso, se quello che mi aspetta è quel bel Paradiso... sono felice".

Volevo abbracciarlo, ma non potevo.

Ero bloccata da quella specie di forza che ci teneva attaccati al muro.

"Sicuramente non morirai.
Guarda che gran uomo che sei!
Lotta con tutte le tue forze".

Ci pensò.

"Sì!"
Esclamò carico.

Sentii all'improvviso una specie di fischio.

Aveva un volume altissimo.

Mi staccai dal muro senza volerlo.

Persi l'equilibrio.

Caddi.

Dalla vista bassa vidi gli altri.

Iniziarono a correre.

Alcuni erano a terra come me.

Il bimbo con dispero.

Iniziò a correre.

Mi alzai.

Iniziai anche io a correre.

Davanti a me c'era il percorso.

Corsi fino a ritrovarmi su un tappeto morbido, di gomma.

Davanti ad esso c'era un altro tappeto.

Era ostacolato da acqua.

Mi guardai intorno.

Fuori dalla mia corsia alcuni non sapevano come fare.

Altri aveva superato l'ostacolo.

Altri ancora erano in acqua.

Che urlavano.

Un ragazzo non tanto distante era caduto in acqua.

Era pietrificato.

Gli battevano solo i denti, coperti dalle labbra viola.

Volevo aiutarlo.

Non sapevo come fare.

Feci un grande respiro.

Mi allontanai.

Iniziai a correre.

Ero vicina alla fine del tappeto.

Vicina all'acqua congelata.

Saltai.

I miei piedi non toccavano più una superficie.

Atterrai.

Avevo superato l'ostacolo.

Un piccolo sorriso mi si formò in faccia.

LA STANZA BIANCADove le storie prendono vita. Scoprilo ora