Capitolo cinque

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Qualche settimana dopo... (15 Giugno 2016)

MARTINA

Giugno è arrivato, e con se ha portato il caldo estivo che io detesto. Non sono mai stata un'amante del caldo. Preferisco mille volte il freddo, la pioggia, i pomeriggi passati a leggere un libro davanti ad un caminetto accesso. Inoltre, odierò ancora di più questa estate, perché sarò senza di lui. La scorsa estate è stata anche abbastanza tollerabile con Gianluca, ma ora che lui non è al mio fianco, non sarà più lo stesso.

Sospiro quando sento il campanello suonare e vado ad aprire la porta. Il respiro mi manca quando vedo Gianluca davanti alla porta, e per poco non svengo.

«Ciao» mormora.

«Ciao...» rispondo. «Che... Che ci fai tu qui?» balbetto.

«Io... Posso entrare?»

«Ehm... Sì. Sì, entra pure.»

Sorride ed entra in casa. Io chiudo la porta e ci sediamo sul divano. Rimaniamo in silenzio senza guardarci.

«Mi dispiace per quello che è successo ma...» diciamo contemporaneamente, e ci mettiamo a ridere. «Dai parla tu. No tu» continuiamo a dire insieme. Sorridiamo e lui si sta zitto, così parlo io.

«Sono stata una stupida. Ti ho nascosto una cosa molto, troppo importante, e continuo a pentirmene. Scusa se sono stata una stronza con te...» mormoro.

«La colpa è mia. Sono stato uno stupido, un idiota. Spero tu possa perdonarmi.» Annuisco. «Dunque... Sto per diventare papà» dice ed io annuisco ancora accennando un sorriso.

«Eh già.»

«Potrei...?» dice indicandomi la pancia, ed io annuisco.

«Certo.»

Mi sorride e appoggia la mano sulla mia pancia. Sorrido quando la pelle della sua mano tocca la mia, facendomi provare brividi lungo il corpo.

«Ciao piccolino, o piccolina» sussurra accarezzando la pancia, facendo molta attenzione a non farmi male.

«Come hanno reagito i tuoi?» chiedo.

«All'inizio erano arrabbiati, poi però, quando hanno capito che sarebbe arrivato presto un nipotino da strapazzare e viziare, sono stati molto felici» mi risponde. «E tu? L'hai detto a Miriam?» mi chiede stranamente preoccupato.

«Sí... Ma non è andata come avrei voluto.»

Flashback (Qualche settimana prima...):

Osservo la mia migliore amica che mi guarda impaziente. Le sue braccia sono incrociate, i capelli color sabbia sono racchiusi in una coda scompigliata fatta di fretta.
Sbuffa un'altra volta e finalmente mi parla.

«Bè? Qual è la notizia che mi devi dare?»

«Miriam, io ti ho mentito» dico chiara sospirando.

«In che cosa mi hai mentito? Mi hai di nuovo rubato i vestiti?» sbuffa.

«No. È un qualcosa di più grave...»

«Che cosa?» esorta.

«Riguarda Gianluca» dico, e lei sgrana gli occhi.

«Che succede Martina?»

«Io sono incinta. Il test è sempre stato positivo» dico.

«Ma che cazzo stai dicendo Martina?! Ma sei impazzita?! Mi hai nascosto una cosa così importante?!»

«Mi dispiace Miriam, ma non avevo idea di quello che stava succedendo!» cerco di giustificarmi.

«Okay, okay... Quando devi andare in ospedale?» mi chiede calmandosi.

«In ospedale? A fare cosa?»

«Ad abortire!» risponde con tono ovvio.

«Cosa? No! Io non voglio abortire!»

«Vuoi tenere questo bambino? Sei fuori di testa?!» grida furiosa, e per i miei gusti se la sta prendendo troppo. «Cosa diranno i tuoi?»

«I miei lo sanno già! So di aver sbagliato Miriam... Ma cerca di capirmi! Non voglio uccidere un bambino innocente. Lui non c'entra niente se il padre è uno stronzo che mi ha lasciato di punto in bianco. Lui è mio figlio... il mio piccolo bambino. E gradirebbe avere a fianco a sé la zia Miriam, non credi?»

«Martina... Capisco quello che stai dicendo, ma è complicato tenere un bambino...»

«Lo so...»

«Io ci devo pensare...» mormora prendendo il cappotto. «Mi dispiace.»

Esce fuori.

Fine flashback.

«Quindi ora non vi parlate?» mi chiede Gianluca, che ha ascoltato il mio discorso per tutto il tempo, accarezzandomi la pancia.

«No... Mi manca.»

«Già...»

Appoggia l'orecchio nella pancia e sorride, poi scambia l'orecchio con le labbra e lascia un bacino, tenendole attaccate.

«C'è nessuno? Hey? Ciao! Sono il tuo papà!» dice, ed io sorrido.

«Per il momento non c'è ancora nessuno» dico e lui annuisce.

«Ah... Ma io so già che il mio bambino sarà un bravissimo calciatore.»

«Magari sarà una bambina» ipotizzo.

«No, no! Me lo sento! Sarà un bel maschietto tutto da strapazzare e da baciare, e poi io e gli zii gli insegneremo a giocare a calcio, e lui diventerà un professionista!» dice lui.

«Va bene. Però se impara da Piero, è un po' un problema.»

«Che intendi dire?»

«Hey, gli voglio bene, ma non è molto bravo nel calcio» dico.

Gianluca si mette a ridere nascondendo il viso nella mia pancia. «La mamma ha ragione. Forse lo zio Piero non è il più adatto. Ma se vuoi imparare a suonare il pianoforte, lui non si batte, eh!» dice, ed io rido.

Continua a coccolare il nostro bambino facendomi rilassare davvero tanto, e facendomi poco a poco addormentare.

GIANLUCA

Mentre coccolo mio figlio accarezzando la pancia di Martina, lei si addormenta, ed io sorrido. Mi ricordo ancora la prima volta che abbiamo dormito insieme. È stato un qualcosa di magnifico... Avevamo dodici anni, e lei aveva paura del temporale, così è corsa tra le mie braccia. Era così bella. Mi stringeva spaventata ed io le accarezzavo i capelli castani che avevano un meraviglioso odore di pesca. Sorrido guardandolo e la prendo in braccio cercando di non svegliarla, poi la porto in camera sua e la poggio sul letto. Prendo una sedia e mi fermo a guardarla. È così bella... Appoggio la mano sulla sua pancia che bacio e sorrido.

«Sai piccolo» sussurro, «non avresti potuto avere madre migliore, e padre più stupido. Eh sì! Perche tuo padre è uno stupido bimbo mio. Perché ha perso una grande persona, la tua mamma. Ma io so che tu ed io, con la nostra mascolinità, conquisteremo la mamma. Perché tu sarai un bel maschietto. Me lo sento. Ti ho sognato. Eri così bello. Avevi gli occhioni della tua mamma, i capelli come i miei e il sorrisone di tua madre. Ed eri felice, diamine quanto eri felice. Eri strafelice, e stavi correndo per tutta la casa. Non vedo l'ora di vederti piccolo mio. Di prenderti in braccio e di strappazzarti. Non vedo l'ora di vedere quanto sarai bello. E non vedo l'ora di sorriderti tanto tanto» sussurro lasciando infine un bacio nella pancia.

Heylà! Primo capitolo dell'anno?
Che ne pensate?
Vi sta piacendo la storia?
Un bacio!
~Martina😘

Fidati ancora di me {Gianluca Ginoble}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora