Capitolo 41

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"Mi chiamo Dajana"
Rispose sorridendo.

Guardò la fila.

Ci si rimise.

Fece tutto da sola.

"Se vuoi, sei libera di andartene.
Hai sofferto fin troppo"
Le dissi seriamente,

"No"
Rispose,
"Dovrò ricambiare, in qualche modo, qualcosa alla mia Salvatrice".

Sorrisi.

"Perfetto"
Le dissi.

Si stava facendo buio.

Passai alla persona successiva.

Un bambino.

I suoi capelli erano rossi e ricci.

Aveva lentiggini sul naso.

I suoi occhi erano castani.

Era basso.

Piccolo.

Dondolava sui piedi.

Faceva ondeggiare le braccia.

"Quanti anni hai?"
Gli misi una mano sulla testa,

"Nove"
Rispose,

"Vuoi andare via da questa fila?"

La sua espressione felice divenne triste.

Incrociò le braccia offeso.

Abbassò la testa mettendo il broncio.

"Non mi vuoi!"
Disse.

Spalancai gli occhi.

"Non intendevo questo!"

Rialzò la testa.

Sorrise.

"Non voglio andarmene"
Disse felice.

Annuii.

Ero stranita.

"Mi puoi mostrare il tuo potere?"
Chiesi.

Annuì.

Si fece serio.

Si grattò una guancia.

La sua pelle divenne fucsia.

La sclera dei suoi occhi si trasformò in gialla.

Le sue orecchie, coperte da qualche riccio rosso, assunsero una forma allungata.

L'elice di entrambe divenne appunta.

Le sue labbra si fecero ancora più rosse.

Coloro che gli stavano accanto si allontanarono spaventati.

LA STANZA BIANCADove le storie prendono vita. Scoprilo ora